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Un ragazzo di Villa Santa Maria diventato leggenda…il film che racconta Sergio Marchionne

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Dalla provincia abruzzese al Canada, dove completò gli studi in filosofia, economia e diritto, Marchionne costruì un percorso unico.

di Laura Marà

C’è un borgo in Abruzzo, Villa Santa Maria, che i più conoscono come “il paese dei cuochi”. È lì, tra i vicoli silenziosi e le montagne che guardano il Sangro, che Sergio Marchionne ha trascorso parte della sua infanzia. Nato a Chieti nel 1952, figlio di Maria Zuccon, che sposò dopo l’esodo Concezio Marchionne, carabiniere di origini abruzzesi in servizio in Istria prima del 1943 nel paesino dove si trovava l’emporio di Giacomo Zuccon, con quella terra aspra e orgogliosa come radice profonda, Marchionne avrebbe poi preso un volo intercontinentale – reale e metaforico – che lo avrebbe portato a cambiare per sempre il destino di un’azienda e, in parte, di un intero Paese.

Dalla provincia abruzzese al Canada, dove completò gli studi in filosofia, economia e diritto, Marchionne costruì un percorso unico. Il suo stile: il maglione blu, il passo deciso, le decisioni radicali, divenne presto il simbolo di un nuovo modo di fare impresa. Alla guida di Fiat dal 2004, salvò il gruppo dal fallimento e lo portò alla fusione con Chrysler. Poi, l’avventura Ferrari. Infine, l’addio improvviso nel 2018, che lo rese per sempre leggenda.

Falcon, il film che lo racconta

Ora la sua storia diventa cinema. Marco Bellocchio, maestro del cinema d’autore italiano e regista di opere come I pugni in tasca, Buongiorno, notte ed Esterno notte, ha annunciato Falcon, un progetto che vedrà la luce nel 2026. Il film è scritto insieme a Ludovica Rampoldi, Andrea Di Stefano, Stefano Rulli e con la collaborazione di Oliviero Del Papa. A produrlo saranno Simone Gattoni per Kavac Film, Mattia Mor per Emotion Network e Rai Cinema, con riprese previste tra Italia, Stati Uniti e Canada.

Bellocchio ha spiegato così la sua scelta:
«Mi piace l’idea di Sergio Marchionne che sfida in America due giganti, GM e Chrysler e vince. Non si fa assoggettare, non si fa schiacciare, la sua genialità, il suo coraggio e la sua spietatezza manageriale salvano la FIAT che, come dicevano gli esperti, era “tecnicamente fallita”. Mi piace raccontare di un vincitore che ritornato in patria è accolto da alcune istituzioni italiane di sinistra, di centro e di destra con ostilità. Un “vincitore tragico” si potrebbe definire alla fine della storia».

Il “vincitore tragico”

Stampa 3d

Il film non sarà solo la cronaca di un successo industriale, ma anche il ritratto di un uomo che, pur avendo vinto una delle sfide più complesse dell’economia mondiale, tornato in patria trovò diffidenza e ostilità. È una prospettiva perfettamente nelle corde di Bellocchio, autore da sempre interessato a indagare i rapporti tra potere, storia e fragilità umana.

Un uomo, due mondi

È proprio in questo contrasto che Falcon troverà la sua forza: l’uomo nato in un paese abruzzese che profuma di pane e cucine domestiche e il manager che firmava accordi miliardari a Detroit. L’emigrato che partì con la sua famiglia verso il Canada e l’italiano che, una volta tornato, non fu mai pienamente compreso.

Il destino di Marchionne ha dentro la materia dei grandi racconti: la scalata, il potere, la solitudine e infine la fragilità. E Marco Bellocchio sembra pronto a trasformarla in un film che, più che un biopic, sarà una riflessione universale sul prezzo del successo.

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