Diritti umani
La parata del 2 giugno e le protagoniste indiscusse della Festa della Repubblica: le Crocerossine

L’intervista alla più alta in grado: Sorella Bruna Emilia Scarcella, Ispettrice Nazionale del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa.
di Angela Celesti
Si avvicina il 2 giugno che è per il Paese l’anniversario della nascita dello Stato italiano nella sua forma repubblicana, celebrata per la prima volta nel 1947 e nell’ anno successivo con la prima parata militare a Roma in via dei Fori Imperiali. Dobbiamo però aspettare il 1950 per vederla inserita stabilmente nel protocollo delle nostre celebrazioni. Una cerimonia con una sua ritualità che, nel tentativo di rafforzare l’identità nazionale, si è arricchita negli anni di numerose novità e new entry come l’introduzione di gruppi di bandiere delle formazioni che parteciparono alla Guerra di Liberazione, la presenza dei sindaci e degli atleti paralimpici e quella, sempre più numerosa, di donne in divisa. Una giornata che con il tempo ha subito diverse trasformazioni, riflettendo i cambiamenti sociali, economici e politici che hanno dato sempre meno rilievo alla celebrazione prevalentemente militare con sfilate di mezzi e forze armate introducendo il ruolo della Protezione Civile e gli uomini e le donne impegnati in missioni di pace. Un ruolo di rilievo nella Parata va al corpo delle Infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana, conosciute dall’immaginario collettivo con il nome di Crocerossine che. insieme ai Bersaglieri, raccolgono lo scroscio di applausi più fragoroso!
A loro, crocerossine – 118 anni di storia – la mia attenzione con l’intervista alla più alta in grado: Sorella Bruna Emilia Scarcella, Ispettrice Nazionale del Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa. La rappresentante più autorevole della più grande associazione italiana. Sorella Scarcella entra a 33 anni nel Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa, con una laurea in Architettura Paesaggistica. “Donare – spiega ella stessa – nasce dal desiderio innato di dare un aiuto agli altri“. AMA, CONFORTA, LAVORA, SALVA ” il motto delle Crocerossine addestrate a portare aiuto anche nelle situazioni più estreme, senza mai mostrare fatica e paura.
Sorella Scarcella sulla vostra uniforme bianca all’altezza del cuore c’è una croce rossa di panno dove è impressa la scritta: “Ama Lavora Conforta Salva”. Ce ne spiega bene il significato?
“È sempre emozionante rispondere a un’intervista, anche se l’ho fatto mille volte, ma lei è andata al centro della questione, perché ha parlato di questa croce di pezza rossa che noi portiamo sulla nostra divisa. Banalmente si potrebbe dire che la nostra storia di crocerossine si racchiude in questo motto e in ognuna di noi che in Italia siamo tantissime come nel corso della nostra storia. Mi emoziono sempre a raccontare la mia storia ma ho avuto un dono: voler essere una volontaria e avere questo amore per i bisognosi che nel nostro caso si esprime a 360 gradi. In questo motto c’è tutto: l’amore, gli altri e il conforto. Noi sin dall’inizio della nostra storia ci siamo recate nei luoghi dove questo conforto era necessario (ieri come oggi): terremoti, guerre e calamità naturali. Un tempo il ruolo delle crocerossine nella società, come nella famiglia, era molto limitato e per poter diventare volontarie bisognava chiedere il permesso al padre, al fratello, al marito, diventare donne che, senza paura, quella croce l’avevano non solo sul petto ma dentro di loro”.
Lei dice che il più bel principio delle crocerossine è l’umanità, quindi quella forza che è dentro di voi, quel desiderio innato di dare agli altri diventando “sorelle” in senso laico.
“Laicissimo direi, il Corpo delle Infermiere Volontarie appartiene alla grande casa dall’immenso cuore che è la Croce Rossa (162 anni di storia) vigilata dai suoi sette princìpi, uno più bello dell’altro: Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universale, con il più trainante di tutti che è sicuramente quello dell’Umanità che noi, dodicimila crocerossine, abbracciamo in pieno”.
Gli interventi di Pace, sono alla guida della vostra missione, come siete organizzate?
Sicuramente non ci svegliamo la mattina e decidiamo di partecipare a una missione di Pace, tutto è organizzato dalla base fino ai vertici e nell’ausiliarità proprio con il codice militare, la storia ci ha consegnato oltre alla Prima e Seconda guerra mondiale, dove eravamo esposte a ridosso delle trincee, la guerra di Corea, il Libano, l’Afghanistan; a Nassiriya dove ebbe luogo una strage e persero la vita 18 carabinieri in missione di pace, e dove, proprio lì vicino, erano presenti due mie crocerossine di Milano, città in cui ero ispettrice. In quei frangenti si tranciano tutte le comunicazioni e quindi ho temuto il peggio.
Si susseguono i racconti di Sorella Scarcella sul ruolo attivo nelle missioni di Pace, non ultima quella in Ucraina, dove le camionette con le crocerossine di sera facevano ritorno nelle basi, in quanto non si poteva sostare in Ucraina. “La sera – aggiunge Sorella Scarcella – dovevamo rientrare a Leopoli con negli occhi lo sguardo di persone bisognose di un accudimento spaventoso. Alle 17 suonavano le sirene e dovevamo rientrare, ho i brividi mentre ne parlo, nel ricordare questa colonna mobile di mezzi dove eravamo costrette ad issare una bandiera bianca con la croce rossa, simbolo di neutralità atta a proteggerci nella speranza che fosse sempre riconosciuta. Nonostante la pericolosità, all’ indomani tra le crocerossine si faceva a gara per offrirsi alla successiva missione”.
Tantissime le emozioni nell’intervista dove Sorella Scarcella si concede a domande sulla sua storia personale e racconta del suo papà Generale dell’esercito che lei, bambina, la mattina del 2 giugno, aspettava in attesa di recarsi con lui alla parata. Lo osservava mentre, allo specchio, si aggiustava la divisa e si faceva il nodo alla cravatta. “Perchè mi guardi – mi diceva – ricordati che io quando esco dalla porta non sono più solo il tuo papà ma rappresento l’Esercito Italiano” E aggiunge la Scarcella: ”Queste sono frasi che ancora mi riscaldano il cuore!”
Sorella Bruna Emilia Scarcella il 2 giugno siederà vicino alle autorità e al Presidente Mattarella e, quando sfileranno le Sue Crocerossine, si alzerà in piedi facendo orgogliosamente il saluto militare sciogliendosi in un sorriso orgoglioso tra un fragore di applausi e il cielo azzurro solcato dalle scie delle frecce tricolori.