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UNICEF: oltre 500 milioni di bambini vivono in aree con inondazioni, 160 milioni in aree ad alti livelli di siccità

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Direttore generale dell’UNICEF Anthony Lake:”I numeri sottolineano l’urgenza di agire ora”

UNI11608324 Novembre 2015 –Secondo un nuovo rapporto dell’UNICEF, pubblicato a pochi giorni dall’inizio della 21° Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP21), più di mezzo miliardo di bambini vive in aree con alta incidenza dI inondazioni e 160 milioni in zone ad altissimi livelli di siccità; i bambini sono così fortemente esposti agli impatti dei cambiamenti climatici. I bambini che vivono nelle zone a rischio di inondazione sono 530 milioni; di cui: oltre 300 milioni vivono in paesi in cui più della metà della popolazione in condizioni di povertà – con meno di $ 3,10 al giorno; oltre 270 milioni vivono in paesi con scarso accesso a servizi igienico-sanitari adeguati; quasi 100 milioni in paesi con scarso accesso all’acqua potabile; oltre 400 milioni in paesi con (in proporzione) alti tassi di mortalità per diarrea;10 milioni in paesi con alti tassi di mortalità per malaria. I bambini che abitano in aeree ad altissimo livello di siccità sono circa 160 milioni: di questi, oltre 50 milioni vivono nei paesi in cui più della metà della popolazione in condizioni di povertà; quasi 70 milioni in paesi con scarso accesso a servizi a servizi igienico-sanitari adeguati; quasi 60 milioni in paesi con scarso accesso all’acqua potabile.”I numeri sottolineano l’urgenza di agire ora”, ha detto il Direttore generale dell’UNICEF Anthony Lake. “I bambini di oggi sono i meno responsabili dei cambiamenti climatici, ma essi, e i loro figli, sono quelli che ne  vivranno maggiomente le conseguenze. E, come spesso accade, le comunità svantaggiate devono affrontare le  minaccie più gravi”. Il cambiamento climatico significa più siccità, inondazioni, ondate di caldo e altre condizioni meteorologiche avverse. Questi eventi possono causare  morte e devastazione, e possono anche contribuire a diffondere le principali cause di mortalità infantile, come la malnutrizione, la malaria e la diarrea.  La stragrande maggioranza dei bambini che abitano in aree a rischio estremamente elevato di inondazioni vivono in Asia; la maggior parte di coloro che risiedono nelle aree a rischio di siccità vivono in Africa. I leader mondiali che si riuniranno a Parigi per la COP21 – dal 30 novembre all’11 dicembre- cercheranno di raggiungere un accordo sulla riduzione delle emissioni di gas serra, per la maggior parte degli esperti fondamentale per limitare aumenti potenzialmente catastrofici della temperatura. “Sappiamo cosa deve essere fatto per evitare che il cambiamento climatico possa portare devastazione. Non  agire sarebbe irragionevole”, ha detto Lake. “Dobbiamo prendere le decisioni giuste al COP21 per i nostri figli – e per il pianeta”.

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