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ABRUZZO – Antiche Tombe e Moderni Gasdotti: Ad Atri Emerge una Necropoli Inattesa – ABRUZZO- Ancient Tombs and Modern Pipelines: An Unexpected Necropolis Emerges in Atri

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di emigrazione e di matrimoni

ABRUZZO – Antiche Tombe e Moderni Gasdotti: Ad Atri Emerge una Necropoli Inattesa

di Laura Marà

Un velo di storia millenaria si è sollevato nel cuore dell’Abruzzo, precisamente ad Atri, svelando un tesoro archeologico di notevole portata. La scoperta, avvenuta durante i lavori per la realizzazione del nuovo metanodotto “Cellino Attanasio – Pineto” della Società Gasdotti Italiani (SGI S.p.A.), ha portato alla luce una necropoli risalente alla prima età del ferro, rimasta celata per secoli.

Il ritrovamento, localizzato in contrada Casabianca, località Casoli, non è frutto del caso ma della meticolosa sorveglianza archeologica condotta dalla società ArcheoLab. Gli scavi, proseguiti per mesi sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per L’Aquila e Teramo, hanno finora permesso di documentare e recuperare dieci tombe a inumazione.

 

Queste sepolture offrono uno spaccato diretto della vita e dei riti funerari tra l’850 e il 750 a.C. I corpi, per lo più adulti di entrambi i sessi, includono anche le fragili sepolture di bambini entro i due anni di età. Di particolare interesse sono le tracce residue dei tumuli di copertura, realizzati con ciottoli fluviali e aventi un diametro compreso tra i 7 e i 15 metri: una caratteristica distintiva delle pratiche funerarie dell’età del ferro in quest’area.

La notizia, tenuta riservata fino ad oggi per tutelare il sito da potenziali danni o interferenze, è stata confermata dalla Soprintendenza. La dottoressa Cristina Collettini, Soprintendente, ha espresso grande entusiasmo: «La scoperta arricchisce in modo significativo la conoscenza storica del nostro territorio. È la dimostrazione tangibile che lo sviluppo infrastrutturale e la tutela del patrimonio culturale non solo possono, ma devono convivere nel rispetto reciproco».

Nonostante l’eccezionalità del ritrovamento, i lavori per il metanodotto non si sono arrestati. Grazie all’adozione di specifiche soluzioni tecniche, è stato possibile garantire la protezione integrale dell’area archeologica e consentire al contempo il proseguo dell’opera infrastrutturale, dimostrando un equilibrio virtuoso tra progresso e conservazione.

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I reperti prelevati sono ora in sicurezza e inizieranno il lungo processo di conservazione, restauro e valorizzazione, un’iniziativa congiunta tra la Soprintendenza e la SGI S.p.A. Atri si ritrova, così, con un nuovo capitolo della sua storia più antica da raccontare.

ABRUZZO- Ancient Tombs and Modern Pipelines: An Unexpected Necropolis Emerges in Atri

by Laura Marà

A veil of millennial history has been lifted in the heart of Abruzzo, specifically in Atri, revealing an archaeological treasure of considerable importance. The discovery, which occurred during the construction work for the new “Cellino Attanasio – Pineto” natural gas pipeline by Società Gasdotti Italiani (SGI S.p.A.), has brought to light a necropolis dating back to the early Iron Age, which had remained hidden for centuries.

The finding, located in the Casabianca district, Casoli area, is not a matter of chance but the result of the meticulous archaeological monitoring carried out by the ArcheoLab company. The excavations, which have proceeded for months under the scientific direction of the Superintendence of Archaeology, Fine Arts, and Landscape for L’Aquila and Teramo, have so far documented and recovered ten inhumation tombs.

These burials offer a direct glimpse into the life and funeral rites practiced between 850 and 750 B.C. The bodies, mostly adults of both sexes, also include the fragile burials of children up to two years of age. Of particular interest are the residual traces of the covering mounds (tumuli), made with river pebbles and measuring between 7 and 15 meters in diameter: a distinctive feature of Iron Age funeral practices in this region.

The news, which had been kept confidential until now to protect the site from potential damage or interference, was confirmed by the Superintendence. Dr. Cristina Collettini, the Superintendent, expressed great enthusiasm: “The discovery significantly enriches the historical knowledge of our territory. It is tangible proof that infrastructural development and the protection of cultural heritage can, and indeed must, coexist with mutual respect.”

Despite the exceptional nature of the finding, the pipeline construction work has not stopped. Thanks to the adoption of specific technical solutions, it was possible to ensure the full protection of the archaeological area while simultaneously allowing the infrastructure project to continue, demonstrating a virtuous balance between progress and conservation.

The recovered artifacts are now secure and will begin the long process of conservation, restoration, and enhancement, a joint initiative between the Superintendence and SGI S.p.A. Atri thus finds itself with a new chapter of its most ancient history to tell.

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