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Integra onlus: la Giornata Mondiale del Rifugiato 2020 apra una nuova fase nelle Politiche Migratorie

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I migranti nei lunghi mesi del “lockdown” sono apparsi i più invisibili ed isolati, senza risorse materiali ed assistenza medica. 

Klodiana Cuka – Presidente Integra Onlus

Questo 2020 non sarà ricordato come un anno tra i tanti, ma rimarrà impresso nella nostra memoria con i ricordi tragici e terribili della pandemia da Covid-19, che ancora va mietendo migliaia di vittime in tutto il pianeta. In piu’ si va aprendo una spirale perversa di crisi economica e sociale generale che, come sempre, rischia di colpire in primis i soggetti piu’ poveri ed emarginati delle nostre società, come i migranti. Questi ultimi nei lunghi mesi del “lockdown” sono apparsi i più invisibili ed isolati, senza risorse materiali ed assistenza medica. Il responsabile del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano integrale del Vaticano, presentando il messaggio del Santo Padre proprio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, prevista per il 27 settembre prossimo, ha posto al centro della comune riflessione i 50 milioni di sfollati nel mondo. I “Cittadini sulla carta”, che sono stati costretti ad abbandonare “la loro casa e i luoghi familiari, vivono sradicati dal loro Stato di provenienza, tra connazionali che possono rifiutarli o emarginarli”. Ed in tempo di pandemia gli “sfollati interni corrono un maggior rischio di contrarre il virus, poichè vivono in situazioni di confinamento con accesso limitato all’acqua e in contesti dove l’attenzione sanitaria è molto precaria”, come denunciato in particolare dal servizio dei gesuiti per i rifugiati in 56 Paesi del mondo, dalla Siria al Venezuela e alla Repubblica Democratica del Congo: come Gesu’ Cristo, costretti a fuggire.

Accogliere, Proteggere, Promuovere e Integrare gli sfollati Interni, come ha sottolineato con commozione Papa Francesco. Ed ancora il suo solenne richiamo “A volte, lo slancio di servire gli altri ci impedisce di vedere le loro ricchezze, se vogliamo davvero promuovere le persone alle quali offriamo assistenza, dobbiamo coinvolgerle e renderle protagoniste del proprio riscatto. La pandemia ci ha ricordato quanto sia essenziale la corresponsabilità e che solo con il contributo di tutti, anche di categorie spesso sottovalutate, è possibile affrontare la crisi. Dobbiamo trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità e di solidarieta’”. Certamente queste parole dovrebbero toccare i cuori di tutti gli uomini di buona volontà, ma in primo luogo quelli che hanno maggiori responsabilità nel governo della cosa pubblica, che spesso però appaiono i più distanti, cinici e retorici nel declamare solo a parole il” Bene Comune”. Questo è tanto piu’ visibile proprio nelle nostre politiche migratorie, che specie negli ultimi due governi giallo-verde e giallo-rosso sono apparse regressive e chiuse ai valori dell’accoglienza dei fratelli migranti. Noi soggetti attuatori abbiamo sofferto con loro l’incidenza dei due decreti sicurezza, che hanno costretto tante associazioni alla chiusura dei vari centri di accoglienza dei migranti (Sprar e Cas), piegati dalla insostenibilità della loro gestione, in mancanza del pagamento delle spettanze dovute dal Ministero dell’Interno. Ancora oggi si riparla
di pagamento dei debiti della PA., sanzionata dalla stessa Corte Europea, ma ancora una volta siamo alle promesse facili di una classe politica di passaggio, per di più aggravata dalla logica meramente burocratica che si nasconde dietro circolari, commi e cavilli, sfiancando i suoi interlocutori con la minaccia dei ricorsi legali, pagati poi dal contribuente. 

Ed allora si aspetta la tanto citata svolta, con la modifica stessa di tali politiche regressive, che cambino  i due decreti sicurezza restituendo alle politiche migratorie la loro essenziale funzione di accoglienza, ma anche di integrazione dei rifugiati nel tessuto culturale, sociale ed economico del Paese, restituendo loro piena dignita’, accanto a chi come Integra onlus si è spesa per oltre quindici anni al loro servizio, come testimoniato dai tanti progetti, iniziative e “Buone Prassi”, lasciate in tanti territori gestiti in questi anni.
Quindi va sostenuto l’appello lanciato da tutte le ong “Io accolgo”, con i suoi cinque punti:
-Reintrodurre la protezione umanitaria,
-Abrogare la norma riguardante la residenza dei richiedenti asilo;
-Ristabilire un sistema nazionale  di accoglienza, che promuova l’inclusione sociale di richiedenti asilo e titolari di protezione;
-Abrogare le norme riguardanti i divieti per le navi impegnate  nei salvataggi in mare;
-Annullare  gli accordi con la Libia.
Questi i punti da cui far ripartire il confronto politico-istituzionale, in Europa ed in Italia, affinchè si costruisca un fronte unitario ed umanitario forte e rappresentativo, capace di affrontare tutte le continue tragedie migratorie, affinchè non si debba ancora una volta contare le vittime innocenti, donne e bambini sopratutto, inghiottiti dal Mar Mediterraneo, come negli ultimi viaggi della speranza non solo dal teatro di guerra libico o  dalla vicina terra di Tunisia, ma anche dalla ripresa della vecchia rotta balcanica, per entrare nell’Unione Europea. Tutte misure compatibili e complementari con altre come rilanciato dall’ appello di 360 tra economisti, giuristi, virologi ed esperti dell’immigrazione, così come del gruppo Grei250, per sollecitare la regolarizzazione di tutti gli immigrati, non solo in agricoltura, ma anche in tutti gli altri settori economici del nostro Paese. Infatti  questi “Invisibili”, rischiano di essere uno dei maggiori fattori di rischio nella diffusione del coronavirus, nonchè un bacino di potenziale manovalanza per la stessa criminalità organizzata. Queste le tante domande che aspettano finalmente una risposta, che deve essere concreta e tempestiva, per il futuro dell’ Italia. 

Klodiana Cuka nasce a Durazzo il 13 Aprile 1972. Giunge in Italia nel 1992 e il 24 Aprile 2009, dopo 17 anni acquisisce la cittadinanza italiana. E’ laureata in Lingue e Letterature Straniere (russo e albanese) e Mediatrice linguistico culturale, specializzazione per le strutture penitenziarie, presso l’ONG CIES – Centro Informazione Educazione allo Sviluppo di Roma. Consegue nel 2006 il Dottorato di Ricerca Internazionale- Studi di Linguistica e Filologia Albanese presso l’Università della Calabria conseguito con il massimo dei voti. Socia in AISSE – Associazione Italiana Studi Sud Est Europeo. Sin dal primo momento del suo arrivo in Italia, Klodiana Cuka si spende per chi, come lei, ha lasciato il proprio paese e si trova ad affrontare tra tante difficoltà, la propria vita in una terra diversa dalla sua. Dal 1998, insegna italiano agli alunni immigrati nelle scuole del Salento a Poggiardo. Nel 2001 è Volontaria presso lo sportello per gli immigrati “Lecce Accoglie” del Comune di Lecce. Nel 2003 fonda Integra Onlus, associazione onlus di cui diventa Presidente. Integra fa dell’immigrazione, l’integrazione e delle politiche sociali una missione di vita. L’intento dell’Associazione è quello di migliorare la vita degli immigrati presenti sul territorio italiano e di realizzare una reale integrazione tra i popoli. Integra collabora in modo continuativo con UNAR, INMP e AICCRE con la quale ha sottoscritto anche un protocollo d’intesa sulle politiche migratorie. Integra si propone di organizzare e svolgere attività formative di varia natura finalizzate a realizzare una integrazione tra tutte le culture presenti sul territorio salentino, nonché a promuovere la tutela dei diritti civili.

Nell’ottobre 2010 Klodiana Cuka è tra i fondatori del Movimento Nazionale Nuovi Cittadini, nato per occuparsi dell’importanza sociale della persona, in quanto essere umano nella sua accezione più ampia, ed è stato fondato per risvegliare le coscienze assopite dell’opinione pubblica riguardo queste tematiche, del quale viene eletta Presidente. Diventa testimonial per il documentario di Maurizio Panici “Mediterraneo” che raccoglie testimonianze di accoglienza e integrazione per RaiCinema nel Salento. Dal 2011 è Membro del Consiglio Nazionale e della Direzione Nazionale dell’AICCRE – Associazione Italiana Consiglio Comuni Regioni d’Europa.

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