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Pakistan: arrestati mille estremisti islamici. Volevano impiccare Asia Bibi di religione cristiana
La donna dopo 8 anni di carcere è stata assolta dal reato di “blasfemia” e salvata dalla pena di morte. Ma i musulmani radicali pakistani non si rassegnano ed esigono la sua impiccagione.
di Vito Nicola Lacerenza
Ieri notte in Pakistan è scattata una maxi operazione di polizia che ha portato all’arresto di 1.100 persone legate al partito integralista islamico pakistano “Tehreek-e-Labbaik”. Il suo leader, Khadim Hussin Labbaik, ha organizzato proteste su tutto il territorio nazionale contro l’assoluzione di Asia Bibi,la donna Pakistana che nel 2009 è stata condannata a morte per il reato di blasfemia, perché accusata di aver insultato il profeta islamico Maometto. Dopo aver trascorso 8 anni in carcere, la Corte ha dichiarato Asia Bibi innocente, ma per gli estremisti di Khadim Hussin Labbaik la donna è una “cristiana blasfema meritevole di essere impiccata”.
Ma è stata salvata dal suo avvocato difensore, il quale per sfuggire ad una sicura morte si è rifugiato in Olanda, dove ha chiesto asilo politico, mentre il magistrato che ha deciso di liberarla è ancora in Pakistan e vive sotto scorta, correndo ogni giorno il rischio di essere assassinato. Specie dopo che ha offerto protezione ad Asia Bibi e la sua famiglia in un luogo segreto in Pakistan. I fondamentalisti islamici hanno insistentemente chiesto alle autorità di rivelare il luogo in cui la donna cristiana è tenuta nascosta e, per piegare il governo alle loro richieste, hanno creato il caos in tutto il Paese appiccando incendi e organizzando manifestazioni di protesta. Per “ragioni di ordine pubblico”, le autorità hanno dato ordine alla polizia di effettuare retate nelle case degli estremisti di Tehreek-e-Labbaik, nei loro seminari, dove sono indottrinati, e nelle loro “sedi politiche”. Lo stesso leader islamista Khadim Hussin Labbaik è finito in manette. Kadim e i suoi seguaci, dovranno scontare un mese di detenzione, dopo di che saranno di nuovo liberi.