Mondo
In Giappone mamma e papà a noleggio
In Giappone un’ agenzia formata da attori volontari fornisce finti parenti da invitare alle feste di matrimonio.
di Vito Nicola Lacerenza
In Giappone, celebrare un matrimonio senza amore è possibile, ma senza genitori no. Devono sempre essere presenti, sempre! Anche se sono morti. Non si tratta di una richiesta impossibile, perlomeno nel paese nipponico, dove l’agenzia Hagamashi Tai, che in italiano significa “vogliamo tirarti su”, offre ai promessi sposi la possibilità di noleggiare parenti di ogni grado, amici e colleghi finti, interpretati da attori, per le occasioni più importanti. L’utilità di questo servizio potrà sembrare misteriosa a un occidentale, ma per un giapponese è ovvia: festeggiare il matrimonio senza i propri cari espone la famiglia del partner ai pettegolezzi del vicinato, il che, oltre ad essere spiacevole, è motivo di profonda vergogna. In altre parole, nel paese del sol levante, la forma è importante almeno quanto la sostanza. «Stavo per sposarmi e i miei genitori erano morti. Non potevo assolutamente dirlo a mia moglie, avevo troppa paura di distruggere il matrimonio; la sua famiglia è molto conservatrice e mio suocero lavora per il governo- ha detto un cliente di Hagamashi Tai– Avevo bisogno per forza di due genitori per sposarmi, così mi sono rivolto all’agenzia, che mi ha mandato un “papà” e una “mamma” e quest’ultima mi somigliava persino! Per fortuna i parenti di lei se la sono bevuta».
Hagamashi Tai può contare su uno staff di circa 300 attori pronti a recitare le parti più disparate per nascondere le situazioni più “scabrose” della vita reale. Ad esempio, se lo sposo è stato licenziato, si può star certi che il giorno del suo matrimonio ci sarà un finto datore di lavoro, bendisposto ad elogiarlo davanti ai suoceri. Il costo di questi servizi è irrisorio, perché quello che a prima vista potrebbe sembrare un noleggio è, invece, un’attività di volontariato. «Non considero ciò che faccio un mestiere, siamo tutti volontari- ha precisato il fondatore dell’agenzia Ryuichi Ichinokawa- Trovo che in Giappone i rapporti familiari e interpersonali in generale si siano affievoliti al punto che sempre più persone trascorrono la vita in totale solitudine. Rendere nota questa situazione, a livello sociale, può essere un problema- ha aggiunto Ichinokawa- Molti mi ritengono un impostore, ma io sono convinto che ciò che faccio può aiutare i miei clienti a risolvere i loro problemi e a dare loro una speranza per il futuro». L’alienazione e le pressioni di una società ancora troppo conservatrice producono nelle persone uno stress insopportabile, a cui spesso si pone fine con il suicidio. Secondo le autorità nipponiche, sono circa 30.000 i giapponesi che, ogni anno, si tolgono la vita.