Arte & Cultura
La musica delle Città di Fondazione e della Battaglia del Grano: un libro ed un CD per riscoprire una parte essenziale della nostra storia collettiva.
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Ravera: “È di grandissimo interesse studiare il rapporto fra propaganda e arte, è emozionante sentire la voce di un’epoca, finalmente liberi dall’obbligo di giudicare, semplicemente cercando di capire, proporre e raccontare.”
Lunedì 14 novembre 2016 alle ore 16.00 nell’Auditorium dell’ICBSA – Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi già Discoteca di Stato (www.icbsa.it) in Via Michelangelo Caetani, 32 si terrà la presentazione di
All’ara, all’ara… Le musiche per la battaglia del grano
Iammo a vedè Littoria Le musiche per le città di fondazione
Dopo circa otto anni di ricerche è stato realizzato un volume interamente dedicato a due aspetti musicologici nazionali finora mai affrontati: tutte le musiche composte per la Battaglia del grano (anni 1925 1935) e tutte le musiche dedicate alle Città di fondazione italiane (anni Trenta).
È stata raccolta la documentazione reperibile in Italia, in collaborazione con la Biblioteca nazionale centrale di Firenze, l’Istituto LUCE, i più noti collezionisti privati, biblioteche e archivi sia pubblici sia privati.
Sono stati recuperati inoltre preziosi documenti sonori originali superstiti grazie all’aiuto della Discoteca di Stato (oggi ICBSA) e di molti collezionisti italiani; una volta digitalizzati hanno dato vita tutti insieme a un CD assolutamente unico nel suo genere che è allegato al volume.
L’Agro pontino e le sue città nuove figurano due volte protagonisti di questa particolare pubblicazione. Il lavoro di ricerca, introdotto dall’Assessore alla cultura della Regione Lazio Lidia Ravera, è arricchito da due grandi firme della ricerca italiana: il musicologo Guido Salvetti e lo storico Roberto Reali.
Il libro, cartonato e dalla veste raffinata, ricco di quasi 200 illustrazioni inedite o rare, e il CD audio allegato sono pubblicati dalla casa editrice Novecento di Latina, specializzata in tematiche relative al XX secolo.
In collaborazione con Novecento è in programma anche una mostra itinerante nel 2017 ricca di documenti, autografi e partiture originali.
“C’è una grande colpevole rimozione, nella cultura italiana, e riguarda proprio il ventennio di dittatura fascista. Non se ne parla, non se ne studia, si forclude la memoria, si reprime ogni forma di riconoscimento o ammirazione. È un grave errore e anche un rischio. Si cresce claudicanti, se non ci si fa carico dell’arte, non soltanto come assoluto, ma come espressione di ogni epoca e della capacità di travalicarla, superarla. – si legge nell’introduzione dell’Assessore alla Cultura della Regione lazio Lidia Ravera – (…) In questa prospettiva, lo studio musicologico sulle canzoni che hanno accompagnato e “pompato” la Battaglia del Grano (anni 1925-35) e quelle dedicate alla fondazione delle nuove città, è di grandissimo interesse. È di grandissimo interesse studiare il rapporto fra propaganda e arte, è emozionante sentire la voce di un’epoca, finalmente liberi dall’obbligo di giudicare, semplicemente cercando di capire, proporre e raccontare.”
Il volume vanta il patrocinio e il contributo della Regione Lazio (L.R. 27/2001 Interventi per la conoscenza, il recupero e la valorizzazione delle Città di Fondazione), della Provincia di Latina nell’ambito dell’80° della Fondazione (le città pontine fanno la parte del leone nel panorama nazionale e quindi nel volume), dei Comuni di fondazione Aprilia, Arborea, Latina, Pomezia, Pontinia, Predappio, Sabaudia, Torviscosa, Tresigallo, dell’Istituto LUCE e di quello del DMI – Dizionario della Musica in Italia di Latina.
Abstract
È ben noto quanto la musica sia sempre stata in Italia l’espressione d’arte maggiormente apprezzata e diffusa. Dai tempi di Guido d’Arezzo l’arte dei suoni parla italiano e ancor oggi la terminologia in ambito musicale resta in tutto il mondo nella nostra lingua. Fatta questa premessa non è dunque casuale che anche durante il “Ventennio littorio” la musica fosse la prescelta tra le arti e divenisse privilegiato strumento di propaganda.
Questa acquisita consapevolezza porterà a precise direttive che regolamenteranno e influenzeranno l’intera nazione: «Lo Stato fascista nella sua dottrina unitaria, considera l’arte l’elemento indispensabile dell’educazione delle masse». Estremamente efficace, la musica diventava uno strumento formidabile per veicolare con incisività gli slogan e i messaggi da trasmettere al maggior numero di persone, soprattutto se in combinazione con temi musicali gradevoli e riconoscibili.
Il fine del volume è sicuramente quello – a quasi un secolo di distanza – di ricomporre aspetti musicali di un periodo abbastanza lungo del Novecento italiano, ma il desiderio (non troppo nascosto) è quello di ricordare quei tanti personaggi obliati dalla damnatio memoriae che con la loro creatività hanno contribuito a mantenerlo vivo e moderno.