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Andreoli (IASC): profondo dolore per la scomparsa di Papa Francesco. Ci lascia eredi di messaggi di pace, misericordia e inclusione – Andreoli (IASC): deep sorrow at the passing of Pope Francis. He leaves us heirs to messages of peace, mercy and inclusion

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di emigrazione e di matrimoni

Andreoli (IASC): profondo dolore per la scomparsa di Papa Francesco. Ci lascia eredi di messaggi di pace, misericordia e inclusione

Gabriele Andreoli, Presidente dell’IASC e Rappresentante di Collegamento della Pontificia Accademia di Teologia su scomparsa di Papa Francesco “La testimonianza luminosa e la voce coraggiosa di Papa Francesco hanno plasmato una nuova era di pensiero teologico, profondamente radicata nella misericordia, nell’inclusione e nella cura della nostra “casa comune””.

“Con profondo dolore e reverente rispetto, mi unisco alla Chiesa universale e a tutte le persone di buona volontà nel lutto per la scomparsa di Sua Santità Papa Francesco, padre spirituale, bussola morale e instancabile difensore della pace, della giustizia e della compassione.

Come rappresentante di collegamento della Pontificia Accademia di Teologia, sento il profondo peso di questa perdita non solo come cattolico, ma come servitore del dialogo, della verità e del progresso etico. La testimonianza luminosa e la voce coraggiosa di Papa Francesco hanno plasmato una nuova era di pensiero teologico, profondamente radicata nella misericordia, nell’inclusione e nella cura della nostra “casa comune”.

Il suo pontificato ha segnato un cammino storico verso la trascendenza spirituale e umana, illuminando l’inscindibile legame tra fede e ragione e ispirando teologi, scienziati e leader mondiali a perseguire un mondo più giusto e fraterno.

Ci inchiniamo in preghiera e gratitudine per la sua vita e in umiltà davanti all’eredità che ci lascia. Possa la sua memoria rimanere una luce guida per la Chiesa e per tutta l’umanità.

L’eterno riposo donagli, o Signore, e splenda a lui la luce perpetua”. Lo scrive in un messaggio accorato e reverente Sir Prof. Dr. Gabriele Pao-Pei Andreoli, Rappresentante di Collegamento della Pontificia Accademia di Teologia e Presidente dell’Istituto di Studi Avanzati e Cooperazione

Era il 13 marzo del 2013, quando il mondo ascoltò la sua prima parola da Papa: “buonasera”. Jorge Mario Bergoglio come in quel primo attimo in cui si comportò con grande spontaneità, da quel momento ha condotto la Chiesa aprendo le porte a tutti, in particolare i più fragili. Era nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, figlio di migranti piemontesi: suo padre Mario era ragioniere, impiegato nelle ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupava della casa e dell’educazione dei cinque figli. Diplomatosi come tecnico chimico, sceglie poi la strada del sacerdozio entrando nel seminario; nel 1958 passa al noviziato della Compagnia di Gesù. Da qui una lunga vita al servizio della Chiesa fino a diventare cardinale arcivescovo e dal 2013 il 266esimo Pontefice della Chiesa cattolica.

L’apertura ai divorziati, agli omosessuali, la valorizzazione delle donne fino a dare loro il posto che da secoli era riservato solo ai cardinali. E poi l’amore verso i più fragili, dai migranti, la sua prima preoccupazione, ai poveri. Proprio per loro la scelta del nome: Francesco, come il poverello d’Assisi, anche lui un rivoluzionario dei suoi tempi.

Nel suo lungo Pontificato ha prodotto Encicliche di grande significato teologico:

la Lumen Fidei del 2013 ;

Stampa 3d

La Laudato sì del 2015 fonte di ispirazione sulla tutela della Casa Comune;

la Fratelli Tutti del 2020 sul senso di fraternità e amicizia sociale del 2020;

e in ultimo la Dilexit Nos del 2024 che ci riavvicina al Padre: Grazie a Gesù «abbiamo conosciuto e creduto l’amore che Dio ha in noi»

Andreoli (IASC): deep sorrow at the passing of Pope Francis. He leaves us heirs to messages of peace, mercy and inclusion

Gabriele Andreoli, President of IASC and Liaison Representative of the Pontifical Academy of Theology on the passing of Pope Francis “Pope Francis’ luminous witness and courageous voice shaped a new era of theological thought, deeply rooted in mercy, inclusion and care for our ”common home.”

“With deepest sorrow and reverent respect, I join the universal Church and all people of goodwill in mourning the passing of His Holiness Pope Francis, a spiritual father, moral compass, and tireless advocate for peace, justice, and compassion.

As Liaison Representative of the Pontifical Academy of Theology, I feel the profound weight of this loss not only as a Catholic, but as a servant of dialogue, truth, and ethical advancement. Pope Francis’ luminous witness and courageous voice shaped a new era of theological thought—one deeply rooted in mercy, inclusion, and care for our “common home.”

His pontificate marked a historic journey toward spiritual and human transcendence, illuminating the inseparable bond between faith and reason, and inspiring theologians, scientists, and global leaders alike to pursue a more just and fraternal world.

We bow in prayerful gratitude for his life, and in humility before the legacy he leaves us. May his memory remain a guiding light for the Church and for all humanity.

Eternal rest grant unto him, O Lord, and let perpetual light shine upon him”. So writes in a heartfelt and reverent message Sir Prof. Dr. Gabriele Pao-Pei Andreoli, Liaison Representative of the Pontifical Academy of Theology and President of the Institute for Advanced Studies and Cooperation

It was March 13, 2013, when the world heard his first word as pope, “good evening.” Jorge Mario Bergoglio, as in that first moment when he acted with great spontaneity, has since that moment led the Church by opening its doors to all, especially the most fragile. He was born in Buenos Aires on Dec. 17, 1936, the son of Piedmontese migrants: his father Mario was an accountant, employed in the railways, while his mother, Regina Sivori, took care of the home and education of their five children. After graduating as a chemical technician, he then chose the path of the priesthood by entering the seminary; in 1958 he entered the novitiate of the Society of Jesus. From here a long life in the service of the Church until he became cardinal archbishop and since 2013 the 266th pontiff of the Catholic Church.

The openness to divorcees, homosexuals, the enhancement of women to the point of giving them the place that for centuries was reserved only for cardinals. And then the love for the most fragile, from migrants, his first concern, to the poor. It was precisely for them that he chose his name: Francis, after the poor man of Assisi, also a revolutionary of his time.

In his long pontificate he has produced Encyclicals of great theological significance:

the 2013 Lumen Fidei  ;

Laudato sì of 2015 a source of inspiration on the protection of the Common Home;

The Fratelli Tutti , 2020, on the sense of fraternity and social friendship of 2020;

and finally the Dilexit Nos, 2024,  that brings us closer to the Father: Thanks to Jesus “we have come to know and believe the love God has in us”.

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