Diritti umani
A chi appartiene la Cultura e chi deve promuoverla?
I grandi autori letterari italiani vanno promossi all’estero. Il diritto d’autore non deve ledere il diritto della popolazione umana alla conoscenza
di Gianni Pezzano
Si parla molto della nostra Cultura e la sua promozione, ma a volte non è così facile come alcuni credono perché questa promozione può essere bloccata da individui. Senza negare certi diritti legali, bisogna capire che i nostri artisti, autori e registi non appartengono soltanto alle loro famiglie e quindi ai loro eredi, ma anche al paese in cui sono nati e che ha creato le condizioni che hanno permesso loro di poter esprimere al meglio i loro talenti.
In queste settimane due amici mi hanno inviato articoli riguardo un tema che è il simbolo di una battaglia personale che alcuni potrebbero pensare assurda, ma è la realtà di molti e non solo in Italia.
Famiglie ed eredi
In millenni di Storia la nostra penisola prima e l’Italia unita poi, ha prodotto generazione dopo generazione, artisti che hanno contribuito a creare un tesoro culturale inestimabile che quasi nessuno conosce fino in fondo per quanto è esteso.
Ma non basta sapere che esistono questi tesori perché non valgono niente se non sono visti, letti, condivisi e apprezzati dal pubblico. Un’opera non vale niente se viene rinchiusa in una stanza di una casa, un film viene dimenticato se non viene proiettato regolarmente così come un autore se le sue parole non vengono lette da generazioni nuove.
Eppure questo capita spesso quando queste opere vengono tramandate agli eredi che decidono, per un qualsiasi motivo, che quadri, libri, opere e film non devono avere un pubblico nuovo.
Sappiamo che artisti di tutti i generi sono difficili e che fin troppo spesso esistono litigi e divergenze all’interno delle loro famiglie che hanno come effetto la decisione degli eredi di non permettere la diffusione delle opere del proprio padre, madre, nonno o nonna. Ma questo non tiene in considerazione il fatto che gli artisti non appartengono solo alle famiglie, ma al paese intero e per estensione a tutto il mondo
Proprietà privata o pubblica
Nel caso di autori e poeti i diritti delle opere non valgono niente se i volumi non trovano un pubblico per leggerli. Questo problema non è solo italiano, e in un paese che ha urgente bisogno di far conoscere i suoi tesori al grande pubblico internazionale che ne sa relativamente poco, questa decisione quasi sempre vuol dire che gli autori e i poeti sono destinati a essere dimenticati per chissà quanto tempo e in alcuni casi dimenticati del tutto e quindi la decisione di non permettere la diffusione di opere va contro gli interessi del paese.
Lasciamo stare il fattore puramente economico dei famigliari/eredi, che temono di non sfruttare al massimo le opere del defunto, e riflettiamo su cosa comporta una decisione restrittiva della divulgazione di opere letterarie per il paese.
Tribunale e condanna
I nostri autori e poeti non sono soltanto i testimoni oculari dei capitoli della nostra Storia e dei nostri grandi episodi culturali. I nostri autori e poeti sono coloro che mettono in parole le emozioni e i capitoli essenziali del passato per il nostro futuro. Per capire Dante bisogna leggere anche gli altri autori della sua epoca. Per capire il Risorgimento bisogna leggere le parole di chi ha descritto ogni fase di quella lotta storica fondamentale per il nostro paese.
I nostri autori e poeti mettono in parole quel che la gente del futuro non potrà sapere da una esperienza personale. Per questo motivo è davvero surreale che eredi decidano che solo loro hanno il diritto di decidere il futuro di quelle opere.
Però qualche anno fa un tribunale americano nell’emettere un verdetto su un caso del genere riguardante gli eredi del grande autore irlandese James Joyce, ha fatto capire che gli eredi dei nostri grandi artisti non sono solo eredi privati, ma sono in effetti i custodi delle opere del defunto e che hanno anche il dovere di permettere la diffusione al pubblico che può dimenticarli nel futuro se non potranno leggere le loro opere.
Questa situazione è ancora più importante per un paese come l’Italia dove il potenziale pubblico dei nostri libri, poesie e altre opere, è limitato a chi capisce benissimo la lingua italiana. Purtroppo, non permettere la diffusione delle nostre opere letterarie vuol dire, a tutti gli effetti, condannare i nostri autori e poeti all’oblio.
Futuro
Per tenere vivi i ricordi dei nostri scrittori di tutti i generi, dobbiamo assicurare che le loro opere non siano semplicemente pubblicate in piccole dosi e solo in italiano. Come paese dobbiamo garantire che queste opere siano a disposizione del grande pubblico internazionale e questo non vuol dire solo fare traduzioni delle opere.
Abbiamo l’onere di presentare i nostri autori e poeti in modo tale che vengano capiti e che le loro opere abbiano un vero senso per il lettore nuovo all’estero. Questo vuol dire anche preparare volumi capaci di spiegare a questo pubblico nuovo chi fosse l’autore/autrice, la sua vita e gli incidenti che l’hanno portato a scrivere le proprie opere.
In questo modo i nostri autori potranno essere ricordati per molte generazioni nel futuro.
Promotori all’estero
In questo l’Italia ha già una riserva potenziale enorme capace di promuovere i nostri autori importanti e diffondere le loro opere nei loro paesi di residenza. Chi meglio può promuovere i nostri grandi autori di chi è nato e cresciuto all’estero? Non solo chi è madre lingua in un altro paese, ma conserva la conoscenza dell’italiano e ha il giusto bagaglio culturale, può tradurre al meglio e presentare queste opere al nuovo pubblico, ma sa anche come meglio pubblicizzarle nel nuovo mercato dove è nato e cresciuto.
La nostra Cultura ha bisogno di essere conosciuta al meglio perché non si limita solo ai grandi artisti del Rinascimento e alla grande musica lirica come dicono i luoghi comuni, ma comprende artisti di ogni genere e in ogni secolo di Storia.
Chi guarda le pagine degli italiani all’estero, di tutte le generazioni, sa che i nostri parenti e amici hanno una voglia enorme di conoscere il loro passato e di sapere come rintracciare le loro origini. Ma questo non può succedere se non permettiamo la diffusione delle opere più importanti del nostro paese.
Chi scrive conosce per esperienza personale quanto sia difficile abbattere le barriere di interessi economici personalistici, ma non possiamo arrenderci alla volontà di pochi nel non far diffondere le opere dei nostri autori e poeti defunti.
I nostri gradi artisti, autori, poeti registi, ecc., non appartengono solo ai pochi eredi, ma a tutto il paese. Se davvero vogliamo promuovere la nostra Cultura dobbiamo capire che l’unico modo per farlo davvero è diffondere queste opere e incoraggiare chi vuole farlo, in ogni parte del mondo
Solo cosi garantiremo che i nostri grandi artisti saranno ricordati per sempre. Con le loro opere disponibili e riconosciute in tutto il mondo e non chiuse in ipotetiche cassette dove nessuna potrà vederle…