Diritti umani
Saitta: detenuti abbiano un proprio medico di famiglia

L’assessore alla sanità della regione Piemonte, Antonio Saitta, è intervenuto sulla questione della sanità nelle carceri, dopo un incontro con il nuovo provveditore dell’Amministrazione penitenziaria di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
L’assessore alla sanità della regione Piemonte, Antonio Saitta, è intervenuto sulla questione della sanità nelle carceri, dopo un incontro con il nuovo provveditore dell’Amministrazione penitenziaria di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
Saitta, che è anche coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, ha posto in particolare l’attenzione sulla qualità dell’assistenza sanitaria.
Tra le criticità emerse è stata sottolineata l’esigenza di rivedere le norme nazionali che regolano l’attività dei medici coinvolti: “La cosa più importante – afferma Saitta – è prevedere che i detenuti abbiano un proprio medico di famiglia in carcere. Porrò questo problema come coordinatore della Commissione Salute della Conferenza della Regioni e chiedo che anche il Governo si occupi di questo tema”.
“Il Piemonte è una delle regioni che maggiormente si è occupata della sanità penitenziaria, da quando sono state trasferite le competenze al servizio sanitario nazionale – spiega Saitta -, dotandosi lo scorso anno di una rete di coordinamento e garantendo in tutte le carceri non solo i servizi di base ma anche alcune cure specialistiche. Ho colto con piacere l’occasione dell’incontro di oggi per concordare un’interlocuzione costante con l’Amministrazione penitenziaria in grado di affrontare in modo sempre più appropriato le problematiche di questo settore”.
Ha partecipato all’incontro anche il Garante regionale dei detenuti Bruno Mellano, che evidenzia come “la Regione ha istituito un gruppo per il monitoraggio dell’attuazione della delibera che ha definito la rete dei servizi e sono stato chiamato a coordinare questo lavoro. In questi giorni stanno giungendo le schede di rilevazione e a breve saranno convocati gli esperti che partecipano alla valutazione per giungere entro fine anno ad un’analisi della situazione. Si tratta di un’attività complessa ma decisiva per conquistare, almeno dal punto di vista della salute, una carcerazione diversa”.
Fonte : Regioni.it