Arte & Cultura
58th Grammy Awards Winners

Roma 18 febbraio – Vera rivelazione del jazz vocale degli ultimi anni, la cantante Cecile McLorin Salvant ha iniziato a farsi conoscere vincendo la Thelonious Monk International Jazz Competition del 2010. Nel 2013 ha pubblicato il suo primo album ufficiale, “Womanchild”, che le è valso una nomination ai Grammy Award dell’anno successivo. Sempre nel 2014 Cecile ha vinto in ben quattro categorie del Down Beat Critics Poll: “Jazz Album of the Year”, “Female Vocalist”, “Rising Star – Jazz Artist” e “Rising Star – Female Vocalist”. Nel giro di nemmeno due anni Cecile è passata da cantante semisconosciuta a protagonista del jazz internazionale e tutto grazie unicamente alla sua straordinaria voce. Oggi Cecile McLorin Salvant presenta il suo nuovo album intitolato “For One To Love”. Prodotto nuovamente dall’etichetta Mack Avenue, questo nuovo lavoro si presenta come un progetto più intimo e sentito, che rivela nuove sfaccettature di questa artista. Quando le si chiede del suo nuovo album, Cecile McLorin Salvant risponde: «Questa musica è molto intima e personale. Non sto cantando di nessun’altro se non di me. Posso guardare molte di queste canzoni e rivivere situazioni emozioni o sensazioni che io soltanto ho vissuto. Questo è ciò che rende così difficile condividere questo album: è quasi come un diario». McLorin Salvant è splendidamente accompagnata, in questo suo secondo disco, da un ensamble di musicisti di altissimo livello che l’aiuta a trasformare ogni performance in una gemma musicale. Non ci sono trucchi da studio o sotterfugi tecnici in questo album. «Ho combattuto contro gli arrangiamenti – afferma Cecile – Ho voluto che questa musica suonasse il più vicino possibile a una performance dal vivo». Quella stessa attenzione al dettaglio emerge anche dalla confezione del CD, con una grafica che Cecile ha letteralmente immaginato, disegnato e scritto di suo pugno.
Best Folk Album: Béla Fleck & Abigail Washburn
Béla Fleck e Abigail Washburn, la cosiddetta “Famiglia Reale del banjo”, presentano il loro primo album insieme. Entrambi straordinari interpreti del banjo, Bela e Abigail, si sono sposati nel 2010 e dopo aver dato alla luce loro figlio Juno lo scorso anno, hanno deciso che era giunto il momento per questa collaborazione in duo che entusiasmerà tutti gli amanti del banjo. Quindici volte vincitore del Grammy, Béla ha deciso negli ultimi anni di prendersi una pausa dallo straordinario progetto “Béla Fleck e the Flecktones” per dedicarsi ad una vasta gamma di esperimenti musicali (tra cui la composizione di un concerto per la Nashville Symphony Orchestra e l’esplorazione delle radici africane del banjo in duo con Chick Corea), mentre Washburn ha attirato il plauso della critica per i suoi album da solista, ha contribuito ai gruppi Uncle Earl e The Wu-Force, e si è guadagnata una meritata fama internazionale. «Sono un grande fan di Abby – spiega Bela – adoro il suo modo di suonare. La mia musica di solito è coinvolgente per l’ascoltatore, ma quando suono con lei ho l’opportunità di fare musica in modo diverso. La sua è una musica emotiva, che crea una connessione profonda con l’ascoltatore». «Io mi ispiro ai vecchi tempi – spiega invece Abigail – in cui il banjo aveva poco a che fare con il virtuosismo o l’abilità tecnica. Quindi per me imparare la musica di Béla è stata una sfida impegnativa, ma meravigliosa. Anche se siamo musicisti molto diversi, mi sento fortunata ad averlo come compagno e mentore musicale. Proprio la nostra diversità è la parte più bella della nostra collaborazione».
Best Improvised Jazz Solo: “Cherokee” – Christian McBride dall’album Live At The Village Vanguard
Quando nel 1989 Christian McBride si trasferì da Philadelphia a New York per diventare uno studente della prestigiosa Juilliard, fu subito chiaro che si trattava di un talento fuori dal comune. Oggi, con alle spalle più di 300 registrazioni come sideman (tra gli altri con James Brown, Pat Metheny, Chick Corea, Wynton Marsalis, Sting e Paul McCartney), 11 album come leader e ben 4 Grammy Awards, McBride si è affermato come uno dei bassisti più influenti della sua generazione e presenta un nuovo album dal vivo registrato presso il leggendario Village Vanguard. Nell’album McBride è alla guida del trio con cui ha registrato il suo ultimo album “Out There”, formato dal pianista Christian Sands e dal batterista Ulysses Owens Jr. Il programma propone nove tracce che alternanto brani originali, standard jazz e qualche inattesa incursione nell’ R&B e nel pop (“The Lady In My Life” e una davvero insolita “Car Wash”). Questo album è il frutto della lunga collaborazione di McBride con il Vanguard, che iniziata con la sua prima apparizione come leader nel 1995. A partire dal 2007 il proprietario del club Lorraine Gordon ha concordato con McBride una settimana di ingaggio annuale che, visto il grande successo di pubblico, è stata prolungata di un’altra settimana.
Best Instrumental Composition: “The Afro Latin Jazz Suite” – Arturo O’Farrill dall’album Cuba: Conversation Continued
Registrato a L’Avana solo pochi giorni prima della stabilizzazione delle relazioni tra Cuba e gli Stati Uniti, il nuovo album di Arturo O’Farrill segue il successo del suo precedente lavoro “The Offense of the Drum”, vincitore del Grammy come Best Latin Jazz Album. Ancora una volta O’Farrill è alla guida della Afro Latin Jazz Orchestra, questa volta impreziosita dal sassofonista Rudresh Mahanthappa. “Cuba: The Conversation Continues” si basa sul dialogo iniziato da Dizzy Gillespie e dal percussionista cubano Chano Pozo; un dialogo musicale che ha colmato il divario tra il jazz e la musica afro-cubana. O’Farrill prende i migliori compositori sia degli Stati Uniti che di Cuba per creare un arazzo musicale abbagliante, realizzando con successo il sogno di Dizzy di creare “musica universale”. Il primo dei due cd che compongono questo album è incentrato sulla “Afro-Latin Jazz Suite”, una splendida composizione in quattro movimenti commissionata dall’Apollo Theater per celebrare il 65° anniversario della storica “The Afro-Cuban Jazz Suite” composta dal padre di Arturo, Chico O’Farrill.