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Salute

Vaccini nelle scuole: Corte Costituzionale boccia ricorso del Veneto

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Zaia: prendiamo atto di questa sentenza della Consulta

 
La Corte Costituzionale ha bocciato il ricorso proposto dal Veneto sul provvedimento relativo all’obbligatorietà delle vaccinazioni dei bambini nelle scuole. La Regione aveva sollevata questioni di legittimità costituzionale sul decreto legge 73/2017, convertito nella legge 119/2017, in materia di vaccinazioni obbligatorie per i minori fino ai 16 anni di età. La Consulta ha dichiarato non fondate gli argomenti dei ricorsi  sottolineando che le scelte im questo campo spettano al legislatore nazionale. Secondo la Corte il passaggio a un sistema di obbligatorietà dei vaccini si giustifica alla luce del contesto attuale caratterizzato da un progressivo calo delle coperture vaccinali, che rende precaria una strategia basata sulla persuasione. E comunque “la mancata vaccinazione non comporta l’esclusione dalla scuola dell’obbligo dei minori, che saranno di norma inseriti in classi in cui gli altri alunni sono vaccinati”.  L’obiettivo della tutela della salute individuale e collettiva nel prevenire e limitare la diffusione di alcune malattie è fondamentale peraltro le vaccinazioni rese obbligatorie erano già previste e raccomandate nei piani nazionali di vaccinazione e finanziate dallo Stato nell’ambito dei Livelli essenziali di assistenza sanitaria (Lea). La legge di conversione ha modificato il decreto legge riducendo sensibilmente le sanzioni amministrative pecuniarie e prevedendo che, in ogni caso, debbano essere precedute dall’incontro tra le famiglie e le autorità sanitarie allo scopo di favorire un’adesione consapevole e informata al programma vaccinale.
“Prendiamo atto di questa sentenza della Consulta – afferma Luca Zaia, presidente della regione Veneto – che rispettiamo. Come governatore io ho fatto solo il mio dovere, perché ho difeso un modello che esisteva da dieci anni, fondato sulla libertà di scelta e sul dialogo con le famiglie. Ora si passa alla coercizione”. Zaia quindi aggiunge che la regione Veneto ha mai “avuto posizioni contro le vaccinazioni e anzi mi spiace che la difesa di questo modello, che condividiamo con 15 paesi europei, come la Gran Bretagna, e che è stato concordato e monitorato col ministero della Salute, sia stata presa come una posizione ‘no vax”. “Vorrei ricordare che in questi anni di investimenti e di lavoro ci siamo dotati di un’anagrafe vaccinale informatizzata e che il nostro sistema prevedeva che al di sotto di una certa soglia scattasse l’obbligatorieta’”, aggiunge Zaia, evidenziando come con questa sentenza si scriva “la parola fine su un modello su cui ci siamo spesi, anche culturalmente, con un dialogo con le famiglie, e si passa alla coercizione”. Zaia ha anche sottolineato come “ai cittadini bisogni dire la verita’: e’ passata l’idea che i ragazzi non vaccinati non andranno a scuola, ma se per quelli che hanno fra 0 e 6 anni e a marzo non saranno in regola pare che sara’ effettivamente cosi’, questo non e’ vero per quelli fra i 6 e i 16, che frequentano le scuole dell’obbligo. In base all’attuale legge il non vaccinato continuerà ad andare a scuola”.
Di diverso avviso la Regione Emilia-Romagna: “Da parte nostra – affermano il presidente della regione Stefano Bonaccini, e l’assessore alle Politiche per la salute, Sergio Venturi – non possiamo che esprimere soddisfazione, perché anche la sentenza della Corte Costituzionale ribadisce quanto la Regione Emilia-Romagna crede, e ha sempre creduto: la strada delle vaccinazioni obbligatorie, che per primi abbiamo imboccato, era e rimane quella giusta. Di fronte al calo consistente della copertura, noi ci siamo mossi subito – aggiungono Bonaccini e Venturi – e stiamo già vedendo i risultati, cioè l’aumento dei vaccinati. Abbiamo però sempre auspicato una misura nazionale, che non si è fatta attendere. Siamo di fronte a scelte estremamente importanti per la salute pubblica, proprio perché tutelano al tempo stesso l’individuo e la collettività. E che, dunque, spettano giustamente al legislatore nazionale”.
Fonte: regioni.it
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