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Arte & Cultura

Being Norwegian di David Greig

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Teatroinscatola, Dal 15 al 20 Dicembre 2015 da martedì a sabato ore 21, domenica ore 18

BEING NORWEGIAN di David Greig regia Roberto Rustioni traduzione Elena Arvigo luci e allestimento Paolo Calafiore con Elena Arvigo, Roberto Rustioni foto Aura Caldarini organizzazione Marianna Caruso Produzione Fattore K. In collaborazione con Associazione C/R e Olinda Una notte, in Scozia, ai nostri giorni. Un uomo di circa quarant’anni e una donna sui trenta si incontrano per caso.  Sean accoglie Lisa nel suo caotico appartamento: si sono conosciuti poco tempo prima in un pub.  Uno spazio e un tempo che sembrano sospesi in una realtà quotidiana ruvida e dura. Nell'imbarazzo di quell'intimità non prevista, gli oggetti diventano degli appigli cui legare le frasi, per evitare quei secondi di silenzio che, nella legge delle nuove relazioni, sembrano a volte pesare come ore. L’incontro casuale di due individui in cerca della propria identità consente di immergersi negli stati d’animo irrequieti e turbolenti dell’uomo contemporaneo. L'atmosfera rende il grottesco quotidiano di tante situazioni comuni e mostra la complessità secondo cui si evolvono, nello spazio di un semplice dialogo notturno fra un uomo e una donna, le distanze, gli avvicinamenti e il magnetismo dei caratteri. Il testo di David Greig, giovane autore scozzese contemporaneo descritto come uno dei drammaturghi più interessanti e audaci della sua generazione (Daily Telegraph), crea attraverso l’espositiva sincerità dei dialoghi una trasparenza emotiva che attira immediatamente l'amicizia e la muta confidenza del pubblico.

Roma, 4 dicembre – Dopo il successo di pubblico e critica delle passate edizioni, torna sulla scena romana, al Teatroinscatola dal 15 al 20 Dicembre, l’amara ironia di David Greig con Being NorwegianNella commedia, dai toni romantico-noir, la complessità dei rapporti umani, tra diffidenza e strategie, si dipana in uno spazio e un tempo che sembrano sospesi, dove il confine tra realtà e immaginazione è molto labile. Una notte, in Scozia, un quarantenne, Sean, dal passato misterioso, incontra per caso in un pub Lisa, un’enigmatica e apparentemente svampita trentenne. Sean accoglie Lisa nel suo caotico appartamento, tra gli scatoloni di un trasloco mai terminato. Nell’imbarazzo di quell’intimità non prevista, gli oggetti diventano appigli e pretesti cui legare le frasi, per evitare quei secondi di silenzio che, nella legge delle nuove relazioni, sembrano a volte pesare come ore. L’incontro casuale di due individui, in cerca della propria identità, consente di immergersi negli stati d’animo irrequieti e turbolenti dell’uomo contemporaneo. Davanti a un impacciato Sean, Lisa afferma di essere norvegese. La Norvegia assume il significato di una condizione dell’anima, il luogo dell’utopia e dell’immaginario, dove è possibile trovare la felicità. L’atmosfera rende il grottesco quotidiano di tante situazioni comuni, mostrando la complessità secondo cui si evolvono, nello spazio di un semplice dialogo notturno fra un uomo e una donna, le distanze, gli avvicinamenti e il magnetismo dei caratteri. Così “Essere Norvegesi” diventa metafora di “Essere Speciali”, poiché la Norvegia rappresenta qualunque terra in cui coloro che si sentono stranieri possono, una volta riconosciutisi, vivere felici. Il testo di David Greig, giovane autore scozzese contemporaneo descritto dal Daily Telegraph come “uno dei drammaturghi più interessanti e audaci della sua generazione”, crea attraverso la spiazzante spontaneità dei dialoghi una trasparenza emotiva che provoca una grande empatia nello spettatore.

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