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Cécile Kyenge a Mantova: lo status del migrante non è solo un problema di sicurezza

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Tempo di lettura: 2 minuti

Maka e Ministro Kyenge KashetuStanding  ovation per il ministro. Testimonial dell’incontro Lilian Thuram e Fred Kiwornu.

di  Geneviève Makaping

Mantova, 9 settembre – Dieci  minuti di applausi per Cécile Kyenge Kashetu, ministro per l’Integrazione. E’ accaduto ieri nel Salone Mategnesco presso la Fondazione Università di Mantova. Un’accoglienza densa e calorosa per la ministra “colorata d’Italia”, nel corso di un incontro dal titolo “Cittadinanza umana e italianità” organizzato da  ‘Articolo 3 Osservatorio sulle discriminazioni’. Due i testimonial dell’evento: Lilian Thuram, già calciatore di Parma, Juventus e Barcellona, campione del mondo e presidente della Fondazione per l’Educazione contro il razzismo nonché autore del libro “Le mie stelle nere” per Add Editore; Fred Kiwornu, regista e autore del pluripremiato lungometraggio “18 Ius Soli”. “Io non ho imposto nessun modello di cittadinanza ma certo è che ‘Ius Soli’ sono due parole che stanno portando un intero paese alla presa di coscienza rispetto ai suoi cittadini ‘altri’ “. Lo ha detto tra gli applausi Kyenge sottolineando che “nel momento della crisi la condivisione è fondamentale”. Insomma una sorta di appello all’ascolto prima e alla solidarietà poi. ‘Lo status del migrante non può essere visto solo come un problema di sicurezza’  è stata l’opinione condivisa. Il riconoscimento dei diritti civili discende dalla qualità  di essere umano del soggetto che li invoca, non dalla sua appartenenza ad una comunità politica piuttosto che ad un’altra, ecco perché la scelta di un titolo tanto efficace quanto esaustivo: “Cittadinanza umana”.kyenge Una legge sulla cittadinanza può risolvere il problema della appartenenza di un individuo ad una comunità politica e sociale, perché ognuno  possa poi concorrere alla determinazione della vita di quest’ultima. L’attuale legge italiana sulla cittadinanza si basa quasi esclusivamente sullo ‘Ius sanguinis’. Non si possono ignorare le inevitabili conseguenze e guasti che questo binomio , che letteralmente si traduce ‘discendenza per via del sangue’,  hanno causato. La storia ce lo insegna. Non si può pensare ad una Italia degli anni a venire come suddivisa in un mucchio di etnie, solo perché la legge non è stata in grado di riconoscere i suoi cittadini. Una Italia riconoscibile solo per il colore della pelle dei suoi cittadini (peraltro insignificante) sarebbe una nazione dal pensiero anacronistico e razzista.

Hanno portato la loro testimonianza Cecilia Strada, presidente Emergency, ‘Il giardino dei viandanti’, ‘L’Italia sono anch’io’.
Tra gli altri, hanno portato il loro saluto Carla Cincarilli, prefetto di Mantova, il sindaco della città dei Gonzaga, Nicola Sodano e Alessandro Pastacci, presidente della Provincia.
Poi al pomeriggio, accompagnata da alcuni rifugiati, che hanno suonato dei tamburi in suo onore, Kyenge Kashetu ha inaugurato la nuova sede del ‘Articolo 3’ in via G. Facciotto numero 5.

Fonte:  Makaping blog  http://makaping.blogspot.it/2013/09/mantova-standing-ovation-per-la.html

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