Salute
Allarme dei biologi su dipendenza da “integratore”

L’Ordine Nazionale dei Biologi nell’ambito della V Conferenza nazionale, mette in guardia la popolazione per l’uso indiscriminato di integratori alimentari
di Adele Taccone – consulente Biologa
Roma, 1 giugno – L’allarme lanciato dall’Ordine nazionale dei biologi (Onb) riuniti a Roma, il 16 e 17 maggio per la V Conferenza nazionale sulla nutrizione, “Alimentazione come prevenzione: qualità ambiente e nutrizione”, nasce a causa del fatto che oggi la richiesta di benessere personale è volta verso un uso sempre più crescente degli integratori alimentari. Ma non sempre sono utili e l’abuso in determinati casi può essere rischioso per l’organismo. Una stima secondo i dati forniti lo scorso ottobre al ‘Nutraceutica Forum’ organizzato da Ims Health, rivela che sono quasi 158 milioni le confezioni vendute in farmacie e parafarmacie da agosto 2012 ad agosto 2013 (+3,7% da agosto 2011, +4,3% nei 12 mesi). Gli integratori più gettonatisono quelli per l’apparato gastro-intestinale, al primo posto per consumi , il 27% di tutti quelli venduti in Italia. La controversia degli integratori alimentari a base di vitamine, antiossidanti ed elementi minerali vari è andata negli ultimi anni sempre più complicandosi e molte volte le informazioni che arrivano al consumatore attraverso i media sono superficiali e tendenziose. Non è facile reperire informazioni di spessore scientifico trovarle e anche queste sono solitamente in contrasto le une con le altre, a causa d’interessi o di partiti presi che sostengono o che combattono l’uso indiscriminato di integratori alimentari. Se il Parlamento Europeo discute da tempo su una possibile normativa per ridurre le quantità giornaliere assumibili di vitamine, riducendone le dosi in modo tale che secondo taluni le renderebbero assolutamente inefficaci, ci sono d’altro canto associazioni e medici che promuovono un utilizzo quotidiano di dosi, come nel caso della vitamina C, che secondo i parametri dell’Unione Europea stessa potrebbero essere definite “inverosimili”. “Il messaggio che vogliamo dare sugli integratori” – spiega all’Adnkronos Salute Gianni Zocchi, consigliere Onb e referente della Commissione permanente della nutrizione, tra i relatori della conferenza – “è che devono essere usati con le opportune cautele. Sono associazioni mirate di nutrienti che ‘integrano’, appunto, la dieta, apportano macronutrienti energetici, carboidrati, proteine e grassi o micronutrienti come vitamine e sali minerali.Sostanze – suggerisce – che possono rappresentare per lo sportivo, ad esempio, un utile complemento all’alimentazione, ma che nascondono anche rischi in caso di abusi o di scelta di prodotti dalla dubbia provenienza”. Di fatto quindi, gli integratori alimentari sono prodotti presentati in piccole unità di consumo come capsule, compresse, fialoidi, a base di nutrienti o altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico, ideati e proposti per favorire il regolare svolgimento delle funzioni dell’organismo senza alcuna finalità di cura. L’impiego di tali prodotti deve avvenire in modo consapevole e informato sulla loro funzione e le loro proprietà, per risultare sicuro e utile sul piano fisiologico, senza entrare in contrasto con la salvaguardia di abitudini alimentari e comportamenti corretti nell’ambito di un sano stile di vita. Secondo Zocchi, per evitare spiacevoli problemi come l’eccesso di ferro o magnesio nel sangue dovuto ad un incontrollato consumo degli integratori, “solo i professionisti del settore dovrebbero essere consultati per la scelta o per indirizzare verso i prodotti più idonei alle necessità del soggetto. I riferimenti sono i Larn – precisa il biologo nutrizionista – ovvero i livelli di assunzione di riferimento di nutrienti ed energia per la popolazione italiana”.
I valori indicati nelle tabelle dei Larn per ciascun nutriente non definiscono né la quantità ottimale né il livello di guardia sotto il quale c’è rischio di malnutrizione, ma indicano la quantità ‘di sicurezza’, quindi di riferimento per ciascun nutriente valida per tutta la popolazione. La riflessione vera è: quanto sono davvero necessari? La confezione del succo di mirtillo vanta le sue antocianine, il latte c’è anche in versione addizionata di calcio, la verdura è ricca di vitamine e fibre, da sempre si sa che la verdura e la frutta di colore giallo, rosso (carote, manghi, albicocche) abbondano di vitamina A , gli spinaci sono ricchi in ferro come diceva il buon Braccio di Ferro, mentre peperoni, kiwi, limoni sono ricchi in vitamina C. Le mandorle sono un vero toccasana per il benessere delle ossa, in particolare contro l’osteoporosi, grazie all’alto contenuto di magnesio, inoltre nella sola mandorla sono presenti ferro, calcio, fosforo, vitamina E, vitamina B1 e vitamina B2, sono ricche di grassi, soprattutto insaturi, proteine, carboidrati e fibre utili per regolarizzare la funzione intestinale, lubrificare il sistema digerente e depurare il sangue, il tutto senza passare per la corsia degli integratori, dove invece si trovano pastiglie di vitamine di ogni tipo, minerali, fibre, acidi grassi, estratti vegetali. Sono sempre più numerose e fantasiose le offerte di salute al supermercato, con prezzi da boutique del benessere. I costi degli integratori aumentano assieme al bisogno della popolazione di contrastare l’invecchiamento con pillole a base di cocktail di vitamine o di olio di fegato di merluzzo, una volta somministrato dalle nonne con il cucchiaio, ora disponibile in comode pastiglie. Gli americani, sempre i primi a lanciare le mode, non hanno paura di mettere sul mercato confezioni extralarge di amminoacidi di ogni tipo e proteine che vendono ai palestrati di tutto il mondo, al solo scopo di far aumentare la massa muscolare in fretta. Come quindi detto alla V Conferenza nazionale sulla nutrizione, non sono sostanze di cui abusare, di fatto se una sostanza non “cura” e non “ammala”, non è detto che sia benefica o utile, quindi bisognerebbe effettuare le opportune valutazioni su ogni singola persona tenendo presente lo stile di vita e le abitudini alimentari.