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Arte & Cultura

“TOTÒ IL BUONO” Ritratto di un uomo parte nopeo e parte napoletano

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Clara Galante e il M° Giovanni Monti in scena al teatro comunale ‘Luigi Pistilli’ di Cori domenica 25 febbraio alle 17.

Domenica 25 febbraio alle 17 Clara Galante e il M° Giovanni Monti saranno in scena al teatro comunale ‘Luigi Pistilli’ di Cori con ‘TOTÒ IL BUONO – Ritratto di un uomo parte nopeo e parte napoletano’, spettacolo con cui prosegue la 21ª stagione della rassegna ‘Buonumore a Teatro’, realizzata dall’associazione culturale ‘Il Corvo’ con il patrocinio e il contributo del Comune di Cori – Assessorati Cultura e Politiche Sociali – che, come ogni anno, offre l’intera stagione teatrale agli iscritti dei centri sociali anziani di Cori e Giulianello.

Nel programma 2018 della rassegna è stata dunque inserita questa serata musicale grazie alla presenza di Clara Galante, attrice e cantante, nonché autrice dello spettacolo, e del M° Giovanni Monti che la accompagna al pianoforte.

‘Totò il buono’ è il titolo di un racconto pubblicato da Bompiani nel 1943 scritto da Cesare Zavattini, sceneggiatore a cui si devono film come ‘Sciuscià’ e ‘Ladri di Biciclette’. In questa fiaba è impossibile separare la realtà dal sogno, la sua allegoria morale dall’intreccio favoloso in cui si cela. Antonio De Curtis, in arte Totò, è in verità Totò il buono, ossia una creatura di origini incerte come lui e come lui di natura mercuriale e prodigiosa, nonché essenzialmente soccorrevole e salvifica. Speravano di realizzarne un film che però non fu mai girato ed è da qui che parte questo concerto per celebrare la persona e il personaggio che ha segnato, col dono di sé, una parte della nostra storia.

La scenografia ricostruisce una stanza dell’anima, in cui sue canzoni inedite ed altri classici indimenticabili a lui cari di quegli anni, poesie, frammenti di quella fiaba, pezzi della sua vita e testimonianze, si infilano come perle al filo di questo concerto che Clara Galante intesse interpretando il grande amato, unico e inimitabile Totò, il principe Antonio De Curtis, in equilibrio sempre tra malinconia e ironia, tra maschera e volto.

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