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Costa Concordia, il PM chiede 26 anni per Schettino

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“Dio abbia pietà di Schettino, perché noi non possiamo averla” si conclude così la requisitoria condotta dai tre PM, Stefano Pizza,  Alessandro Leopizzi e Maria Navarro che chiedono anche la custodia cautelare in carcere per Francesco Schettino

naufragio-150126122304Roma, 26 gennaio – La Procura di Grosseto chiede 26 anni e tre mesi di reclusione per il comandante Francesco Schettino nel processo sul naufragio della Costa Concordia del 13 gennaio  2012, avvenuto davanti l’isola del Giglio. E’ stato il pm Navarro che, concludendo la requisitoria, ha formulato la richiesta dei 26 anni per i reati di omicidio e lesioni colposi (reato più grave la morte della bambina Dayana Arlotti, 14 anni), di naufragio colposo (9 anni), abbandono di incapaci e della nave (delitti dolosi), 3 anni. La richiesta di tre mesi di arresto è invece relativa alle contravvenzioni di omesse e false dichiarazioni all’autorità marittima. La Navarro specificando che l’imputato anziché tenere un basso profilo, dal momento che era sotto processo per reati gravissimi,  “ha perfino rilasciato generose interviste dando la sua versione non corretta dei fatti” , ha aggiunto “Schettino ha perfino cercato di tenere una lezione sulla gestione del panico all’università La Sapienza”. Durante la sua parte di requisitoria il pm Leopizzi ha usato toni durissimi descrivendo Schettino come ‘una persona abituata alla menzogna’, che nell’emergenza è apparsa ‘come un pugile suonato’. “Tutti i 32 morti – ha detto il magistrato – sono morti a causa della gestione vigliacca dell’emergenza, non per la collisione”. “Dio abbia pietà di Schettino, perché noi non possiamo averla” è stata la frase finale del pm Pizza al termine della sua parte di requisitoria, durante la quale ha specificato che il comandante aveva “il dovere di abbandonare per ultimo la nave, che non è solo un obbligo dettato dall’antica arte marinaresca, ma è un dovere giuridico che ha la sua fondatezza nel ridurre al minimo i danni alle persone”. Nel suo intervento il pm Pizza ha attribuito a Schettino l’aggravante della ‘colpa cosciente’usando  definizioni tra le più pesanti in dottrina giuridica di ‘abile idiota’ e ‘incauto ottimista’. ‘Qualità’ che “convivono benissimo in Schettino, – ha detto con forza Pizza, – quasi fosse bicefalo, tanto che per lui possiamo coniare il profilo dell’incauto idiota, che si sente bravo e invece provoca una situazione di pericolo e un danno” in una sopravvalutazione delle proprie capacità. Chiesto anche l’arresto immediato per il pericolo di fuga all’estero. In aula presenti anche il pg di Firenze Tindari Baglione, e il procuratore di Grosseto, da pochi giorni in pensione,  Francesco Verusio.

 

 

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