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In Calabria mandrie di “vacche sacre” della‘ndrangheta pascolano indisturbate nei centri abitati

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Le “vacche sacre” della‘ndrangheta pascolano indisturbate nei centri abitati creando problemi al traffico. Ma nessuno le tocca per paura di ripercussioni dei proprietari.

 

di Vito Nicola Lacerenza

 

Nel comune calabrese di Cittanova, in provincio di Reggio Calabria, mandrie di mucche vengono lasciate libere di pascolare ovunque, fino a spingersi dentro i centri abitati, creando seri problemi e pericoli, ma nessuno si premura di intervenire o semplicemente allontanarle temendo ritorsioni dei proprietari, personaggi appartenenti alla ‘ndrangheta. Il fatto che l’ingombrante presenza dei bovini sia causa di incidenti automobilistici, di deragliamenti di treni o della distruzione di interi raccolti, non basta a far intervenire le autorità locali per accompagnare gli animali nelle  aree loro assegnate. Le vacche sono “intoccabili”, “sacre”, come quelle che gironzolano tranquillamente per le città e per i villaggi indiani, senza che nessuno osi toccarle o maltrattarle, perché ritenute “sacre”. In Calabria però le vacche non hanno nulla a che vedere con la religione Indù, ma sono “sacre” e “intoccabili” perché di proprietà di elementi legati alla ‘ndrangheta. Nel 2005 il medico Fortunato La Rosa è stato ucciso in un agguato per aver denunciato la presenza degli animali nei suoi terreni.

“Intralciare il cammino dei bovini” equivale a mettere in discussione il potere dei boss mafiosi che li posseggono. Ecco perché la maggior parte della gente sceglie di sopportare il disagio in silenzio e di non rivolgersi alle istituzioni, che in quasi cinquant’anni non sono riuscite a risolvere il problema. È dal 1971 che le “vacche sacre” pascolano indisturbate, in ogni zona della Calabria: da quando, al temine di una faida tra due famiglie appartenenti a ‘ndrine diverse, i Raso e i  Facchineri, i grossi ruminanti si sono ritrovati senza alcun custode e liberi di girovagare liberamente ovunque. Da allora sono iniziati i pascoli “liberi e incontrollati” di questi ruminanti, che nessuno osa spostare dal luogo dove pascolano per timore di sicure rappresaglie. Nonostante il susseguirsi di appelli dei cittadini calabresi alle autorità, nessun provvedimento finora è stato preso per eliminare questa forma di “pascolo libero”.

 

 

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