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UNICEF: nel Sud Sudan un bambino su 3 è malnutrito nelle aree colpite dalle violenze

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In sud Sudan  il conflitto in corso sta causando una diminuzione delle scorte di cibo per le famiglie e una contrazione dell’economia

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Roma, 29 maggio  – Secondo l’UNICEF la vita di circa 250.000 bambini è a rischio a causa del rapido deterioramento della situazione alimentare  in alcune parti del Sud Sudan. Il conflitto in corso sta causando una diminuzione delle scorte di cibo per le famiglie e una contrazione dell’economia. Secondo le ultime previsione dell’IPC Technical Group, del quale l’UNICEF è membro, il numero di persone che affrontano condizioni di grave insicurezza alimentare è quasi raddoppiato dall’inizio dell’anno, passando da 2,5 milioni di persone a circa 4,6, compresi 874.000 bambini sotto i 5 anni. Questo è il più alto numero di famiglie con livelli di crisi o emergenza dovuti ad insicurezza alimentare dall’inizio del conflitto, nel dicembre 2013. L’UNICEF avverte  che i bambini intrappolati dai combattimenti senza accesso a cure mediche di base e a cibo dovranno lottare per sopravvivere a questa stagione secca in mancanza  di assistenza umanitaria nelle aree colpite dal conflitto. “Nonostante tutti i progressi fatti l’anno scorso con i nostri partner per curare quanti più bambini possibile contro la malnutrizione, le vite di donne e di bambini vulnerabili – che hanno esaurito tutti i mezzi a loro disposizione – sono appese a un filo”, ha dichiarato Jonathan Veitch, Rappresentante UNICEF in Sud Sudan. Almeno 1 bambino su 3 sotto i 5 anni è malnutrito nelle aree maggiormente colpite del Greater Upper Nile, Warrup e Nortern Bahr el Ghazal. In una recente indagine dell’UNICEF  sull’Unity State sono stati osservati tassi molto alti di malnutrizione acuta grave (fino al 10%).  Se non saranno raggiunti con cure, questi bambini avranno 9 possibilità in più di morire rispetto ad un bambino in salute. A questa già terribile situazione, si aggiungono i duri combattimenti nel Greater Upper Nile, che hanno costretto almeno 100.000 persone a lasciare le loro case soltanto a maggio, abbandonando scorte vitali di cibo, bestiame e colture. Alcuni partner dell’UNICEF per la nutrizione sono stati costretti a ritirare la propria assistenza, mentre le scorte nutritive sono state rubate. “Se non sarà dato accesso all’assistenza umanitarie per distribuire aiuti salva vita ai bambini e per continuare a predisporre aiuti prima che le strade diventino impraticabili durante la stagione delle piogge, una situazione già fragile diventerà catastrofica”, ha continuato Veitch. Attraverso il National nutrition Scale Up Programme e la Rapid Response Missione a distanza, nelle aree colpite dal conflitto, l’UNICEF e i suoi partner hanno curato solo nel 2015 oltre 50.000 bambini che soffrivano di malnutrizione acuta grave. Con una mancanza di fondi del 75% quest’anno, l’UNICEF sta urgentemente chiedendo fondi per 25 milioni di dollari per poter proseguire  i suoi programmi in campo nutrizionale in Sud Sudan.

 

 

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