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Arte & Cultura

Custodi dell’Immortalità – Il nuovo libro di Piero Ragone

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Tempo di lettura: 3 minuti

L’impronta eterna dei nostri Creatori nei codici segreti dei suoi antichi Guardiani

ImageProxy (1)Roma, 4 novembre – Dalla Torre del Tempo in Egitto alle Porte del Cielo, la riscoperta della Via degli Immortali nelle opere e nei codici dei suoi Custodi, Guardiani di un segreto senza età. Custodi dell’Immortalità, una straordinaria avventura nell’ignoto, il primo, indispensabile tassello per comprendere il percorso di ricerca inaugurato dall’autore con Il Segreto delle Ere. Non tutti gli studiosi credono che le Piramidi di Giza siano edifici funebri; secondo Robert Bauval, sono parte di un progetto unitario che riproduce sulla Terra la Cintura di Orione; secondo l’italiano Mario Pincherle, Cheope cela al suo interno lo Zed, un pilastro di granito alto 60 metri. Tali ipotesi, mai prese in considerazione dagli Egittologi, troveranno in questo libro una conferma straordinaria. Perché le tre piramidi riprodurrebbero la Cintura di Orione? Perché i tre sarcofagi sono collocati a differenti altezze? E la costellazione di Orione riproduce davvero una figura maschile? Sono solo alcune delle domande a cui risponde Custodi dell’Immortalità, un appassionante viaggio tra i misteri dell’Antichità che, unendo archeologia, astronomia, filologia, mitologia e simbolismo esoterico, rivela l’autentico scopo delle tre piramidi di Giza: garantire l’immortalità all’anima del sovrano. Il sospetto che la Piana di Giza celasse dell’altro è vivo ormai da decenni; mancava la prova definitiva di cosa avvenisse realmente nei recessi dei suoi ambienti segreti. Nel 1603, il tedesco Johann Bayer, uno dei padri della scienza astronomica moderna, inventò il codice di catalogazione delle stelle, noto come Nomenclatura di Bayer, che è tutt’oggi utilizzato dall’astronomia mondiale. Eppure, nel comporre l’Uranometria, il suo Atlante stellare, commise errori di classificazione troppo evidenti per essere considerati casuali: nel designare le tre stelle della Cintura di Orione, scelse erroneamente le tre lettere greche Z.E.D. Zed, il nome della gigantesca torre di granito che, secondo Pincherle, è custodita nella Piramide di Cheope, una traccia impercettibile ma inconfutabile che conferma il nesso esoterico e spirituale le tre piramidi egizie e la celebre Cintura. Dunque, Bayer sapeva. Giza-Orione è il primo punto di ancoraggio visibile di uno straordinario, occulto disegno con il quale si intendeva riproporre il Cielo sulla Terra; ma qual era lo scopo del maestoso progetto? L’esatta etimologia di Piramide e di Medjedu, nome egizio di Cheope, rivela che il significato di entrambi è “dimora del membro maschile”; lo Zed è quindi l’organo riproduttivo di un’entità maschile (Osiride) e il suo scopo era condurre l’anima del faraone nel grembo della costellazione di Orione, le splendide nebulose che dominano la regione sottostante la Cintura; come potrebbe una costellazione sinora identificata con un personaggio di sesso maschile possedere un grembo atto alla procreazione? Scopriremo che le tre piramidi, lungi dall’essere semplici tombe, costituiscono tre livelli differenti di un percorso ascendente dalle Tenebre alla Luce e che consente il passaggio dalla morte alla rinascita e dalla Terra al Cielo, per ricondurre le anime nella loro dimora stellare, come si evince dall’osservazione dell’altezza crescente delle tre camere che contengono i sarcofagi, da Micerino a Cheope. E non è tutto. La complessa cerimonia che si svolgeva nelle sue Camere e negli intricati ambienti sotterranei che attraversano l’intera Piana era scandita da due importanti fenomeni astrali: la congiunzione Sirio – Saturno, che sanciva l’inizio del rito e richiedeva un sacrificio umano quello del faraone (antica reminiscenza della morte di Osiride per mano di suo fratello Seth); e la levata eliaca di Sirio, che concludeva il cerimoniale e che suggellava la rinascita in Cielo del re defunto nelle sembianze di una stella e l’incoronazione del nuovo Horus sulla Terra. Qualcuno, nei secoli, è sempre stato a conoscenza di questo segreto e ne ha nascosto le prove nei luoghi più insospettabili: atlanti stellari, monumenti, dipinti. Ora, per la per la prima volta, Custodi dell’Immortalità svela e commenta questi messaggi e ricostruisce dettagliatamente i passaggi della Cerimonia della Rinascita. Conosceremo la vera identità della costellazione di Orione, fino ad oggi erroneamente identificata con un personaggio di sesso maschile; vi mostreremo il vero aspetto della Sfinge; indagheremo sul progetto della duplice Guardiana e riscopriremo i segreti di uomini che, per millenni, hanno coltivato un sogno senza tempo. Antichi codici, mappe stellari, misteriosi rituali magici, l’impronta eterna dei nostri Creatori e l’ombra tangibile della Massoneria Universale rivelano l’esistenza di una conoscenza nascosta che, dall’alba dei tempi, è stata tramandata attraverso le monumentali vestigia del passato e criptata nelle opere di grandi iniziati come Bayer, Newton, Poussin.

PIERO RAGONE è un ricercatore storico-scientifico, laureato in filosofia ed esperto di esoterismo, occultismo e angelologia. Nel 2011 è stato relatore all’”International XCongress” con A. Forgione, R. Bauval e A. Collins. Nel 2013 ha pubblicato Il Segreto delle Ere con la Macro Edizioni. Nel 2014 ha partecipato ai convegni “Il Nuovo Orizzonte”, Firenze, con A. Gilbert e R. Schoch; “Segreti nel Cielo, Eresie sulla Terra”, Padova, con R. Bauval, S. Zicari e M. Biglino; “Segni Celesti”, Roma, con A. Gilbert. Ha inoltre firmato la prefazione del saggio Vibrare Altrove, di C. Dorofatti, e de La Pietra degli Alchimisti, di F. Giacovazzo. Collabora con la rivista “Fenix” di A. Forgione.

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