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Diritti umani

A Crotone ‘Libere Donne’ dona la mascherina ecologica alle famiglie in bisogno.

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Intervista a Caterina Villirillo presidente dell’associazione Libere Donne che in lockdown ha affiancato la popolazione più fragile: ‘ci sono famiglie che non possono sostenere il costo della mascherina ma devono rispettarne l’obbligo’

di Benedetta Parretta

Un impegno capillare quello dell’associazione di Crotone ‘Libere donne’, presieduta da Caterina Villirillo, che in periodo di lockdown ha messo in campo tante risorse umane per aiutare le famiglie in difficoltà con raccolta di alimenti e consigli pratici, oltre alla missione di ascolto che da sempre caratterizza il lavoro di questa associazione molto presente sul territorio.

Come nasce l’idea di fare le mascherine in stoffa?

Questa idea nasce dal buon riscontro che i commercianti hanno dato, dopo l’iniziativa della “presina” per la festa della mamma, ci hanno regalato delle stoffe e ci siamo resi conto che ormai dobbiamo convivere con il pericolo di questo virus.

Una famiglia già in difficoltà non avrebbe potuto comprarle e cambiarle spesso, allora, avendo i laboratori delle donne vittime di violenza, ho deciso di far cucire alle volontarie le mascherine “gratis” per tutti coloro che ne hanno bisogno. Mascherine ecologiche che basta bollire ogni giorno e sono disinfettate. ’Libere Donne’ non si è fermata durante il lockdown, anzi ha lavorato di più. Non solo abbiamo continuato a dare sostegno psicologico, e non solo per le donne vittime di violenza, ma abbiamo dovuto interagire per lo stress della quarantena con tutti, giovani e anziani, gente depressa e con una situazione economica un po’ disastrata.

Che tipo di sostegno l’associazione Libere Donne ha dato in periodo di lockdown per emergenza coronavirus? Quali le attività a favore dei più fragili economicamente?

Molte le attività di affiancamento alle famiglie più bisognose dalla raccolta alimentare, la Spesa Sospesa presso i supermercati, per aiutare le famiglie che avevano una vera necessità, e cioè nulla da mangiare. Ma anche la raccolta di beni di prima necessità per i più piccoli, per i quali ci siamo inventate un baratto delle presine, fatte da noi, per la festa della mamma. Per non parlare della raccolta dei vestiti usati, consegnati alle famiglie che ne facevano richiesta. Abbiamo affiancato gente che è arrivata da territori lontani e distanti nella provincia di Crotone.

Abbiamo cercato di aiutare la gente nella compilazione della domandina per i buoni spesa, con molte difficoltà perché difficile la modulistica e la gente non aveva un computer e non sapeva mandare una mail. Abbiamo lavorato h24, stiamo aiutando la gente informandola anche sugli eventuali incassi di borse di studio cercando di facilitare tutto senza fare assembramento.

Tutto nasce per amore, per tendere la mano a tutti quei fratelli che il virus ha lasciato soli, ma noi non l’abbiamo fatto, abbiamo abbracciato tutti con il nostro operato sul territorio.

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