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Con Brexit possibile ritorno dei posti di blocco al confine tra Irlanda e Irlanda del Nord

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È trascorso più di un anno dal referendum sulla Brexit, che ha deciso l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.

di Vito Nicola Lacerenza

 

È trascorso più di un anno dal referendum sulla Brexit, che ha deciso l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea. Si è parlato, subito dopo il voto, della penale astronomica che il governo britannico avrebbe dovuto versare all’UE per la separazione: una cifra che oscilla tra i 65 e i 100 miliardi di euro. Una questione spinosa, a cui, qualche mese fa, se n’è aggiunta un’altra, non meno rilevante, che ha reso le trattative tra le due parti ancora più complicate di quanto già non fossero: il riposizionamento dei posti di blocco lungo la linea di confine tra l’ Irlanda del Nord(una nazione  del Regno Unito) e la Repubblica d’Irlanda(uno Stato membro dell’Unione Europea). Veri e propri varchi di frontiera, aboliti nel 1998 dopo il good Friday agreement (“l’accordo de buon Venerdì”). Dopo questo trattato, i due Paesi hanno sviluppato una strettissima relazione economica, che riguarda 140 differenti settori: dalla protezione ambientale, alla vendita di energia elettrica.

La linea di confine che separa “le due Irlanda” è praticamente invisibile, anche perché, grazie all’accorso “common travel area” c’è la libera circolazione di cose e di persone (sono circa 30mila i cittadini che ogni giorno attraversano il confine ndr). Con l’uscita del Regno Unito dall’UE, il confine tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord è da considerare “esterno”, con l’inevitabile presenza di posti di blocco e cessazione della libera circolazione. Secondo il regolamento dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), dopo la Brexit, il Regno Unito non può più mantenesse la frontiera “aperta” con la Repubblica d’Irlanda, che fa parte dell’UE, e, di conseguenza, sarebbe costretto a tenere aperte le frontiere con tutte le altre nazioni. Il parlamento europeo è stato categorico sulla questione: è impossibile uscire dal mercato unico europeo(che consente la libera circolazione di persone, servizi, merci e capitali all’interno dell’UE) e, allo stesso tempo, mantenere la frontiera con la Repubblica d’Irlanda aperta, consentendo, così, che il Regno Unito continui a usufruire dell’accesso al mercato unico, pur non facendo più parte dell’Unione Europea. Date le attuali condizioni, il ritorno dei “customs point”, i varchi di frontiera lungo il confine che separa le “due Irlanda”, sembra inevitabile.

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