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Arte & Cultura

Brescia, in mostra ‘Il cibo nell’Arte’

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I capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol

ImageProxy Brescia, 7 marzo – Un grande riscontro di pubblico sta caratterizzando la mostra “Il cibo nell’arte. Capolavori dei grandi maestri dal Seicento a Warhol”, in programma fino al 14 giugno a Palazzo Martinengo di Brescia. A poco più di un mese dalla sua apertura, è stata superata la quota di 12.000 visitatori, per una media di ingressi giornaliera di 400 persone, affascinati dalla originale tematica che lega il cibo all’arte figurativa, in un percorso che dal secolo Barocco giunge fino alla contemporaneità, attraverso 100 opere di maestri dell’arte antica quali Campi, Baschenis, Ceruti, Figino, Recco, Ruoppolo, Stanchi, in costante dialogo con autori moderni e contemporanei, da Magritte a de Chirico, da Manzoni a Fontana, a Lichtenstein, fino a Andy Warhol. Ottimo è stata anche la risposta da parte delle scuole con 5000 studenti e già oltre 300 laboratori didattici condotti da operatori specializzati. “Sono dati straordinari che ripagano lo sforzo organizzativo dell’Associazione Culturale Amici di Palazzo Martinengo – afferma la sua presidente, Roberta Bellino – e avvalorano la qualità scientifica del progetto curato da Davide Dotti. La positiva risposta delle scuole è inoltre un risultato che mi fa particolarmente piacere e che risponde alla necessità da parte degli istituti scolastici di offrire ai loro studenti degli approfondimenti culturali di grande interesse sia per argomenti universali, com’è quello della storia dell’arte, sia per quelli legati alla più stretta attualità, ovvero ai temi proposti da EXPO 2015”. Il cibo nell’arte è promossa dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, con il patrocinio della Provincia di Brescia, Comune di Brescia, Regione Lombardia e di EXPO 2015, e curata da Davide Dotti coadiuvato da un comitato scientifico internazionale. Il percorso espositivo, ordinato secondo un criterio iconografico e cronologico, rivela quanto i pittori attivi tra XVII e XIX secolo amassero dipingere i cibi e i piatti tipici delle loro terre d’origine, e fa scoprire pietanze e alimenti oggi completamente scomparsi di cui è difficile immaginare anche il sapore. Inoltre, grazie alla collaborazione con alcuni dei più rinomati dipartimenti di Scienze Alimentari delle Università italiane, che analizzano in maniera scientifica le tavole imbandite e le dispense immortalate nelle tele del ‘600 e ‘700, si possono attingere preziose informazioni sull’alimentazione e i gusti dell’epoca. Dieci sono le sezioni tematiche: L’allegoria dei cinque sensi, Mercati dispense e cucine, La frutta, La verdura, Pesci e crostacei, Selvaggina da pelo e da penna, Carne salumi e formaggi, Dolci vino e liquori, Tavole imbandite, Il cibo nell’arte del XX secolo. Tra i capolavori che si possono ammirare in mostra si segnalano i Mangiatori di ricotta di Vincenzo Campi, il Piatto di pesche di Ambrogio Figino (la prima natura morta della Storia dell’Arte italiana, dipinta circa un lustro prima della Canestra di Caravaggio), quello che la critica specialistica ritiene essere il più importante pendant di nature morte di Giacomo Ceruti detto Pitocchetto (mai esposto in pubblico prima d’ora), il Tavolo con angurie del pittore divisionista Emilio Longoni e l’Ultima Cena di Andy Warhol, un acrilico su tela che reinterpreta in chiave pop il Cenacolo di Leonardo. Bertozzi & Casoni, assoluti maestri della scultura in ceramica policroma presentano sette opere ricche di citazioni, da Warhol a Manzoni, a Spoerri, in grado di illustrare in modo emblematico, quindici anni di produzione creativa. Chiude idealmente la visita la spettacolare Piramide alimentare, installazione appositamente realizzata per l’occasione dall’artista Paola Nizzoli Desiderato. Accompagna la mostra un catalogo Silvana Editoriale con approfonditi saggi storico-critici e un testo dello chef Massimo Bottura.

 

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