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Diritti umani

Il 10 giugno ‘Libere donne’ ha celebrato la “Giornata Mondiale per la distruzione delle armi”

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L’Associazione ‘Libere donne’ ricorda nella giornata Mondiale, riconosciuta dall’Unesco, la necessità di distruggere le armi.

Di Benedetta Parretta

La celebrazione è stata indetta per la prima volta a Crotone dalla Nuova Scuola Pitagorica il 10 giugno 2017 nei giardini di Pitagora, presso il consorzio Jobel, grazie ad uno dei primi soci pitagorici Santo Vazzano, uomo di grande spessore e cultura che gestisce le attività del consorzio stesso.

L’evento è diventato un simbolo per rivendicare la battaglia alla violenza e contro le armi che ancora oggi alimentano il conflitto in Siria e in Yemen, come in altri posti del mondo, dove tanti, troppi innocenti hanno perso la vita. Il 10 giugno, come due anni fa, ‘Libere donne’ nella propria sede in Via Ducarne 35, dove la scuola pitagorica ha messo una targa sulle mura per dare un segno di vicinanza forte alla tragedia che ha colpito la famiglia Parretta, si è svolta la celebrazione contro ogni armamento in una sede che ha ricominciato ad essere frequentata dopo questo terribile lockdown.

“Non e’ stato uno schiaffo ad uccidere mio figlio, ma 4 colpi di pistola” afferma la presidente di ‘Libere Donne’ Caterina Villirillo, “a quest’ora era ancora vivo, lui come tutte quelle vittime di femminicidio che oggi riempiono i nostri social”, afferma con forza la Villirillo che lotta strenuamente contro il possesso e lo smercio di armi.

Infatti come si fa a scappare da un carnefice armato?

Una contraddizione che ha gli stessi esiti sia nei grandi conflitti come in singoli casi come quello purtroppo subìto da Caterina Villirillo, che vide la morte di un figlio per la mano armata di un pregiudicato.   Mentre la guerra nasce dalla cultura maschile, che inizia tutte le guerre con le armi, a Crotone un gruppo di donne coordinate da Caterina Villirillo, anch’essa socia pitagorica, hanno eseguito il rituale di distruggere delle armi di plastica con un’incudine per dire no alla violenza con le armi.

Nelle ore trascorse durante la cerimonia è stato letto l’Inno Mondiale scritto dal grande scrittore e filosofo calabrese di Soverato Salvatore Mongiardo che di recente ha rifondato la Scuola Pitagorica divenendone primo Scolarca, e seguendo il suo insegnamento è stato fatto accenno alla grande figura di Pitagora, che offriva come simbolo della fine della violenza il bue di pane e affermava “se non osi uccidere un animale, non ucciderai mai un uomo”.  Pitagora fu l’unico filosofo a dare più importanza alla dignità della donna riconoscendole un maggiore criterio di giustizia e di pietà religiosa.

Un accenno anche a Platone, Eraclito e Aristotele sul significato della cultura e la sua importanza. In un momento così difficile in cui si parla di cambiamento e di rinnovamento, il filoso Platone avrebbe detto: “Per il bene degli Stati sarebbe necessario che i filosofi fossero re o che i re fossero filosofi.

Le donne non hanno mai  partecipato a decisioni che conducono alla  guerra, esse sono state create da Dio per dare la vita, non per distruggerla. Nelle idee ed il pensiero della scuola pitagorica è molto diffuso il rispetto della figura femminile, Pitagora quasi la venera come simbolo che mette fine al male dell’uomo, e la vita offre a tutti la possibilità di diventare filosofi per attuare un cambiamento. Nel 2017 grazie alla scuola pitagorica si accese la fiaccola partita da Crotone per alimentare in ognuno di noi la speranza che si è spenta. Ieri Caterina Villirillo   presidente di ‘Libere donne’ e socia pitagorica, ha ridato olio a quella fiammella, lì dove la vita di Giuseppe Parretta, suo figlio, si è spenta a solo 18 anni a causa di una mano armata, dando così un segnale di speranza per un cambiamento sociale, culturale, ideologico e politico.

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