Italia
Correre ai confini, sospesa l’impresa sportiva di Luca Naso
L’astrofisico ed atleta Luca Naso decide di sospendere in Abruzzo l’impresa Correre ai Confini, il viaggio di 365 giorni in giro per l’Italia, nel rispetto delle nuove disposizioni ministeriali di emergenza da coronavirus. Un sogno di condivisione, fatto di tenacia e con il sostegno di associazioni sportive, amministrazioni comunali e cittadini.
Un sogno audace, un progetto e prima di tutto un’esperienza umana di condivisione quella di Correre ai confini (di cui abbiamo parlato https://thedailycases.com/limpresa-dellastrofisico-siciliano-luca-naso-correre-ai-confini-percorrere-tutta-litalia-in-365-giorni/) creata dall’astrofisico ed atleta Luca Naso, che doveva condurlo in 365 giorni a percorrere lo Stivale, ma l’emergenza coronavirus e le nuove disposizioni ministeriali ne hanno comportato la sospensione. Una notizia annunciata ieri dallo stesso Naso, visibilmente commosso, con un video su Instagram: «Credo che le restrizioni imposte- dice Luca- rendano impossibile continuare a seguire gli obiettivi, le idee ed i valori di Correre ai confini. Non voglio proseguire e macinare chilometri da solo, perché l’impresa si fonda sulla condivisione. Ho deciso di stravolgere ogni aspetto della mia vita per realizzare questo sogno insieme agli altri. Mi dispiace di non riuscire a completare l’intero percorso, ma sono contento che tutti e 70 i giorni di Correre ai confini sono stati vissuti intensamente, con gioia e generosità dalle tante persone che si sono lasciate contagiare dalla positività di questo progetto».
Una decisione difficile, ma responsabile dimostrata anche con l’isolamento volontario al suo rientro in Sicilia. Partito l’1 gennaio da Catania, la forza e la tenacia del runner lo hanno condotto tra infortuni ed acquisizione di una piena consapevolezza di sé in Calabria, Basilicata, Puglia, Molise fino in Abruzzo. Durante il suo cammino, a fare la differenza, dunque, sono state le associazioni sportive, amministrazioni comunali ed i cittadini che, con la loro generosità, hanno contribuito a rendere possibile il sogno del runner. «Sono stato- dice Luca- in posti diversi ed ho incontrato persone diverse, ma non mi sono mai sentito fuori posto. Anzi, mi sono sempre sentito a casa, perché le persone che ho incontrato hanno fatto loro questo sogno. É stato uno scambio reciproco di emozioni, sentimenti e valori. Persino in questi giorni molto difficili, tante persone hanno confermato la loro intenzione di partecipare al progetto. Correre ai confini non era un’idea folle, era un’idea audace. Folle sarebbe stato non interrompere adesso».