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Abruzzo, l’olio che si fa eccellenza

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L’Abruzzo conquista il palcoscenico dell’extravergine italiano grazie a un balzo di qualità e innovazione.

di Laura Marà

Nel giro di un decennio l’Abruzzo ha trasformato la propria identità olearia: da regione a vocazione casalinga a protagonista indiscussa dell’extravergine di qualità. Lo certifica la guida Oli d’Italia del Gambero Rosso, che assegna per il 2025 ben undici Tre Foglie ai migliori oli regionali.

RACCOLTA 2024: QUANTITÀ IN CALO, QUALITÀ AL TOP La campagna olivicola 2024 registra un calo produttivo del 32% rispetto al 2023, condizionato dalle condizioni climatiche avverse. Eppure, l’olio abruzzese mantiene intatti i propri requisiti di eccellenza: acidità ridotta e concentrazione elevata di antiossidanti, frutto di tecniche agronomiche più accurate e di una molitura immediata.

NUMERI IN CRESCITA Attualmente la Regione vanta 293 frantoi attivi e un’estensione olivicola pari a 38.500 ettari, coprendo quasi il 4% della produzione nazionale.

LE CULTIVAR AUTOCTONE PROTAGONISTE

Lo studio e la valorizzazione delle varietà tradizionali hanno contribuito in modo determinante al miglioramento degli oli abruzzesi.

  • Dritta: quando raccolta appena a invaiatura inizia a offrire un profilo medio-fruttato, con sentori erbacei di erba tagliata e carciofo, seguito da un amaro e un piccante ben presenti al palato.
  • Gentile di Chieti: più delicata, si caratterizza per note vegetali di mela e una morbidezza gustativa che rende più contenute sia l’amarezza sia il piccante.
  • Toccolana: fruttato intenso, con richiami a erba tagliata, carciofo e frutta secca (noce), a cui segue una buona spinta gustativa.
  • Intosso: si distingue per profumi articolati di pomodoro, erbe aromatiche, rucola ed erba tagliata; al palato è equilibrato e persistente.

RADICI MILLENARIE Le origini dell’olivicoltura in Abruzzo risalgono all’epoca romana: Collumella e Plinio il Vecchio citarono l’olio della Regio IV Samnium. Nel Medioevo i monaci benedettini preservarono le tecniche di spremitura, mentre nel periodo moderno la coltura si estese lungo le colline costiere, con l’olio impiegato anche per illuminazione e saponi. Dopo l’Unità d’Italia, l’olivo divenne pilastro agricolo di Chieti, Pescara e Teramo; dagli anni Ottanta, il settore ha puntato su biologico e Dop, con Aprutino Pescarese riconosciuto nel 1996 come prima Dop d’olio italiana.

GLI 11 PREMIATI DEL 2025

  1. Caravaggio Monocultivar Dritta 2024 – Frantoio Tini
  2. Crognale Monocultivar Crognalegno 2024 – Tommaso Masciantonio (Trappeto di Caprafico)
  3. Don Saverio Dop Aprutino Pescarese Monocultivar Dritta 2024 – Frantoio Timando De Juliis
  4. Electum 2024 – La Selvotta
  5. Estremo Bio 2024 – Forcella
  6. Gourmet 2024 – Tenuta Masciangelo
  7. Magna Oleum 2024 – Frantoio Olearius
  8. Monocultivar Toccolana Bio 2024 – Giardini di Giulio
  9. Salsedine 2024 – Frantoio Oleario Giocondo
  10. Tandem 2024 – Ursini
  11. Venus Bio 2024 – Frantoio Mercurius

La selezione, curata da Gambero Rosso in collaborazione con Banca Monte dei Paschi di Siena, conferma l’Abruzzo tra le regioni trainanti dell’extravergine italiano.

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