Arte & Cultura
Il dramma di vivere in ‘Vite fragili’, l’ultimo romanzo di Elisabetta Sabato
È in tutte le librerie ‘Vite fragili’, l’ultimo romanzo di Elisabetta Sabato, scrittrice e poetessa dalla scrittura scorrevole, essenziale e mai banale, che ben descrive gli aspetti angosciosi della vita, come gli scrittori di razza sanno fare.
‘Vite fragili’ è un romanzo ben costruito ispirato a realtà crude, più frequenti di quanto si possa immaginare.
Vite segnate dalle conseguenze negative, spesso inevitabili a causa di tessuti sociali sgretolati e della mancanza di valori fondamentali, quali l’amore, la solidarietà, la comprensione, l’onestà, tanto per citane alcuni, che rappresentano la base della vita di ciascun essere umano.
I giornali, le televisioni quotidianamente ci offrono squarci di vita vissuta negativi, mostrandoci gente che si lascia andare, allo sbando, perché non sempre è in grado di affrontare la vita.
Storie di miseria non solo economica, ma soprattutto morale, nel mondo odierno che non offre più sicurezza, e dove la famiglia se non è latitante, nella maggior parte dei casi non è più il luogo di accoglienza saggio ed affettuoso dei figli.
Non si ha tempo per coloro che sono stati messi al mondo e si delega ad altri la loro educazione, altri che non sempre sono persone, altri che possono essere smartphone, internet e così via, che, come si sta verificando in questi giorni, offrono talvolta, volutamente, verità distorte.
Tante anche le donne che si alternano in un mosaico di umanità in chiaroscuro ben delineato, una capacità dell’autrice che con la sua intelligenza riesce a ben caratterizzare ogni singolo personaggio.
Questo le riflessioni suggerite dal romanzo di Elisabetta Sabato, scritto con una chiarezza disarmanteanche nei suoi risvolti più drammatici.
Un libro che emoziona nel profondo, e che ci fa meditare sulle vicende narrate.
Il libro oltre che in tutte le librerie può essere acquistato direttamente alla casa editrice dalla pagina http://www.edizionidelpoggio.it/index.php?mod=shopping_cart&f=prod&id=122
Chi è Elisabetta Sabato
Elisabetta Sabato nasce nel 1979 a Putignano (BA) scrive numerosissime recensioni sui temi della comunicazione aziendale e strategie di mercato su testate on line specialistiche. Numerosi redazionali vengono inseriti su testate periodiche come Il Mondo, Convegni, Il Corriere della Sera, La Gazzetta del Mezzogiorno.
Scrive per passione e pubblica su portali dedicati alla poesia.
I sui testi vengono visionati e apprezzati da case editrici che selezionano estratti, brani e poesie per qualità e raffinatezza di scrittura, pubblicandoli:
“Le cicatrici dell’intelligenza” poesia pubblicata in un’antologia poetica ‘Nuove voci – Navigando nelle parole’ Vol. 26 ed. Il Filo 2007, dedicata a scrittori emergenti. La pubblicazione è presente nelle biblioteche pubbliche nazionali.
“Venezia” in d’Acqua è il mio nome – Omaggio a Venezia Ed. Akkuaria 2008
“Lontano” in antologia premio Fortunato Pasqualino ed. Akkuaria
Nel 2008 la casa editrice Akkuaria pubblica una sua raccolta poetica dal titolo “Un viaggio lungo un respiro”.
Acuni testi tratti dalla raccolta sono stati positivamente menzionati da programmi radiofonici notturni vedi “L’uomo della Notte” (M.Costanzo)
Il testo viene inserito anche nel Catalogo regionale del Polo di Sicilia come “Collezione Poetica”.
Nel febbraio 2009 partecipa alla presentazione ufficiale degli autori Akkuaria nel salotto letterario istituito per l’occasione al Joy di Milano e presieduto da Pinketts.
Presente anche alla Città del Libro ed- Novembre 2009 Campi Salentina, con una presentazione ufficiale in conferenza stampa.
Scrive “Vite fragili” romanzo premiato con il 3° premio della Critica letteraria al Concorso Nazionale “Pescara-Abruzzo” ed. Tracce 2011.
PREFAZIONE DI ‘VITE FRAGILI’
Ho letto con interesse “Vite fragili” di Elisabetta Sabato, un romanzo che ha tutti gli ingredienti per avere successo. L’autrice con scrittura scorrevole, mai banale, ma essenziale descrive nelle sue pagine, come solo gli scrittori di razza sanno fare, aspetti angosciosi della vita. È un romanzo ben costruito ispirato a realtà crude, più frequenti di quanto si possa immaginare, dalle conseguenze negative, spesso inevitabili a causa di tessuti sociali sgretolati e della mancanza di valori fondamentali, quali l’amore, la solidarietà, la comprensione, l’onestà, tanto per citane alcuni, che rappresentano la base della vita di ciascun essere umano.
I giornali, le televisioni quotidianamente ci offrono squarci di vita vissuta negativi. Gente che si lascia andare allo sbando perché non sempre è in grado di affrontare la vita. Storie di miseria non solo economica, ma soprattutto morale. Il mondo odierno non offre più sicurezza, la famiglia se non è latitante, nella maggior parte dei casi non è più il luogo di accoglienza saggio ed affettuoso dei figli: non si ha tempo per coloro che sono stati messi al mondo e si delega ad altri la loro educazione, altri che non sempre sono persone, altri che possono essere smartphone, internet e così via, che, come si sta verificando in questi giorni, offrono talvolta, volutamente, verità distorte.
Questo ci ha suggerito il romanzo di Elisabetta Sabato, scritto con chiarezza disarmante anche nei suoi risvolti più drammatici. È un libro che emoziona, ma che ci fa meditare sulle vicende narrate.
Tante le donne che si alternano in questo mosaico di umanità in chiaroscuro ben delineato, una capacità dell’autrice che con la sua intelligenza riesce a caratterizzarne ogni singolo personaggio.
“Alice era una persona di talento che poteva guardare oltre le cose, vedendo la magia di ciò che altri non potevano vedere …”. Ma Alice non era serena, vittima di un malessere che risaliva soprattutto alla sua infanzia “talora repressa in strane etichette”. Il ricorso allo psichiatra si era reso necessario perché Alice voleva qualcuno che le spiegasse il significato e le origini del suo male oscuro. E di quell’infanzia sotto accusa “non possedeva il ricordo di una favola felice raccontata dalla sua mamma, né il ricordo di un gioco spensierato…”. L’incontro con Carlo segnò una svolta nella sua vita, “un animo gentile, paziente, agrodolce… Carlo rappresentava la forza e la perseveranza che ad Alice mancava”. Ma la tragedia era in agguato: dopo alterne vicende dall’abbandono del suo vecchio lavoro all’apertura di un ristorante con l’amica Linda, le difficoltà nel gestirlo, i contrasti con Nina “abile con le parole e le manipolazioni psicologiche”, la sua morte violenta ad opera della stessa Nina.
Solitudine, incomprensione, incomunicabilità, violenza: i virus delle vite fragili, cocktail pericoloso per chi non ha il coraggio di affrontare il domani.
Ogni tanto in questa nostra epoca non è raro apprendere notizie di maestre che umiliano i loro piccoli alunni. Nel romanzo di Elisabetta Sabato la vittima è Marco. “Avevo quattro anni all’incirca, credo. – racconta Marco all’amata Iris – Ero un bambino, normale direi, forse un po’ irrequieto, ma mai ineducato, facevo scherzi e di tanto in tanto mi burlavo anche dei grandi…”, ma mai oltre misura. Le maestre di Marco erano sempre gentili e comprensive, una in particolare, Camilla, era la sua preferita. Ma un bel giorno, anzi un brutto giorno per il nostro protagonista, Camilla andò via e fu sostituita da Hamide, quella che si sarebbe rivelata “una pazza psicotica”. Marco fu la vittima prescelta dalla nuova proposta che lo sottoponeva ad ogni forma di angheria fisica. Fu un’altra maestra, entrata improvvisamente in aula, che sottrasse Marco alle violenze di Hamide.
La cattiva maestra fu denunciata e condannata al carcere. Quando ebbe scontata la pena, al suo ritorno a casa trovò un ambiente sfavorevole, d’altronde il soggiorno nelle patrie galere aveva inciso negativamente sulla sua psiche malata. Il suicidio fu l’unica via d’uscita da percorrere: “in cucina aprì la manopola del gas … poi prese una Diana dal pacchetto bianco e blu sul tavolo … Accese.” e diede l’addio alla vita.
Mi sono soffermato volutamente solo su alcuni episodi contenuti nel romanzo di Elisabetta Sabato affinché il lettore da questo assaggio da me proposto possa incuriosirsi e calarsi nell’intreccio di storie e personaggi molto ben delineati dalla nostra scrittrice. È un romanzo che offre molti spunti di riflessione e consente al lettore di penetrare con più coscienza i problemi della vita dell’uomo contemporaneo che all’improvviso, come non mai, viene trovarsi a un bivio: quale strada scegliere? Il bene o il male?