Connect with us

Attualità

Centinaia di migranti centroamericani hanno raggiunto la frontiera USA dopo aver percorso migliaia di chilometri a piedi

Published

on

Tempo di lettura: 2 minuti

Ma dall’altra parte del confine ci sono  schierati novemila soldati americani pronti a respingerli. Per il presidente USA Trump i migranti sono “criminali e terroristi del medio oriente”.

di Vito Nicola Lacerenza

Giovedì scorso 400 migranti centroamericani, per lo più provenienti da El Salvador e Honduras, hanno raggiunto il confine tra Messico e Stati Uniti, dopo aver percorso a piedi oltre 4.000 chilometri. Il gruppo di richiedenti asilo è composto sopratutto da famiglie con bambini, che vogliono fuggire dalla miseria e dalla violenza dei loro Paesi entrando negli USA. Ma le loro speranze si sono infrante contro le barriere di acciaio e filo spinato erette dai 9.000 soldati dispiegati dal presidente americano Donald Trump, il quale, viste le immagini degli immigrati in marcia, ha affermato: «Sono criminali, membri di gang. Tra loro ci sono anche terroristi islamici del medio oriente». Al riguardo però non esiste alcuna prova, ma per Trump quanto sta avvenendo alla frontiera sud degli USA è “un’invasione organizzata dai democratici”. Il flusso di migranti ha avuto inizio dalla capitale dell’Honduras, San Pedro Sula, diverse settimane fa, quando migliaia di cittadini onduregni hanno deciso di lasciare il Paese a piedi. Passata la frontiera col Guatemala,si sono uniti a loro altre migliaia di disperati, salvadoregni e guatemaltechi raggiungendo il numero di circa 5.000.

Tutti insieme hanno raggiunto il Messico ma, strada facendo, molti di loro hanno messo da parte il “sogno americano” decidendo di ritornare a casa con autobus inviati dai loro Paesi di origine. Anziani, donne e bambini non hanno resistito alla marcia estenuante verso gli USA ed hanno scelto di interrompere il viaggio a Città del Messico, dove hanno ricevuto acqua e cibo. A breve saranno rimpatriati, mentre incerta è la sorte dei 400 che ora si trovano nella città di frontiera messicana di Tijuana, a pochi chilometri dallo stato americano della California. Sono accampati lungo il confine in attesa che il governo USA conceda loro asilo politico, diritto che Trump al momento non è disposto a riconoscere agli immigrati clandestini. Nel frattempo i collegamenti stradali tra Tijuana e la California sono stati chiusi per permettere ai marines di innalzare ulteriori barriere per bloccare i migranti. L’ostilità del governo americano  nei confronti dei richiedenti asilo è palese, ma loro non si abbattono. «Trump può alzare tutti i muri che vuole- ha detto un richiedente asilo onduregno accampato presso la frontiera USA- può inviare anche gli aerei da guerra ma, se Dio lo vorrà, noi entreremo».

Print Friendly, PDF & Email