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Arte & Cultura

Appello appassionato alla fratellanza universale del Direttore d’orchestra Pappano

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Un appello appassionato alla fratellanza universale del Direttore Pappano: la”IX SINFONIA” di Ludwig Van Beethoven, con l’Orchestra e il Coro dell’Accademia di “Santa Cecilia”. Incanti musicali presso il Cortile della Reggia di Caserta.

di Marina d’Angerio di Sant’Adjutore

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Il Direttore Sir Antonio Pappano, (Epping, 30 dicembre 1959) direttore d’orchestra britannico naturalizzato italiano, ha mirabilmente ha illuminato di bellezza la Reggia di Caserta con un appello musicale appassionato sublimato dalle note della “Sinfonia n.9” in re minore, op.125, di Ludwig Van Beethoven (la cui prima assoluta avvenne venerdì 7 maggio 1824 al Theater am Kärntnertor di Vienna, con il contralto Caroline Unger ed il tenore Anton Haizinger) e dal suggestivo testo di Schiller: “L’inno alla gioia” (An die Freude), testo della parte corale del quarto e ultimo movimento della “Nona Sinfonia”, eseguita dall’ Orchestra e Coro dell’Accademia di “Santa Cecilia”, nel Cortile della Reggia Vanvitelliana di Caserta. In questi tempi abbiamo veramente bisogno di riscoprire che la musica è un altissimo messaggio di pace e di fratellanza tra tutti i popoli. La “XI Sinfonia” rappresenta un momento culminante nell’arte di Beethoven e trionfalmente ha saputo inviare alle corde di tutti i cuori, in una notte d’estate piena di stelle, un forte messaggio di pace e di fratellanza tra i popoli, non solo in un contesto europeo ma universale .Con grande pathos l’ode schilleriana descrive l’ideale tipicamente romantico di una società di uomini egualmente legati tra loro da vincoli di gioia e amicizia universale, un vero e proprio “ritorno” alla dimensione divina dell’essere umano, idealizzata già nell’Antica Grecia . Bisogna riscoprire un umanesimo, mirante alla riconquista della integrità dell’uomo che deve riscoprire i veri ideali («Ideale è ciò che è Natura» diceva Hölderlin) in cui l’uomo, in pieno accordo con la società, potrà attuare quell’ armonia degli spiriti che, per il poeta di ‘Hyperion’, avrebbe segnato l’inizio “di una nuova storia del mondo”, di un rinnovamento della umanità». I primi tre tempi sono esclusivamente sinfonici, nel quarto e ultimo movimento si colloca l’ “Inno alla gioia” di Friedrich Schiller. La sinfonia è divisa in quattro movimenti. Beethoven modificò la tipica struttura della sinfonia classica inserendo per la prima volta uno scherzo prima del movimento lento. La sinfonia è divisa in quattro movimenti. Nel primo movimento: ‘Allegro ma non troppo, un poco maestoso’, la tempestosa drammaticità, involontariamente, è stata esaltata anche dai fondali del Nabucco già sistemati per la prossima rappresentazione.L’incipit della sinfonia è celebre per la quinta vuota ‘la-mi’ priva della modale, che dà un senso di vuoto e d’ indefinito. Nella notte da un limbo musicale emerge, poi, un tema potente e chiaro che dominerà l’intero movimento.Nella fine della parte di ricapitolazione torna ad un “fortissimo” in Si bemolle maggiore, invece che al Re minore di apertura, la tonalità del movimento. La coda utilizza un ‘passus duriusculus’. Nel Secondo movimento emerge l’irruente vitalità dello Scherzo: ‘Molto vivace – Presto’. Anch’esso in Re minore, con il tema di apertura somigliante a quello del primo movimento. Seppur aderente alla forma ternaria di un movimento di danza (scherzo-trio-scherzo, o minuetto-trio-minuetto), il movimento ha al suo interno una sonata completa. All’interno di essa, la prima parte dell’esposizione comincia con una fuga. La sezione di trio contrastante è in Re maggiore e in tempo doppio. È nel trio che suona il trombone. Nel Terzo movimento: ‘Adagio molto e cantabile – Tempo Primo – Andante Moderato – Adagio – Lo Stesso Tempo’. Il tempo lento al terzo movimento smorza i toni dopo i suoni impetuosi precedenti, preparando quindi per lo slancio del finale. Il movimento in Si bemolle maggiore,lento e lirico, è in una forma variata sciolta, dove ogni coppia di variazioni elabora progressivamente il ritmo e la melodia. La prima variazione, come il tema, è in 4/4, la seconda in 12/8. Le variazioni sono separate da passaggi in 3/4, il primo in re maggiore, il secondo in sol maggiore. La variazione finale è interrotta due volte da episodi in cui forti fanfare eseguite da tutta l’orchestra sono corrisposte da ottave suonate dai soli primi violini. Un importante corno solista è assegnato al quarto suonatore. I tromboni sono in tacet durante tutto il movimento. Dopo il caldo lirismo dell’adagio ecco il ‘Quarto movimento’: “Presto triste molto assai (Alla marcia); Andante maestoso; Allegro energico, sempre ben marcato”. Nell’ultimo movimento della “Nona Sinfonia”, inaspettatamente, violoncelli e contrabbassi, con un recitativo ‘plasticamente’ parlante, sembrano domandare qualcosa. La dilatatissima orchestra risponde riproponendo gli ‘incipit’ dei tre movimenti precedenti, uno dopo l’altro; ogni volta interrotta con pazienza maggiore o minore, da violoncelli e contrabbassi che esigono una risposta diversa. Nel finale viene proposta dall’orchestra una melodia di carattere popolareggiante con fare timido e lieve. Violoncelli e contrabbassi sembrano allora fremere. Finalmente – fenomeno inaudito nella musica sinfonica- entra la voce umana con l’ “Ode alla gioia” su testo di Schiller .Il famoso finale corale è la rappresentazione musicale beethoveniana della fratellanza universale. Il pianista e autore musicale americano Charles Rosen lo ha definito come una “sinfonia all’interno della sinfonia”, suonata senza interruzione. Intona il baritono Thomas Tatzl , seguito a gran voce dal coro, guidato dal Maestro Ciro Visco, e dagli altri solisti : il soprano Rachel Willis-Sorensen, il mezzo soprano Adriana Di Paola e il tenore Brenden Gunnell. Questa è la giusta risposta che si aspettava con alquanta trepidazione!La gioia! E così dice, in questi giorni,anche il Papa Francesco : “La gioia che lascia nel tuo cuore un atteggiamento di misericordia!” Il presidente Vincenzo De Luca ha esordito, questa sera, rendendo un pensiero alle vittime del terrorismo, dopo i saluti ed i ringraziamenti verso il caloroso pubblico e con gratitudine verso il sovrintendente della Reggia Mauro Felicori, la società Scabec e verso tutte le istituzioni musicali partecipanti. Il pubblico, da ‘sold out’, appassionatamente e coralmente risponde con un lunghissimo e caloroso applauso. Viva la pace! Dobbiamo tutti insieme far sì che le nostre mani siano segno di conciliazione con tutta l’intera umanità! Rispondete tutti: Viva LA PACE! “Abbracciatevi, moltitudini!

Questo bacio vada al mondo intero!

Fratelli, sopra il cielo stellato

deve abitare un padre affettuoso.”

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