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Caos in Argentina per la riforma delle pensioni

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La gente per protesta scende in piazza. Scontri con la polizia, con feriti e arresti, e il malcontento cresce in tutto il Paese

 

di Vito Nicola Lacerenza

“Soddisfazione” è la parola giusta per descrivere il morale del governo argentino dopo la recente approvazione della riforma pensionistica in parlamento. D’altronde non c’è da sorprendersi, visto che la lotta all’inflazione e alla povertà è stata, fin dall’inizio, uno dei punti chiave del programma del presidente argentino Mauricio Macri. «Abbiamo l’impegno di abbassare l’inflazione, perché è questa che colpisce quelli che hanno meno- ha detto durante una conferenza stampa a ottobre- per questo è importate continuare il lavoro di abbassamento del deficit fiscale, ed è ciò che faremo facendo approvare, nel congresso, un fondo che riporti il deficit a meno del 3.2».

Queste parole danno il senso della nuova riforma delle pensioni che stabilisce come assegnare il sussidio. D’ora in poi sarà regolato in base all’inflazione ogni trimestre, mentre prima veniva calcolato tenendo conto del salario e del gettito fiscale, solo due volte l’anno. L’approvazione di questa riforma è un passo avanti verso “la crescita, il progresso e l’evoluzione” per Macri e gli economisti.  Peccato, però, che “quelli che hanno meno”, e sono tanti, non siano dello stesso avviso. Lo dimostrano i violenti scontri avvenuti davanti al parlamento tra i gas lacrimogeni e i proiettili di gomma.

Nelle ore successive al caos, si sono contati i feriti, mentre per decine di manifestanti sono scattate le manette. Le tensioni intanto continuano, e lo sciopero generale, indetto dai sindacati prosegue. Difficile giudicare chi abbia ragione.Ma basta un semplice dato numerico per comprendere l’entità della  inflazione che attanaglia il paese: un dollaro americano, attualmente, equivale a quasi vnti pesos. Un dato preoccupante, tanto più se si considera il fatto che l’argentina ha già sofferto in passato un default economico. Per quanto controversa e discutibile, questa riforma pensionistica ha come principale obbiettivo quello di abbassare, nell’arco di un anno, l’inflazione dall’attuale 20% all’8%. La cosa più urgente adesso per il governo argentino sarà ricucire lo strappo con la società civile, soprattutto quella più debole, che è anche la più numerosa.

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