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Diritti umani

“I AM, IO SONO IL COLONNELLO”, film sulla straordinaria vita del colonnello Carlo Calcagni

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“Ho salvato tante vite umane affrontando, senza tentennamenti, tanti rischi e tutti i terribili effetti di una guerra”. Calcagni al termine della missione di pace in Bosnia-Erzegovina scopre di essere vittima di contaminazione da metalli pesanti. E la sua vita cambia in modo radicale

Di Tiziana Primozich

Carlo Calcagni, un uomo, un padre, un soldato, un servitore della Patria. Da qualche giornalista definito ex, è tuttora  il Colonnello del Ruolo d’Onore Carlo Calcagni, che nel 1996 in Bosnia-Erzegovina in missione di pace come pilota elicotterista, in servizio MEDEVAC (evacuazioni medico sanitarie), già Uomo della Folgore, salvava centinaia di vite umane in un teatro di guerra tra i più crudeli della storia umana. A lui è dedicato il docufilm di Michelangelo Gratton ‘IO SONO IL COLONNELLO’, che sarà presentato in prima assoluta Venerdì 13 Aprile, giornata che rappresenta anche il “COLONNELLO DAY, presso il Cinema Palma di Trevignano Romano.

Una storia vera che non ha un lieto fine, nonostante il valore ed il coraggio che rendono Calcagni un uomo unico, un vero eroe. Si… perché al termine della sua missione, rientrato a casa, dopo poco tempo comincia ad accusare una serie di malesseri che si trasformano ben presto in una diagnosi terribile: il suo corpo è stato contaminato da metalli pesanti e la sua vita viene stravolta. Sopravvissuto alla guerra si trova ad affrontare il peggiore tra i nemici, un nemico invisibile ed invincibile, fatto di un mix tra piombo, mercurio, ferro, rame, acciaio, nichel, antimonio, cadmio, tungsteno e alluminio, respirati durante le ore di volo sulle zone di guerra sotto forma di polvere sottile, che invadono il suo perfetto e atletico organismo . Così comincia il calvario di Calcagni, che non si arrende e diventa anche un eccellente atleta paralimpico del ciclismo, conquistando 2 medaglie d’oro in Coppa del mondo nel 2015 come atleta della Nazionale italiana di ciclismo paralimpico e 3 medaglie d’oro agli Invictus Games di Orlando in Florida nel 2016 come atleta del GSPD, il Gruppo sportivo paralimpico della Difesa.

“La mia VITA è caratterizzata da una lotta continua per la sopravvivenza… ricercando costantemente un equilibrio che poi non è facile mantenere! “ – spiega in uno dei suoi tanti scritti –“Nel corso degli anni, a partire dalle prime diagnosi che riguardavano il sistema endocrino, il fegato, i reni ed il midollo che necessità di un trapianto allogenico di midollo osseo, se ne sono susseguite altre, che hanno interessato molti altri organi ed apparati. Una delle patologie che ha drasticamente peggiorato il quadro clinico è una malattia neurologica degenerativa di tipo demielinizzante.

Nessuno ha mai parlato di vera e propria Sclerosi Multipla per come la si intende in letteratura scientifica, ma comunque quella che mi ha colpito è una forma verosimilmente di tipo autoimmune (questa natura hanno peraltro molte altre patologie che mi riguardano) che interessa il sistema nervoso, con caratteristiche degenerative ed irreversibili di tipo demielinizzante. Negli ultimi anni, nel 2015, i medici inglesi che mi hanno in cura dal 2010 presso il Centro di altissima specializzazione “Breakspear Hospital”, dove effettuo ricoveri della durata di 15 giorni ogni quattro mesi, hanno diagnosticato anche un Parkinson di grado severo”.

Un lungo elenco di strane e rare patologie sintetizzate in un nome altrettanto strano, la Mcs “sensibilità chimica multipla”, minaccia giornalmente la vita di quest’uomo, padre di due figli,  che non si arrende:” Quando si parte per salvare una vita la tua passa in secondo piano, quando ho iniziato a combattere per la mia vita ho fatto la stessa cosa: sono partito per salvarmi”.

“Al di là delle polemiche demagogiche il vero dato è che la guerra porta sempre con sé conseguenze terribili” – spiega il regista Michelangelo Gratton, titolare di Abilty Channel che ha conosciuto Calcagni durante un raduno tecnico della nazionale italiana di ciclismo quando era già un atleta paralimpico – “Carlo è un uomo speciale, l’unico che, durante tutta la mia attività nel mondo paralimpico, mi ha colpito profondamente. Il docufilm è nato quasi per caso, poi mi ci sono appassionato ed il messaggio più profondo di questo testimonial eccellente è che in un conflitto armato i perdenti siamo tutti noi”.

Non a caso a patrocinio dell’evento anche Donne per la Sicurezza onlus e la Lega italiana Diritti dell’Uomo (Lidu onlus), per ricordare al mondo, attraverso la straordinaria vita del colonnello Calcagni, la necessità della pace. Un‘esigenza spesso affrontata con fermezza e spirito di sacrificio nelle tante missioni di pace di cui lo Stato Maggiore della nostra Difesa è stato protagonista.

“Gli effetti di una guerra si chiamano uomini, indipendentemente dalla loro nazionalità sono, comunque, fratelli. – spiega il colonnello Calcagni evidenziando lo spirito che lo ha pervaso nel suo ‘partire in missione internazionale di pace’ nel 1996 –  Non possono esserci tentennamenti quando ci sono in gioco vite umane, quando si crede in ciò che si sta facendo e, ciò che si fa, nasce da come si è dentro e l’unico obiettivo è salvare la vita di “qualcuno”… che nemmeno conosci… ma che improvvisamente diventa più importante della tua stessa vita!Il dolore non mi ha fornito gli strumenti per affrontarlo, è tutto ciò che ho dentro, tutto ciò che ho vissuto, ciò che io sono ad avermi permesso di affrontare e sopportare ciò che ho vissuto e visto durante le mie missioni. Ed è proprio grazie a ciò che io sono diventato, che ho potuto affrontare la vita militare. È la differenza tra “fare” il soldato ed “essere” un soldato”.

“Ho un profondo attaccamento e forte senso di appartenenza alla Forza Armata… ho servito e sono ancora al servizio dello Stato… non ho mai rinnegato la mia uniforme che indosso con fierezza… ed ho lottato per continuare ad indossarla dopo essere stato riformato nel 2007 con il 100% d’invalidità permanente. – continua Carlo Calcagni – Lo Stato non è un’entità astratta, è fatto di persone che fanno delle scelte che possono o non possono essere le più giuste. Ed ogni singolo uomo agisce come pensa sia giusto. Freddo e calore sono sempre entrambi presenti, causati da persone che tentano di distorcere o negare la verità oppure da persone che combattono per quella stessa verità. Credo che la Giustizia abbia vesti diverse da quelle che ci aspettiamo, spesso arriva da dove non pensavamo potesse arrivare… e ci sorprende… sempre”. Ed infatti insieme a tante amarezze l’orgoglio pochi giorni fa di essere ricevuto dal Capo di Stato Maggiore della Difesa il Generale Graziano, che ha voluto incontrare Carlo Calcagni per convalidare senso di appartenenza e solidarietà di intenti.

Da 15 anni Calcagni conduce una battaglia che non è solo la personale guerra per la sua sopravvivenza, ma è anche il supporto per altri che come lui in seguito a quella missione di pace sono stati contaminati dagli stessi metalli pesanti, affinché come in un battaglione militare nessuno resti indietro, nessuno resti solo. “A volte, non è importante l’esito della battaglia, ma l’aver combattuto “la buona battaglia”. È importante, per me, sapere di aver fatto tutto, ma proprio tutto ciò che era in mio potere per combattere questa battaglia. Solo così io non sarò mai in ostaggio della mia malattia, né prigioniero in una prigione. La libertà è un’idea, ma se la facciamo vivere in noi diventa realtà, nonostante tutto… e nonostante tutti!”

Foto credit: Michelangelo Gratton

per info e prenotazioni scrivi a eventi@heyoka.it

L’evento, organizzato in collaborazione con l’associazione “LAGO PER TUTTI ONLUS”, sarà anche l’occasione per contribuire alla realizzazione di una spiaggia ATTREZZATA ed ACCESSIBILE “anche” ai DISABILI sul lago di Bracciano.

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