Diritti umani
Dall’Abruzzo un appello alla pace: Tortoreto ospita il Premio “Don Tonino Bello”

Il 30, 31 maggio con serata finale l’1 giugno a Tortoreto si è svolto un evento dedicato alla pace che ha riunito nomi di rilievo del panorama internazionale della solidarietà: il Premio “Don Tonino Bello”.
di Laura Marà
Una serata intensa, carica di significati e speranze, ha animato la cittadina abruzzese di Tortoreto, che per qualche ora si è trasformata in un simbolico punto di incontro tra popoli, culture e ideali. Un evento dedicato alla pace ha riunito nomi di rilievo del panorama internazionale della solidarietà, invitando la comunità a riflettere su una domanda tanto semplice quanto lacerante: è possibile parlare di pace in tempi di guerra?
Un grido collettivo contro l’indifferenza
Il contesto globale è cupo. Dall’Ucraina alla Palestina, passando per zone spesso dimenticate come il Congo o il Sudan, le notizie che giungono quotidianamente sembrano suggerire che il dialogo abbia perso la voce, e che le armi abbiano preso il sopravvento. Eppure, da Tortoreto, la risposta non si è fatta attendere: sì, la pace si può ancora immaginare. E non solo immaginare: costruire, giorno dopo giorno, con piccoli gesti e grandi scelte.
La voce di Don Tonino riecheggia tra i presenti
A fare da filo conduttore alla serata è stato il pensiero profetico di Don Tonino Bello. Con le sue parole, “osare la pace” diventa più che uno slogan: è una sfida concreta, una visione alternativa a un mondo che sembra rassegnato al conflitto. In un clima di sincera partecipazione, relatori e ospiti hanno ribadito che la pace non è utopia, ma un obiettivo reale, da perseguire attraverso il rispetto dei diritti umani, la giustizia sociale e la promozione della dignità.
Un omaggio particolare al vescovo-poeta, simbolo di una “Chiesa del grembiule” povera, umile e attenta ai più fragili, è giunto anche dalle parole della consigliera regionale Marilena Rossi, presente all’evento. “La vita di Don Tonino – ha ricordato – è stata un’incarnazione di fede e dedizione, ma anche di lotta per la giustizia e sostegno della pace. Il suo insegnamento resta oggi più che mai attuale.” La consigliera ha inoltre espresso l’onore di aver portato il saluto istituzionale della Regione Abruzzo in occasione della cerimonia giunta alla sua seconda edizione, che nei tre giorni dell’evento ha visto la premiazione di 17 tra personalità e associazioni distintesi per il loro impegno civile nel 2024. La stessa consigliera Rossi ha avuto personalmente l’onore di premiare alcuni degli ospiti, sottolineando con orgoglio l’importanza di riconoscere chi, ogni giorno, lavora per un mondo più giusto e pacifico.
Sotto i riflettori: Palestina, Ucraina e la responsabilità collettiva
Non si è evitato di affrontare le crisi più drammatiche del nostro tempo. I tragici sviluppi in Medio Oriente, in particolare nella Striscia di Gaza, sono stati al centro di un accorato appello rivolto al governo israeliano. Pur riconoscendo il dolore causato da atti terroristici, è stata ribadita la necessità urgente di interrompere le azioni militari che stanno provocando sofferenze indicibili tra i civili. Dall’evento è emerso un messaggio netto: il rispetto del diritto internazionale umanitario non è negoziabile.
Un forte sostegno è stato anche espresso alla visione di “due popoli, due stati”, come più volte auspicato da Papa Francesco, per superare una spirale di violenza che rischia di inghiottire intere generazioni.
Testimonianze che scuotono le coscienze
Tra gli ospiti più applauditi, la presenza di un pacifista israeliano, noto per la sua opposizione alla guerra permanente e per le sue denunce pubbliche sulle violazioni dei diritti umani a Gaza. Il suo intervento ha rappresentato un momento di grande impatto emotivo, capace di restituire umanità anche laddove il conflitto sembra aver cancellato ogni speranza.
Dalla riflessione all’azione
“Per la pace, fatti in quattro pure tu”, diceva Don Tonino. E l’invito è stato accolto con calore dai presenti. Il messaggio finale dell’incontro è stato chiaro: la pace non si delega. Si costruisce insieme, con gesti di perdono, inclusione, ascolto. La serata si è conclusa con un abbraccio simbolico, rivolto a tutti gli attivisti, mediatori e costruttori di pace presenti, in segno di riconoscenza per l’impegno quotidiano che portano avanti, spesso in silenzio.
A Tortoreto, per una notte, la pace non è stata solo un’idea. È diventata realtà vissuta, raccontata, desiderata. E, forse, un po’ più vicina.