Diritti umani
10 dicembre Giornata Mondiale dei Diritti Umani, perché tutti siamo liberi e con uguali diritti
L’Istituzione della ricorrenza è nata il 4 dicembre del 1950, al termine del 317° Meeting Globale tenuto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, affinché non si ripetessero gli orrori accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale
di Damiana Cicconetti
Il 10 dicembre è la Giornata Mondiale dei Diritti Umani, ricorrenza che si onora nel mondo intero e che si è deciso di celebrare in questa data per ricordare un documento fondamentale: la promulgazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, sancita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre dell’anno 1948 a Parigi e composta di trenta articoli che si pongono l’obiettivo di diffondere ovunque il valore della democrazia, della diversità e della tolleranza.
L’Istituzione della ricorrenza è nata il 4 dicembre del 1950, al termine del 317° Meeting Globale tenuto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, affinché non si ripetessero gli orrori accaduti durante la Seconda Guerra Mondiale e i Paesi Membri combattessero per rendere il mondo più giusto, cosicché ognuno potesse far sentire la propria voce celebrando la giornata nel modo ritenuto più consono, senza dimenticare che “Tutti nascono liberi, uguali e con gli stessi diritti…”.
Da allora, il 10 dicembre di ciascun anno ogni Paese affronta il tema dei Diritti Umani con conferenze ed eventi di alto profilo politico e culturale, quali, ad esempio, i due noti riconoscimenti che hanno luogo a New York: il Premio delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e il Premio Nobel per la Pace ad Oslo.
In Italia spicca il premio Diritti Umani della Lidu onlus a persone o organizzazioni che si sono distinte per l’impegno profuso nella tutela dei diritti umani, che quest’anno sarà conferito alla Guardia Costiera.
A quanto pare, la ricorrenza del 10 dicembre è oggi ancor più onorata che in passato, proprio in considerazione delle problematiche presenti in molti Paesi, che continuano a limitare la libertà degli individui, così sminuendo diritti inalienabili che appartengono a chiunque, indipendentemente dal credo religioso e/o da qualsivoglia opinione politica, condizione sociale e orientamento sessuale.
Da qui l’importanza di rendere effettivi i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali sanciti nella Dichiarazione Universale. Dunque, il diritto alla vita; il diritto alla salute; all’istruzione; alla libertà di manifestazione del pensiero, di religione; di garanzia di accesso alla legge; di godimento ad equi processi. Senza dimenticare il diritto al lavoro e ad una equa retribuzione. E, poi, il diritto alla proprietà privata; all’inviolabilità della propria abitazione… Diritti che riguardano l’intera umanità, senza distinzione alcuna e di cui ognuno deve godere in quanto essere umano. Diritti sì sanciti ma non ancora tutelati, finanche nel Paesi più progrediti; figurarsi in quelli poveri.
Perché si verificano ancor oggi torture: basti pensare al caso di Giulio Regeni, il dottorando rapito al Cairo durante una manifestazione ed il cui corpo è stato ritrovato senza vita, seviziato e martoriato nelle vicinanze di una prigione dei servizi segreti egiziani.
Perché a tutt’oggi le donne sono sottoposte a violenze inaudite: il recente caso di Mahjabin Hakimi, la giovane pallavolista afghana decapitata dai talebani, per evitare che frequentasse uno sport ritenuto consono ai soli uomini, è più che esaustivo. A non voler dimenticare i multi-quotidiani casi di femminicidio!
Perché si verificano ancora misteriose sparizioni di donne: ad esempio, Saman Abbas, la ragazza pakistana scomparsa dopo il no al suo matrimonio combinato; probabilmente uccisa dai familiari in quanto colpevole di essersi innamorata di un ragazzo italiano.
Perché tutt’ora avvengono vergognose aggressioni ai danni di chi ha orientamenti sessuali “diversi”, sebbene si ignori rispetto a chi possano essere diversi al punto da meritare cotanta ferocia. E qui i casi da indicare sarebbero molti. Uno per tutti: lo studente gay aggredito in centro a Torino il 21 novembre scorso.
Senza dimenticare altri Diritti umani che continuano ad essere ignorati, vista l’intolleranza verso persone di differenti etnie. Pertanto, i casi di razzismo o indifferenza nei confronti di chi raggiunge l’Europa in mare, tra mille traversie, per sfuggire a guerre e persecuzioni inenarrabili ma, alla fine, si ritrova in luoghi in cui vigono politiche poco accoglienti. Anzi! Del tutto respingenti.
Diritti sì inalienabili ma che in Paesi arretrati sono sconosciuti e in quelli ricchi addirittura dimenticati o, peggio ancora, disattesi.
Ecco perché è necessario che sia i Paesi ricchi che poveri ricordino questa ricorrenza e si adoperino ogni giorno – non solo il 10 dicembre –, per far sì che i validi principi contenuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani possano, finalmente, realizzare un radicale cambiamento di mentalità.
Del resto, come possiamo pensare che in Paesi in cui le donne sono obbligate a coprirsi il volto, lasciando visibili i soli occhi, possano essere riconosciuti gli stessi diritti ed uguaglianze degli uomini?
Come ritenere che in Paesi in cui i bambini lavorano nelle miniere sia possibile riconoscere la validità dei principi contenuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani ma, prima ancora, nella Convenzione Internazionale sui Diritti dell’Infanzia?
Come ignorare che un musulmano integralista, cresciuto con la mentalità del dover combattere gli “infedeli”, possa riconoscere in chi manifesta differenti credi religiosi dei fratelli meritevoli dei suoi stessi diritti e con la sua stessa dignità?
E se questo è quanto accade in Paesi meno progrediti, non va dimenticato quel che si verifica in quelli sì moderni ma in cui vige la pena di morte, omicidio premeditato di cui è responsabile lo Stato che, invece, dovrebbe tutelare ognuno o, in ogni caso, rieducarlo. Ovvero altri, in cui la diffusione di tecnologie rischia di far vacillare i Diritti Umani, con la messa a disposizione di dati sensibili, poi divulgati con conseguente violazione della privacy e aumento del controllo individuale per mancato rispetto del trattamento di informazioni personali.
Per questo, oggi più che in passato, è importante rendere effettivo il godimento de Diritti Umani, sì attraverso l’esistenza di Dichiarazioni e Leggi ma, prima ancora, con l’insegnamento dell’educazione civica, che consentirebbe una crescita dei valori e della cultura umana, oltre a trasmettere un senso di rispetto per ognuno e conseguente tolleranza verso il prossimo, chiunque egli sia: persona nella sua centralità.
In effetti, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, laddove introdotta come materia di studio nelle scuole, consentirebbe – forse ancor più della stessa religione, troppo individuale ed interiore –, di vivere in pace e far sì che non capitino più discriminazioni di categoria, per sesso o razza. Dunque, matrimoni combinati in cui ci si sposa per obbligo; oppure torture per aver manifestato il proprio culto, pensiero e orientamento.
Un cenno, quindi, ad alcune delle storiche iniziative che avranno luogo il prossimo 10 dicembre in Italia.
La Comunità di S. Egidio, che da sempre si adopera per divulgare la cultura del Global Friend-ship, terrà una mostra fotografica nella capitale, in Piazza S. Egidio. L’evento si concluderà al termine delle Feste di Natale, con orari e dettagli ancora da precisare.
In Toscana, come avviene ormai da 25 anni, si terrà una manifestazione dal titolo Il Meeting dei Diritti Umani, rivolta, in particolar modo, agli studenti, perché “generazione del futuro…”. L’evento avrà luogo dalle 9:30 alle 12:00 e sarà trasmesso sul canale you-tube della regione toscana.
Non si può non concludere con una riflessione: bisogna pretendere dignità, ricordando di essere uguali e, al contempo, diversi da tutti. Perciò meritevoli di diritti ma, prima ancora, di libertà.
Ed è proprio questo che stabilisce l’articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri con spirito di fratellanza…”. Non dimentichiamolo!