Italia
Alissa Ferry e lo studio del linguaggio

Intervista alla giovane ricercatrice americana approdata in Italia per studiare i segreti del linguaggio
Di Francesca Rossetti
Roma, 12 dicembre – Alissa Ferry è una giovane ricercatrice americana da poco approdata in Italia per studiare i segreti del linguaggio: a lei la parola.
Chi è Alissa Ferry e come è nato il tuo interesse per lo studio sulla mente ed il linguaggio?
Sono ricercatrice alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste. Mi sono laureata all’Università di Pittsburgh(Pennsylvania) ed ho conseguito il Master alla Northwestern University di Evanston (Illinois) sull’apprendimento delle parole da parte dei bambini. Mi sono interessata allo sviluppo del linguaggio durante il periodo dell’Università: inizialmente ho studiato come i bambini imparano ad associare i concetti e che le cose possono essere divise in categorie(ad esempio i gatti fanno parte di un gruppo di animali con caratteristiche in comune, le biciclette appartengono ad un altro gruppo con altre caratteristiche) e come possono usare queste categorie per rappresentare il mondo che li circonda. Successivamente ho iniziato ad approfondire come il linguaggio aiuti i bambini a capire le varie categorie e quali oggetti ne fanno parte sulla base degli aspetti in comune.
Come avviene l’apprendimento della propria lingua e di una straniera a livello cerebrale?
Alcune delle ricerche che ho condotto con vari colleghi indagano su come i neonati imparano la propria lingua ed uno degli aspetti basilari è essere capace di suddividere le parole. Quando parliamo, di solito lo facciamo in modo continuo, senza pause fra le parole, basti pensare ad esempio a quando si ascolta qualcuno che parla una lingua che non si capisce: è molto difficile seguirlo e capire dove finisce una parola e dove ne inizia un’altra. Nelle nostre ricerche dimostriamo che i neonati hanno sensori molto sofisticati che permettono loro di cogliere la singola parola ed in una di esse emerge che più suoni assieme spesso assomigliano alle parole, mentre quelli singoli sono come un confine fra una parola e l’altra. In un altro progetto dimostriamo che la prosodia, i cambiamenti di intonazione ed intensità che danno musicalità al linguaggio possono aiutare i neonati nella suddivisione delle parole e quindi per l’apprendimento della lingua madre la mente è predisposta dalla nascita. Si sa di meno su come avvenga l’apprendimento di una lingua straniera, ma è provato scientificamente che diventa sempre più difficile man mano che si invecchia. Questo perché la mente è regolata principalmente verso la propria lingua di origine, mentre in un bambino il cervello è più flessibile e può imparare il cinese se cresciuto in Cina o l’italiano se cresciuto in Italia. Crescendo la mente cambia le proprie funzioni e migliora l’apprendimento della lingua madre, mentre diventa più difficile quella verso nuove lingue. Se si cambia luogo ed è necessario imparare una nuova lingua in età adulta è richiesto maggiore impegno rispetto ad un bambino. Le ricerche dimostrano che la mente utilizza zone cerebrali diverse per elaborare la lingua madre ed una straniera in età adulta, dato che sono due procedimenti differenti.
Quali sono le differenze fra sistema universitario americano ed italiano?
E’ difficile dirlo, anche perché SISSA non è un’Università tradizionale, bensì un Istituto di ricerca ed in ogni caso si tratta di una comunità internazionale con persone provenienti da tutto il mondo. Come ricercatrice del linguaggio, è molto interessante per me vedere le diverse caratteristiche delle varie lingue.
Quante lingue straniere può imparare una persona e quali sono i tuoi progetti futuri?
Per quanto ne sappia il numero di lingue che si possono imparare è illimitato, sempre che una persona abbia tempo per studiarle, naturalmente. Per molto tempo, le persone hanno ritenuto che imparare due lingue contemporaneamente fosse troppo difficile per i bambini, ma secondo alcune ricerche recenti non è così, anzi, è emerso che ci sono dei vantaggi a livello cognitivo e si stanno approfondendo i risultati per vedere se tali vantaggi si hanno anche per 3 lingue o più. Gli unici vincoli sono il tempo e la pratica, più ci esercita e meglio è. In futuro mi piacerebbe studiare come i bambini imparano le parole relative i concetti astratti, ad esempio “stesso” e “diverso”, oppure “sopra” e “sotto” e le strutture del linguaggio, ad esempio l’ordine delle parole per creare senso compiuto ad un discorso e come cambia il significato se il soggetto è singolare o plurale.