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Italia

Isabella Popani ed il mondo di Findhorn

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Intervista a Isabella Popani 

Isabella-PopaniDi Francesca Rossetti

Roma, 9 Maggio – Isabella Popani è una importante studiosa del cammino interiore che da diversi anni tiene corsi e seminari in tutta Italia ed ecco cosa ci racconta del suo interessante lavoro

Chi è Isabella Popani e come nasce il Suo interesse per il cammino interiore?

“Mi sono sempre sentita una persona normale, con grande curiosità sul senso della vita. Credo infatti di essermi sempre chiesta quale fosse lo scopo del nostro essere qui, o se addirittura ci fosse uno scopo. Ma la vita, mi dicevo, è semplicemente una routine che si sussegue: alzarsi al mattino e andare a scuola o a lavorare, tornare a casa, fare quello che si suppone si debba fare e poi ricominciare allo stesso modo i giorno dopo? Oppure c’è dell’altro? E se sì, che cosa? Col passare degli anni, i vari eventi che si susseguivano mi rendevano ancora più curiosa e le domande che mi facevo diventavano sempre più profonde, fino a quando mi trovai in un letto di ospedale a condividere la stanza con una persona che si occupava di pranoterapia e faceva lei stessa un percorso spirituale. Trascorremmo quasi sei mesi in quella stessa stanza durante i quali non mancarono le occasione per affrontare diverse tematiche legate al cammino interiore. Margherita faceva parte di un piccolo gruppo esoterico e io ascoltavo assetata tutto ciò che riusciva a comunicarmi. Lasciato l’ospedale continuammo a frequentarci e ad un certo punto mi chiese se fossi interessata anche io a partecipare alle riunioni mensili di quel piccolo gruppo esoterico. Nel frattempo avevo iniziato a leggere libri nella speranza di avere le risposte che stavo cercando. Alcune risposte arrivarono per fare spazio a nuove domande e la ricerca interiore continuava. Per quanto talvolta non facile da accogliere, il camino era iniziato e non era possibile tornare indietro. Ad un certo punto del nostro cammino, il gruppo si sciolse poiché ciascuno doveva imparare a camminare sulle proprie gambe. L’unico consiglio che ricevemmo fu di trovare dentro di noi il contatto con il nostro Maestro interiore e di leggere un libro: La magica comunità di Findhorn. Il libro era già fuori stampa, ma noi riuscimmo a trovarlo e fu così che nel giugno 1986 mi recai a Findhorn per la prima volta, per poi tornarci regolarmente molte altre volte.”

Che cos’è la Comunità di Findhorn e di che cosa si occupa?

“La Findhorn Foundation è una comunità educativa e spirituale situata nel nord della Scozia, in quel tratto sul Mare del Nord che va da Inverness ad Aberdeen, proprio dove sfocia il fiume Findhorn ed il villaggio di pescatori da cui la comunità ha preso il nome. Nacque nel 1962 da tre persone, Peter e Eileen Caddy e la loro segretaria Dorothy Maclean, che trovatesi all’improvviso senza lavoro si recarono nell’unico posto che avevano a disposizione: una roulotte che avevano lasciato sulla baia di Findhorn quando Peter lavorava per la Royal Air Force. Pensavano di restare lì poco tempo, che presto avrebbero trovato una nuova occupazione, ma questo non accadde.  Tutti e tre facevano da molti anni un percorso spirituale (molto simile a quello che avevo intrapreso io nel piccolo gruppo esoterico) grazie al quale Eileen Caddy era entrata in contatto con quella che ha sempre definito “voce del Dio Interiore”, mentre Dorothy poteva comunicare con gli esseri della natura, o Deva,come amava definirli. La voce interiore di Eileen li rassicurava sul fatto che tutto sarebbe andato bene, che avrebbero addirittura dato vita a qualcosa di incredibile e, seppure difficile per loro da credere, continuavano a fare ciò che la Voce suggeriva, anche grazie al sostegno di Peter che eseguiva senza mettere in dubbio tutto quello che veniva loro comunicato. Dorothy, a sua volta, riceveva dai Deva istruzioni su come coltivare un orto, cosa di cui nessuno di loro aveva esperienza. Questo si rivelava particolarmente utile poiché oltre ai tre adulti, c’erano i tre figli della coppia, ed era molto difficile per loro vivere con il solo sussidio di disoccupazione. La loro dedizione al lavoro interiore e il mettere in pratica tutto ciò che le loro guide dicevano loro, fece sì che in una terra battuta dal vento e mai coltivata in precedenza e nonostante il terreno sabbioso, nascessero cavoli da 30 chili o le rose fiorivano in inverno. Fu questo tipo di “fenomeno” che attrasse persone da tutto il mondo, un “fenomeno” che avveniva soltanto perché quelle tre persone obbedivano senza opporre alcuna resistenza alla loro guida spirituale interiore. Ancora oggi, dopo 54 anni, la Findhorn Foundation è un punto di riferimento per persone di tutto il mondo che vi fanno visita, chi per osservare come sia effettivamente possibile vivere insieme in maniera diversa, rispettando le proprie differenze e facendo di esse una ricchezza comune, chi invece per approfondire il legame con la propria voce interiore e la propria spiritualità, qualunque essa sia. Vivere in una comunità non è facile e richiede spesso il mettersi in discussione, e questo anche detto sia dai fondatori sia dalle persone che vi vivono oggi. Ecco perché Findhorn è un luogo di crescita personale e spirituale insieme. Per me la Findhorn Foundation è davvero un modello, l’esempio che una vita costruita su relazioni più amorevoli è possibile, un luogo dove la spiritualità è qualcosa di pratico ed anche il luogo dove andare a rigenerarmi e rinvigorire il mio contatto con lo Spirito. La Fondazione si sostiene attraverso i corsi che propone, il primo dei quali, propedeutico, è la Settimana di Esperienza che ogni anno viene proposta anche in italiano per coloro che non conoscono sufficientemente la lingua inglese. A Findhorn ho partecipato a numerose formazioni tra le quali il diventare facilitatore accreditato del Gioco della Trasformazione nelle versioni da tavolo, di gruppo e per sessioni individuali, un corso specifico per la conduzione di gruppi e seminari e sul team building, oltre a specifici percorsi per la gestione dei conflitti, che è una tematica che mi sta particolarmente a cuore, con approcci alla Comunicazione Nonviolenta di Marshall Rosenberg.”

Che cos’è il Gioco della Trasformazione e quali benefici apporta?

“Nato nella Fondazione Findhorn (una comunità educativa e spirituale nel Nord della Scozia) negli anni ’70 ad opera di Joy Drake e Kathy Tyler. Sperimentato nella Comunità, ne è diventato uno dei seminari più seguiti e richiesti. Il cambiamento spaventa e spesso, nonostante le persone vogliano migliorare la propria vita e portarvi maggior benessere a qualsiasi livello, non fanno nulla per la paura che l’idea di un cambiamento porta con sé. Ecco dunque un “gioco” in grado di facilitare il cambiamento, o la trasformazione, in maniera accettabile, delicata e comunque efficace, in un contesto protetto e sotto la guida di un facilitatore con adeguata formazione. (Un “facilitatore” è una persona che ha frequentato e superato un apposito corso di formazione promosso da InnerLinks. Solo facilitatori accreditati possono utilizzare il logo e condurre professionalmente il gioco nelle sue varie versioni, che ne prevedono l’impiego sia in incontri individuali che in gruppi che variano dalle 4 alle 20 o più persone). Ci sono diverse versioni del Gioco, ciascuna con caratteristiche differenti, e vanno dalla versione da tavolo che consente la partecipazione massima di 4-6 persone, una versione in gruppo per 12-20 persone, e il Gioco Planetario che coinvolge anche oltre 100 persone. Sono poi possibili sessioni individuali, nelle quali il Gioco viene utilizzato per una consulenza personale della durata di circa 3 ore. Qualunque sia la versione proposta, il Gioco della Trasformazione™ è un’esperienza grazie alla quale ciascuno ha l’opportunità di vedere come gioca la propria vita e portare quelle trasformazioni che contribuiscono a facilitare il proprio percorso di vita ed a raggiungere quegli obiettivi che portano nella direzione in cui si vuole procedere, riprendendo consapevolezza e manifestando le proprie potenzialità. Il Gioco da tavolo che viene normalmente presentato utilizza un vero e proprio gioco in scatola, costituito da un tabellone, dado, pedine e carte rappresentanti Ostacoli, Risorse e Angeli. Il tabellone rappresenta il mondo nel quale si muovono i giocatori, ognuno dei quali ha un proprio percorso della vita e in questo percorso si trova a vivere simbolicamente le varie situazioni che ha necessità di esaminare in relazione ad un proposito di gioco che ha stabilito prima di iniziare l’esperienza. A seconda dei bisogni del giocatore, questi si può trovare a misurarsi con la propria intuizione, fare scelte, esaminare ostacoli e trovare le risorse grazie alle quali li può superare, e così via.

Il Gioco può essere utile per:

 

  • Approfondire la conoscenza di te stesso e degli altri;
  • Ricevere amore, ispirazione e sostegno lungo il sentiero della tua vita;
  • Chiarire importanti tematiche personali e acquisire chiarezza per i tuoi prossimi passi;
  • Trovare nuovi modi per migliorare le tue relazioni, trasformare le paure e le sfide in meravigliose opportunità di dare il meglio di te;
  • Riconoscere le tue capacità e le tue potenzialità;
  • Scoprire un piacevole equilibrio tra gioco e lavoro
  • … e molto altro ancora…

Rispecchiando la vita con accuratezza, il “Gioco” conduce con dolcezza nel cuore di ogni tematica, portando intuizione, chiarezza e soluzione e qualunque sia la situazione in cui ci si trova, in un contesto amorevole, le risposte arrivano in modo insperato. Il Gioco di gruppo è una versione allargata che si gioca in squadre composte ciascuna da 3 a 5 persone, su un unico percorso posto sul pavimento. Si tratta di una versione che propone un grande processo di apprendimento collaborativo, che offre l’opportunità, unica nel suo genere, di lavorare a due livelli: personale e di gruppo. I partecipanti si focalizzano su aree di loro interesse, sia su un piano individuale che collettivo, e lavorano creativamente insieme per acquisire intuizioni, consapevolezze, chiarezza, guarigione e soluzioni. E’ un processo divertente, dinamico e contribuisce ad aprire ulteriormente la propria mente. Infatti, oltre alla comprensione e alle intuizioni che offre sui propositi di gruppo, i partecipanti hanno anche l’opportunità di ottenere un’immagine chiara di come essi operano gli uni con gli altri, così da identificare le forze, i talenti e le qualità che essi apportano al gruppo, lasciare andare i modelli disfunzionali, sperimentare e accrescere spontaneità e creatività, sviluppare autostima e fiducia in sé stessi oltre che acquisire consapevolezza del proprio stile relazionale personale. Permette di imparare a lavorare con gli altri così da riconoscere la complementarietà dell’energia personale degli uni e degli altri, oltre che il contributo che ognuno ha da offrire al tutto e come ci influenziamo vicendevolmente. La crescita individuale e l’apprendimento sono inevitabili. Questa versione del Gioco tuttavia è giocata a un livello più che personale. Impegnandosi consapevolmente a giocare insieme, i partecipanti possono esplorare la loro interconnessione in modi tangibili, realizzare il proprio potenziale per effettuare cambiamenti in se stessi, nei gruppi a cui appartengono e nel mondo, e contribuire a creare speranza, visione e movimento nel nostro corpo collettivo.”

Che cosa sono Counseling, Vivation e Rebirthing?

“Il Counseling consiste in una relazione d’aiuto nella quale un professionista – il counselor – offre il proprio sostegno e la propria competenza ad una persona in una momentanea situazione di difficoltà o che desidera accrescere la conoscenza di sé, la capacità di prendere decisioni e di affrontare la vita con serenità. Nato nell’ambito delle nuove correnti della psicologia umanistica, basate su una concezione molto vasta e ottimistica dell’essere umano, il counseling trova applicazione in un vasto campo, dal personale al sociale, dal sanitario all’aziendale. Il counselor è un professionista, ossia una persona che ha acquisito le proprie competenze attraverso un percorso formativo di almeno tre anni, e possiede le competenze relazionali utili ad agevolare il cliente nel raggiungimento di uno stato di maggiore benessere. Il suo intervento è rivolto a far venire alla luce ciò che è già insito della persona così da facilitare il suo processo di crescita. Infatti il suo compito non è quello di risolvere il problema del cliente, bensì di mettere a disposizione del cliente la sua esperienza portandolo a trovare da sé una possibile soluzione. Con un atteggiamento non giudicante, sa creare un ambiente protetto ed un clima di sostegno; sa accogliere il cliente con quello che porta e, usando una serie di abilità di comunicazione, lo incoraggia a parlare liberamente, ad esprimere le proprie emozioni e raggiungere una comprensione più profonda di sé e di ciò che sta vivendo, facendo leva sulle capacità e sui punti di forza del cliente stesso. Definire Vivation non è cosa semplicissima. E’ un processo fisico, un’abilità che si può imparare e fare da soli in maniera autonoma, può essere considerato una forma di meditazione che utilizza il respiro circolare, che aiuta a restare nel momento presente ed integrare emozioni negative grazie all’ascolto di ciò che avviene nel proprio corpo. Infatti in Vivation si lascia la responsabilità al proprio corpo di cui impariamo ad ascoltare le sensazioni grazie ad un fantastico viaggio all’interno di se stessi. E’ anche l’abilità di dare amore a se s tessi in forma concentrata, esattamente dove il tuo corpo ti dice di averne più bisogno. Il Rebirthing è una disciplina che agisce sul piano fisico, mentale ed energetico, che utilizza il respiro circolare e consapevole e che presenta una mappa della nostra personalità dandoci chiare indicazioni di come ci sia un rapporto tra la nostra nascita – da qui il nome che significa rinascita – e molti degli schemi che mettiamo in atto nella nostra vita quotidiana. Conoscerli significa poterli usare secondo le nostre necessità, anziché farci condurre come guidati nella vita dal “pilota automatico”. E’ ormai risaputo anche scientificamente che gli stati mentali ed emotivi possono essere modificati tramite il respiro, grazie al quale possiamo portare quei cambiamenti che aprono la porta ad uno stato fisico e mentale più positivo, portando una migliore qualità alla nostra vita e diventandone responsabili e padroni, così da poter veramente rinascere con maggiore consapevolezza. Il respiro è vita, non solo fisica ma anche emozionale. E’ utilizzando il respiro – la sua capacità di sollevare emozioni e di portarci a stati e condizioni diverse da quelle di partenza – che possiamo rilasciare e risolvere quegli stati emotivi che ci imbrigliano, ci appesantiscono e ci negano, come ad esempio la frustrazione, la rabbia, l’insoddisfazione, l’insicurezza… E’ attraverso il respiro che scopriamo il legame indissolubile tra pensiero ed emozione, come questi siano senza tempo e continuano a riproporsi sempre uguali, come un disco rotto, nonostante la nostra volontà, facendoci rivivere le stesse sensazioni. Ed è sempre con il respiro, con la sua proprietà di essere senza tempo – atemporale – possiamo risalire al nostro passato dove hanno avuto origine i primi, forti binomi pensiero-emozione formando così quell’imprinting che tuttora ci condiziona: la nostra vita intrauterina e la nostra nascita. Qui è dove hanno avuto origine le prime emozioni e interazioni con il mondo esterno e con gli altri. Da qui emergono le prime esperienze di vita che si imprimono indelebilmente nella nostra memoria cellulare formando la nostra personalità che, inevitabilmente, si riflette nella nostra vita quotidiana. Così, come abbiamo visto, tutti respiriamo, eppure sono davvero in pochi ad essere consapevoli del respiro e di come opera in noi, non solo a livello fisico, ma anche a livello emozionale e di informazione per la nostra persona. Eppure se non respiriamo non possiamo vivere. Ed ecco che il respiro ci porta anche nella parte più profonda di noi, alla scoperta dei nostri pensieri più profondi, alcuni dei quali è utile scoprire perché funzionali – se alimentati contribuiscono al nostro benessere – altri perché, al contrario, è importante conoscere per poterli eliminare in quanto fanno parte di credenze che non ci servono più.”

Con quali Associazioni Lei collabora e quali saranno i Suoi prossimi eventi?

“Principalmente collaboro con l’Associazione di promozione sociale CEMECO – Centro di mediazione familiare e Counseling di cui sono tra i soci fondatori. I miei prossimi eventi prevedono diversi seminari con il Gioco della Trasformazione della versione da tavolo a Massignano (AP) il 13-14-15 maggio e il 17-18-19 giugno e a Viterbo il 27-28-29 maggio, oltre al Corso di formazione per facilitatori dal 4 al 17 settembre 2016, sempre a Massignano. Un altro evento importante è un viaggio in Scozia presso la Findhorn Foundation con partenza il 24 giugno per la Settimana di Esperienza che si terrà dal 25 giugno al 1 luglio compresi. Chi vorrà potrà poi fermarsi per una ulteriore settimana di Pratica Spirituale.”

 

Per informazioni www.isabellapopani.it

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