Arte & Cultura
Serata-evento dedicata a Raf Vallone con la proiezione di “Uno sguardo dal ponte”, di Sidney Lumet
Mercoledì 17 febbraio ore 21.00
Raf Vallone, nato a Tropea il 17 febbraio del 1916, plurilaureato (filosofia e legge), prima di intraprendere la carriera di attore è stato calciatore in serie A con il Torino, con cui vinse anche la Coppa Italia nel 1934 e in seguito capo redattore delle pagine culturali de L’Unità e critico cinematografico su La Stampa. Intellettuale rigoroso, attore internazionale in grado di recitare anche in inglese e francese, dal 1949, suo esordio cinematografico con Riso amaro di Giuseppe de Santis, Vallone ha interpretato come protagonista oltre un centinaio di film. Diretto in Italia da registi quali Pietro Germi, Vittorio De Sica, Alberto Lattuada, Dino Risi, Mario Soldati e all’estero da Marcel Carné, Jules Dassin, Henry Hathaway, Otto Preminger, Francis Ford Coppola, partner maschile di Silvana Mangano, Sofia Loren, Gina Lollobrigida, Anna Magnani, Lucia Bosè, Simone Signoret, Lea Massari, Sara Montiel, Elena Varzi (che poi è diventata sua moglie). E’ stato protagonista de Il Cristo proibito, unica esperienza dietro la macchina da presa dello scrittore Curzio Malaparte. Molto attivo anche in teatro, ha interpretato Ibsen, Pirandello, Brecht, O’Neill, Shakespeare, Miller, etc. Molto spesso è stato anche regista di se stesso, come nella versione teatrale italiana dello stesso Sguardo dal ponte, con Alida Valli. Vallone ha inoltre curato la regìa di alcune opere liriche in Italia e all’estero e ha partecipato a numerosi sceneggiati televisivi: indimenticato protagonista con Ilaria Occhini del Jane Eyre (1957) di Anton Giulio Maiano e con Giulia Lazzarini de Il mulino del Po (1963) di Sandro Bolchi. Tutta la vita fulegato a sua moglie, l’attrice Elena Varzi , da cui ebbe tre figli: Eleonora, Arabella e Saverio.
“Quando lo conobbi mi colpirono la sua intelligenza la sua discrezione, la sua mancanza di vanità – disse di lui in un’intervista Marlène Dietrich, che non nascose mai di subirne il fascino. E ancora, a proposito della sua interpretazione parigina di Eddie Carbone, ruolo cui Vallone è rimasto indissolubilmente legato: “Quando andai a vederlo al Théâtre Antoine restai sbalordita…..Dominava totalmente la scena e il pubblico lo seguiva come in trance. Vi era un meraviglioso equilibrio tra sapienza interpretativa e tensione emotiva. Tutta Parigi era innamorata di lui… Pochi spettacoli rimasero in cartellone cosi a lungo come Uno Sguardo dal ponte. Per di più aveva accettato la sfida di recitare in francese e l’aveva vinta“.