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Ciclabile a Roma: Rosati-Benvenuti (FI), una colata di asfalto fra gli storici “muraglioni” della capitale

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Tendere strisce di catrame, o tracciare linee colorate su strade e marciapiedi senza una pianificazione specifica del sistema ciclabilità è un ennesimo fallimento

Anche questa mattina bloccata la pista ciclabile fra Ponte Marconi ed il centro storico della Capitale, sino a Ponte Garibaldi,  per i lavori che tante polemiche stanno suscitando fra cittadini, ciclisti e forze politiche. Strisce di asfalto sulla pista ciclabile già esistente e sui tradizionali sampietrini,  senza alcuna attenzione alle caratteristiche degli argini del Tevere, detti “muraglioni”, che vorremmo ricordare hanno oltre 150 anni di storia.

E’ quanto dichiarano Fabio Rosati e Piergiorgio Benvenuti, rispettivamente responsabile della Consulta Trasporti e della Consulta Ambiente di Forza Italia a Roma.

Senza dubbio nel passato è venuto a mancare a Roma un approccio integrato al tema dello sviluppo della ciclabilità al contrario di altre grandi metropoli che – credendo in tale mezzo – sono arrivate a misurare spostamenti in bicicletta di un ordine di grandezza paragonabile a quello degli spostamenti su tutto il TPL romano.

Il tema della ciclabilità urbana si dovrebbe porre come strategia centrale rispetto a diverse competenze, offrendo opportunità di ricucitura tra “ambiente” e altre competenze di governo del territorio.  La riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico e la liberazione delle reti ecologiche di acque e di spazi verdi, ma anche  un importante contributo alla riqualificazione dell’ambiente antropico attraverso la riqualificazione e rivitalizzazione delle strade e delle piazze, ed il compattamento degli usi urbani entro distanze ragionevoli.

Certamente il piano dello sviluppo della ciclabilità dell’Amministrazione Raggi fa acqua da tutte le parti con percorsi rappresentati da semplici strisce disegnate su marciapiedi e sui lati delle strade, percorsi pericolosi per tutti, automobilisti, pedoni ed anche ciclisti. Abbiamo in più occasioni –proseguono Rosati e Benvenuti- pubblicamente protestato per la pessima ciclabile di Ostia o quella di Battistini, e senza un adeguato trasporto pubblico,  purtroppo l’automobile privata prosegue a vincere nella Capitale  nel confronto con gli altri mezzi di trasporto, con conseguente incremento dell’inquinamento.

Sta di fatto che tendere strisce di catrame, o tracciare linee colorate su strade e marciapiedi senza una pianificazione specifica del sistema ciclabilità in relazione alle caratteristiche della domanda di trasporto sta  comportando  la mancanza di un disegno d’insieme e di una gerarchizzazione delle piste. Lo stato dell’arte evidenzia quindi una forte frammentazione dei percorsi ciclabili e la conseguente assenza di una maglia funzionale alla domanda di mobilità, oltre alle carenze in materia di costante manutenzione delle piste già esistenti. Per non parlare –proseguono Rosati e Benvenuti- della presenza di insediamenti abusivi negli argini del Tevere, ad esempio proprio nel tratto fra il centro storico e Ponte Marconi,  che abbiamo con determinazione più volte segnalato.

Per quanto riguarda la tipologia della pavimentazione, questa deve innanzitutto garantire condizioni ottimali di  transito ai ciclisti,  con l’aggiunta di additivi colorati per rendere ulteriormente visibile la pista stessa, in armonia con il contesto architettonico circostante. In sintesi –concludono Rosati e Benvenuti- è totalmente inadeguato  posizionare  strisce di catrame in un contesto architettonico come i famosi storici “muraglioni” di Roma, come è totalmente fallimentare la manutenzione e lo sviluppo della ciclabilità programmata dall’attuale amministrazione a guida Raggi.  

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