Ambiente & Turismo
La rinascita urbanistica di Teramo: l’ex rettorato diventa nuova residenza universitaria

Le origini della città risalgono all’epoca romana: l’antica Interamnia Praetutiorum, come veniva chiamata, era un centro fiorente dotato di anfiteatro, terme e importanti vie di comunicazione.
di Laura Marà
Teramo, città di storia e cultura
Teramo, capoluogo dell’omonima provincia abruzzese, sorge ai piedi del Gran Sasso e a breve distanza dalla costa adriatica. La sua posizione geografica, incastonata tra montagne e mare, l’ha resa nei secoli un punto strategico e di grande interesse. Le origini della città risalgono all’epoca romana: l’antica Interamnia Praetutiorum, come veniva chiamata, era un centro fiorente dotato di anfiteatro, terme e importanti vie di comunicazione. Nei secoli successivi Teramo ha conosciuto dominazioni longobarde e normanne, fino a diventare un punto di riferimento culturale e religioso, grazie anche alla Cattedrale di Santa Maria Assunta, capolavoro romanico-gotico. Oggi la città conserva un’anima duplice: quella antica, visibile nei monumenti e nei resti archeologici, e quella moderna, legata alla vita universitaria e alla vivacità sociale e culturale che anima le sue piazze e i suoi quartieri.
Il disvelamento dell’ex rettorato
In questi giorni, con la rimozione dei primi ponteggi, Teramo sta assistendo a un evento simbolico: il disvelamento della facciata dell’ex rettorato di viale Crucioli. Si tratta del cuore di un progetto di rinascita urbanistico-edilizia curato dall’Azienda per il Diritto agli Studi Universitari (Adsu). L’edificio, che per anni ha rappresentato un pezzo importante della storia cittadina, si prepara a tornare a nuova vita come Nuova Residenza Universitaria, destinata ad accogliere studenti da tutta Italia e dall’estero. Non sarà soltanto un luogo moderno e funzionale, ma anche un gioiello architettonico restituito alla comunità teramana.
Un restauro tra storia e simboli
La facciata ritrovata non è solo un elemento estetico: racchiude in sé un significato profondo. L’intervento è stato realizzato con la collaborazione della Soprintendenza, che ha seguito da vicino la scelta dei materiali e la valorizzazione delle caratteristiche originarie dell’edificio, un tempo sede dell’ospedale di Teramo. Da qui nasce anche la decisione di riportare in vita le antiche scritte che campeggiavano sulla facciata: Charitas e Scientia. Due parole che, in passato, accompagnavano la missione di cura e conoscenza dell’ospedale e che oggi si caricano di nuovi valori, diventando un faro per la quotidianità degli studenti che abiteranno la struttura.
Una cittadella verde e accogliente
Il progetto non si limita al restauro architettonico. La facciata sarà incorniciata da un’area esterna completamente ripensata: un giardino su viale Crucioli, con aiuole curate e arricchite dall’uso ornamentale dei cipressi, restituirà bellezza e armonia al quartiere. Questo sarà solo il primo passo verso un’opera più grande: nei primi mesi del 2026 aprirà la prima palazzina della residenza, mentre a seguire prenderanno forma le altre due strutture destinate agli alloggi e un’area sportiva attrezzata.
Un progetto per studenti e città
La nuova cittadella universitaria ospiterà oltre 220 studenti, offrendo non soltanto spazi abitativi, ma anche servizi innovativi e spazi comuni pensati per la crescita personale e accademica dei giovani. Come sottolinea la presidente dell’Adsu, Manuela Divisi: «Non sarà soltanto uno “studentato”, ma una struttura in grado di garantire ai nostri ragazzi tutta una serie di servizi, restituendo contemporaneamente alla città un bene di indiscutibile valore».
Una rinascita che parla al futuro
L’apertura della nuova residenza universitaria segna un momento cruciale non solo per l’Ateneo, ma per l’intera città di Teramo. È un’operazione che unisce storia e innovazione, memoria e futuro, e che restituisce a un edificio simbolico la dignità che merita. In un’epoca in cui le città di provincia rischiano spesso di spopolarsi, investire sulla vita universitaria significa investire sulla vitalità stessa del territorio. La facciata che oggi si svela è molto più di un’opera muraria: è il volto di una città che sceglie di guardare avanti senza dimenticare le proprie radici.