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Il mare quale leva di rilancio dell’economia reggina

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Blue Economy in crescita anche durante la crisi

foto_nuove_Calabria_camera_commercio_rc-322x240Reggio Calabria 22 giugno Con una base imprenditoriale di oltre 2mila imprese, che danno lavoro a quasi 8mila addetti, la blue economy reggina produce ricchezza per un valore di circa 344 milioni di euro. Sono i risultati che emergono dal “Terzo Rapporto sull’Economia del Mare”, realizzato da Unioncamere a livello nazionale, con i dettagli provinciali e regionali relativi ai principali sette comparti che compongono la filiera del mare: ittico; cantieristico; industria delle estrazioni marine, movimentazione di merci e passeggeri via mare; alloggio e ristorazione; ricerca, regolamentazione e tutela ambientale; attività sportive e ricreative. La filiera del mare si conferma, anche in relazione all’economia reggina,  settore chiave del nostro tessuto produttivo, capace di generare ricchezza e occupazione coniugando settori tradizionali e segmenti innovativi e che pertanto, per le proprie potenzialità, può costituire uno dei pilastri su cui fondare la ripresa. Innanzitutto per il peso tutt’altro che trascurabile che la filiera riveste sul totale dell’economia, particolarmente marcato in provincia di Reggio Calabria rispetto alla media nazionale: oltre il 4% delle imprese e del valore aggiunto provinciali provengono da comparti legati alla risorsa marina (3% in Italia) e, soprattutto, circa il 6% dell’occupazione reggina è afferibile alla blue economy (a fronte del solo 3,3% nazionale). Ma ciò che emerge dal Rapporto è, soprattutto, la capacità di tenuta di cui l’economia del mare ha dato prova durante gli ultimi anni: nonostante la fase recessiva, che nella provincia di Reggio Calabria ha determinato una contrazione sia della consistenza imprenditoriale, sia della ricchezza e dell’occupazione, il complesso della filiera blue è riuscita a mantenere stabile il numero di imprese (+0,4% tra il 2011 e il 2013) e quello dei posti di lavoro (+0,3% tra il 2009 e il 2013), e, in netta controtendenza con il resto dei comparti produttivi, ha visto crescere il valore aggiunto complessivamente prodotto di oltre 6 punti percentuali in quattro anni (nello stesso periodo l’insieme dell’economia reggina ha ridotto di quasi il 5% la produzione di ricchezza). I principali comparti che compongono l’economia del mare reggina sono quelli relativi ai servizi di alloggio e ristorazione (che assorbe il 41,4% delle imprese, il 28,4% del valore aggiunto e il 27,7% dei posti di lavoro) nonché quello del trasporto marittimo, comparto quest’ultimo che grazie alla rilevanza del porto di Gioia Tauro spicca a livello nazionale per contributi molto marcati: sebbene soltanto il 5,5% delle imprese blue afferisca al settore della movimentazione di merci e passeggeri via mare, circa un terzo della ricchezza (120 milioni di euro) e dell’occupazione (quasi 3mila addetti) complessivamente legati al mare provengono da tale comparto. Da segnalare, sono anche i 68 milioni di valore aggiunto (19,7% del totale) e mille posti di lavoro (13,6%) generati dal segmento del cosiddetto “terziario avanzato”, rappresentato dalla ricerca, regolamentazione e tutela ambientale.

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