Diritti umani
UNICEF: oltre 250.000 bambini colpiti dal conflitto in Colombia dal 2013, nonostante i colloqui di pace
Roberto De Bernardi “Nessun bambino in Colombia oggi sa che cosa vuol dire vivere in un paese in pace. E’ il momento di voltare pagina”.
21 marzo 2016 – Secondo un nuovo Rapporto dell’UNICEF, più di 250.000 bambini sono stati colpiti dal conflitto in Colombia dal 2013, quando sono iniziati i colloqui di pace tra il governo e il principale gruppo di opposizione armata del paese (FARC-EP). Si stima che circa 1.000 bambini siano stati utilizzati o reclutati da gruppi armati non statali durante lo stesso periodo. “Mentre i negoziati di pace per porre fine a mezzo secolo di guerra in Colombia proseguono, è indispensabile che gli interessi dei bambini e la loro protezione siano una priorità “, ha detto Roberto De Bernardi, rappresentante UNICEF in Colombia. “Nessun bambino in Colombia oggi sa che cosa vuol dire vivere in un paese in pace. E’ il momento di voltare pagina”. Il rapporto “Infanzia in tempo di guerra: i bambini della Colombia conosceranno finalmente la pace?”, sottolinea che i colloqui di pace hanno contribuito a migliorare la situazione: tra il 2013 e il 2015, il numero di bambini uccisi o feriti da mine e ordigni inesplosi è dimezzato, mentre il numero dei bambini sfollati è diminuito del 40%. Tuttavia, in questo stesso periodo, la violenza diffusa e la lotta senza soste tra le diverse parti in conflitto hanno continuato a mettere la vita dei bambini a rischio.
Secondo i dati nazionali e delle Nazioni Unite:
– oltre 230.000 bambini sono sfollati;
– almeno 75 bambini sono stati uccisi e altri 180 feriti;
– quasi 130 bambini sono stati uccisi o feriti da mine e ordigni inesplosi;
– almeno 180 bambini sono stati vittime di violenza sessuale;
– 65 scuole sono state danneggiate dai combattimenti o utilizzati per scopi militari;
– almeno 10 insegnanti sono stati uccisi.
Secondo il rapporto UNICEF la fuga forzata, l’insicurezza, la paura del reclutamento, la minaccia della violenza sessuale e la presenza di mine antiuomo hanno costretto i bambini ad abbandonare la scuola. I bambini che vivono nelle zone di conflitto rappresentano il 40% del numero dei bambini in età primaria e secondaria inferiore che non va a scuola. “Anche se l’accordo di pace dovesse essere firmato domani, i bambini continueranno ad essere a rischio di tutti i tipi di violazioni, tra cui il reclutamento, le mine e lo sfruttamento sessuale”, ha detto De Bernardi. “A meno che questi bambini non ricevano il sostegno materiale e psicologico di cui hanno bisogno, le prospettive di una pace duratura resteranno deboli”.
Invitando le parti in conflitto a mettere al primo posto gli interessi dei bambini, l’UNICEF sottolinea che:
– I bambini associati a gruppi armati sono le prime e principali vittime. Hanno bisogno di essere protetti, riuniti con le loro famiglie; è necessario che venga loro offerto il sostegno di cui hanno bisogno per il loro reintegro nella società.
– La liberazione di tutti i bambini al di sotto dei 18 anni da parte di gruppi armati non dovrebbe essere subordinata all’esito dell’accordo di pace.
– Se i bambini colpiti non avranno migliori opportunità, unirsi ai gruppi armati non-statali sarà l’unica speranza di sopravvivenza.
L’UNICEF collabora con i suoi partner in Colombia per aiutare i bambini a sviluppare le opportune conoscenze per proteggerli dalla violenza; forma le comunità sul rischio delle mine, promuove la pace e l’educazione civica, sostiene l’accesso alla giustizia e alla verità per i bambini.