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Arte & Cultura

“Immagine di Potere”. Arriva a Roma “Immagine di Potere”

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Tempo di lettura: 3 minuti

Prima retrospettiva in Italia dell’opera  di Olivier Roller 

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Roma, 31 Maggio – Claudia Schiffer e Giulio Cesare, Jeanne Moreau e Luigi XIV, l’imperatore Augusto e l’alto ufficiale delle forze armate francesi Jean Bernard. Tutti nello stesso spazio e nello stesso momento. È “Immagine di Potere”, la prima retrospettiva in Italia di Olivier Roller, a cura di Guillaume Maitre e Paulo Pérez Mouriz e presentata nell’ambito de “La Francia in scena”, la stagione artistica dell’Institut français realizzata su iniziativa dell’Ambasciata di Francia in Italia, con il sostegno della Fondazione Nuovi Mecenati – fondazione franco-italiana per la creazione contemporanea. Dal 16 giugno al 17 luglio a Roma, il Museo Nazionale Romano in Palazzo Altempsospita 18 opere del fotografo francese esperto di ritrattistica contemporanea che si appresta a entrare nell’olimpo dei grandi protagonisti della fotografia mondiale (è recentissima l’acquisizione di ben 17 opere di Roller da parte della Maison Européenne de la Photographie!) Una panoramica che sintetizza i 2 grandi filoni di ricerca di Roller: da un lato i ritratti dei potenti del mondo di oggi, protagonisti della politica, dei media e della finanza internazionale; dall’altro, la ricerca sulla scultura classica che si traduce in ritratti di statue romane.  Una ricerca nata da una commissione del Louvre di Parigi e proseguita attraverso le collezioni di alcuni fra i più importanti musei al mondo come il British Museum, il Museo Archeologico di Siviglia e quello di Napoli, lo Chateau de Versailles, i Musei Capitolini e, adesso, anche il Museo Nazionale Romano. Immagine di immagine. Vertiginosa mise en abyme che rapisce lo spettatore per trascinarlo nei meandri del Potere. “Immagine di Potere” presenta un progetto espositivo site specific che mette dunque in relazione la fotografia contemporanea e l’arte classica, stabilendo un dialogo fra gli scatti di Roller e le sculture di divinità e imperatori romani della collezione di Palazzo Altemps. Un dialogo che ha esiti sempre diversi: a volte produce cortocircuiti di senso – come nel caso della fotografia del volto della statua di Augusto, simbolo di pace, esposta di fronte alla statua di Ares, dio della guerra; altre, riverberi infiniti, quando il primo piano del busto di Plutone, ad esempio, diventa specchio contemporaneo dello stesso busto posizionato di fronte. Realismo estremo e radicalità dello sguardo sono tratti distintivi della poetica di Roller. Ma è soprattutto la luce il segno attraverso il quale l’artista francese fa esplodere tutte le sfumature del potere umano: la maestosità e la sua capacità di sedurre ma anche l’evanescenza e la caducità. “Non cerco una luce che illumini ma che vesta, come se uscisse dalla pelle della persona piuttosto che posarsi su di lei” dice Roller. Volti che fluttuano in un tempo che non è più lineare ma circolare, una dimensione in cui forza e autorità si trasformano in un attimo in decadenza e rovina. Ad emergere però, è sempre il lato umano del personaggio ritratto perché è nella dimensione intima che si può comprendere e osservare la reale natura del potere. In un’epoca segnata dall’egemonia culturale del “selfie” – pratica “socialmediatica” che decreta la morte definitiva dello sguardo moderno – ristabilire al centro dell’attenzione il concetto di ritratto è un atto di resistenza culturale.

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Olivier Roller

Olivier Roller (Francia, 1971) vive e lavora a Parigi. Invitato dal Louvre a fotografare le sculture più prestigiose della Roma antica, ha creato un modo nuovo e dal taglio decisamente contemporaneo di rivelarne l’importanza. La sua ricerca ha fatto sì che gli si aprissero le porte dei più importanti musei del mondo quali il Musée du Louvre, i Musei Capitolini – Centrale Montemartini, il Museo Archeologico di Napoli, il Museo Arquelógico de Sevilla ed ora il Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps. Divenuto ben presto uno dei fotografi più apprezzati del sofisticato contesto parigino, le sue opere arricchiscono svariate collezioni private e fanno parte delle collezioni permanenti del Museo d’Arte Contemporanea della Ville de Lyon e della Maison Européenne de la Photographie.

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