Salute
ABRUZZO- Intervento rivoluzionario all’Aquila: il robot Da Vinci rimuove simultaneamente tumore al rene e alla prostata
Grazie al robot Da Vinci, l’équipe di urologia ha eseguito in un solo atto operatorio la rimozione simultanea di un tumore al rene e di uno alla prostata.
di Laura Marà
Nell’ospedale San Salvatore dell’Aquila si è svolto un intervento chirurgico davvero straordinario: grazie al robot Da Vinci, l’équipe di urologia ha eseguito in un solo atto operatorio la rimozione simultanea di un tumore al rene e di uno alla prostata.
Si tratta di una procedura rara, non ancora routinaria, che fino a oggi veniva svolta solitamente in due operazioni separate, con anestesie distinte, doppio impiego della sala operatoria e degenze più lunghe per il paziente.
L’équipe e il paziente: competenze, ruoli e decorso post-operatorio

L’intervento è stato condotto dall’équipe di Urologia guidata dal dottor Boris Di Pasquale e dal dottor Stefano Masciovecchio. A supporto hanno operato gli anestesisti Stefania Tullj e Paola Trecco, sotto la direzione della dottoressa Emilia Barattelli e del professor Franco Marinangeli (direttore di Anestesia e Rianimazione).
Il paziente è un uomo ultrasettantenne residente nella provincia dell’Aquila. Dopo l’intervento è stato dimesso pochi giorni dopo in buone condizioni generali.
Tecnologia utilizzata: robot Da Vinci e vantaggi della chirurgia robotica
Il cuore dell’intervento è rappresentato dall’uso del sistema chirurgico robotico Da Vinci, che consente precisione millimetrica, visione tridimensionale, strumenti mini-invasivi e maggiore stabilità nei movimenti.
Il ricorso a questa tecnologia ha permesso di ridurre:
- il numero di anestesie (una sola anziché due);
- il trauma chirurgico e le complicanze potenziali;
- la durata della degenza ospedaliera e il disagio per il paziente.
Il contesto regionale e nazionale

Questo tipo di intervento è tra i primi in Abruzzo e tra i pochi nel panorama italiano. Il reparto di Urologia dell’Aquila si conferma inoltre come centro di riferimento regionale, non solo per le capacità chirurgiche ma anche per la formazione nella chirurgia robotica, con attrazione di pazienti da altre zone e mobilità attiva.
La sanità abruzzese, attraverso questo intervento, testimonia la sua vocazione verso l’innovazione, investendo su tecnologie avanzate che elevano la qualità delle cure.

Le dichiarazioni istituzionali
Marco Marsilio, presidente della Regione Abruzzo, ha commentato:
“Continua a dare frutti importanti la scelta di investire su tecnologie avanzate al servizio dei nostri ospedali. All’Aquila, il robot Da Vinci ha portato a termine una delle prime operazioni in Abruzzo e tra le prime in Italia di rimozione simultanea di un tumore al rene e alla prostata. Un risultato straordinario che conferma come la sanità abruzzese sappia unire innovazione e competenze: nuove tecnologie a supporto di medici altamente specializzati, vere eccellenze del nostro territorio. Voglio ringraziare l’équipe di urologia … insieme agli anestesisti e a tutto il personale infermieristico del San Salvatore dell’Aquila”.
Limiti, sfide e prospettive future
Nonostante il successo, alcune sfide rimangono evidenti:
- non tutti i pazienti sono candidabili a un intervento simultaneo per tumore a rene e prostata: condizioni generali, estensione delle neoplasie, localizzazione, prognosi devono essere valutate caso per caso;
- la disponibilità del robot chirurgico, la preparazione dell’équipe, la curva di apprendimento sono fattori critici; non tutti gli ospedali dispongono delle risorse umane o tecnologiche per replicare subito una procedura così complessa;
- occorre un follow-up a lungo termine per verificare gli esiti oncologici, la funzionalità residua degli organi (prostata, rene), la qualità di vita del paziente.
Tuttavia, la tendenza globale va chiaramente verso la chirurgia sempre più minimamente invasiva, con robotica che consente di “fare di più con meno trauma”.
L’intervento eseguito all’Aquila non è soltanto un traguardo tecnico, ma un segnale forte: la sanità può evolvere, e quando lo fa, migliora la vita delle persone. Qui, dove fino a pochi anni fa si parlava di limiti territoriali e necessità di spostarsi altrove per cure specialistiche, c’è stato un momento di svolta.
Se guardiamo al domani, la vera sfida sarà rendere queste procedure non eccezionali, ma raggiungibili per tutti coloro che ne hanno bisogno. Far sì che l’innovazione non resti un privilegio per pochi, ma diventi la norma. Perché la salute, in fondo, non è solo cura: è dignità, umanità, speranza.




