Arte & Cultura
Carnevale al Teatro “La Fenice” di Venezia 2016: Verdi (1813/1901) – “La Traviata”
La Fondazione Teatro “La Fenice” di Venezia rende omaggio al grande Verdi , acclamato come il maggior operista italiano dell’ottocento, mettendo in cartellone “La traviata” il 5/6/7/9/10/11 febbraio.
di Marina d’Angerio di Sant’Adjutore
Venezia, 10 febbraio – Continuano i festeggiamenti del bicentenario della nascita (1813/2013) di Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto,10 ottobre 1813/Milano, 27 gennaio 1901) . Verdi, il più grande compositore italiano di melodrammi dell’Ottocento, acclamato come eroe popolare in un’Italia risorgimentale che lottava per l’Unità Nazionale e l’Indipendenza. Il “W VERDI” fu il motto popolare che si udiva nell’Italia ottocentesca, a sostegno del futuro Re d’Italia Vittorio Emanuele (da cui l’acronimo: “Vittorio Emanuele Re d’Italia”), sotto la dominazione austriaca; e il governo austriaco, nelle trame delle opere di Verdi, cercava significati patriottici volti a fomentare la ribellione nel popolo. Nei capolavori verdiani della “trilogia popolare” la figura dell’eroe, snaturato da enormi e smisurate passioni, riacquista la sua umanità attraversando il mare infinito dell’amore e del dolore. Questi simboli della fratellanza umana: Amore e Sacrificio, questo calore di sangue e pianto, saranno il canto delle umane lagrime. La verità contro l’impeto delle folli passioni che snaturano l’essere umano, è il crisma della sublime arte verdiana. L’amore è la sola verità della vita (” ‘E il sol dell’anima, la vita è amore”). La “Traviata”- Melodramma in tre atti – di Francesco Maria Piave (tratto dal dramma “La Dame aux camélias”, di Alexandre Dumas figlio). Prima rappresentazione: Teatro “LA FENICE”,Venezia, 6 marzo 1853. Musica di Giuseppe Verdi (1813/1901).
Trama: Nella romantica Parigi di metà Ottocento , nella cornice del salotto delle feste della bella e famosa Violetta Valéry,amante del barone Douphol, è in corso un ricevimento. Lo champagne scorre a fiumi e la “traviata” vuole annegare nei piaceri consolatori di Bacco le sue pene ,dovute alla sua salute malferma. Il giovane nobile Alfredo, suo nuovo ammiratore, alza il calice per il brindisi (“Libiam ne’ lieti calici”); Violetta subito se ne invaghisce e celebra con lui i dolci fremiti che suscita l’amore . I due s’ innamorano ma questo amore sarà presto avversato da Giorgio Germont, padre di Alfredo, il quale le chiede di lasciarlo per salvaguardare la sua reputazione e quella della sua famiglia. L’accondiscendente e giovane Violetta ,con un’amorosa generosità e spirito di sacrificio, obbedisce lasciando l’amato Alfredo in una profonda disperazione che si tramuterà in una lacerante tragedia.
Nota storica. Verdi per la stagione di Carnevale del 1853 al Teatro “La Fenice” desiderava “un altro soggetto semplice ed affettuoso”, come riporta una lettera del 1851 inviata al librettista Salvatore Cammarano . Si doveva trovare “una donna di prima forza”,egli scriveva così a Carlo Marzari, direttore del Teatro “La Fenice” di Venezia, ovvero, un soprano di bravura. La traviata è la terza e ultima opera di quella che viene definita la “trilogia popolare”,e la figura della protagonista Violetta Valéry domina su tutte le altre. ‘E interessare ricordare che Verdi era ancora impegnato nel suo “Trovatore”quando incominciò a comporre “La traviata”, quest’ultima venne alla luce come corrispondente femminile del primo, proprio nello stesso periodo,contemporaneamente, due opere così profondamente diverse tra di loro, furono messe in scena a distanza di due mesi l’una dall’altra. Mentre nel “Trovatore” il linguaggio melodico è ampio e virile, nella “Traviata” un medesimo linguaggio melodico si tramuta in femminile e di natura raccolta. Nella tensione creativa ogni idea generava nel gran compositore una di natura opposta. Un caso analogo si riscontra per la Settima e l’Ottava Sinfonia di Beethoven. Il decennio 1850/1860 segnò uno spartiacque nella carriera e nella vita di Verdi. Grazie al successo di “Rigoletto” e “Trovatore” e, dopo il fiasco iniziale, “La traviata”(la sceneggiatura una volta inviata alla censura veneziana fu cambiata in “Amore e morte” e solo nel 1854 riuscì ad incontrare i favori del pubblico ). Verdi compose la “Traviata” interamente nella sua villa di campagna di Sant’Agata (vicino Busseto),dove si era ritirato sin dal 1851, con la sua nuova compagna ,Giuseppina Strepponi (che sposerà nel 1859) . Questa storia d’amore provocò uno scandalo nell’ambiente provinciale di quel tempo ,nonostante ciò ,il musicista rimase indifferente alle critiche e visse con la sua nuova compagna fino alla morte di lei (avvenuta nel 1897) che lo lasciò in una profonda disperazione. Il genio di Verdi viene ricordato anche da D’Annunzio :”Diede una voce alle speranze e ai lutti./Pianse ed amò per tutti”.