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Cinema & Teatro

Vittorio de Seta rivive nel volume della Cineteca di Calabria, per opera di Eugenio Attanasio  

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Vittorio de Seta rivive nel volume della Cineteca di Calabria, per opera di Eugenio Attanasio  

di Antonio Martinelli Carraresi 

Eugenio Attanasio, presidente della Cineteca di Calabria ha firmato e pubblicato il bellissimo volume, Vittorio de Seta, lettere dal sud, ricco anche di contenuti fotografici rari, l’opera dedicata al grande sceneggiatore, regista, documentarista Vittorio de Seta. Aristocratico, visionario, internazionale, considerato uno dei padri del cinema documentario, i suoi lavori si sono sempre distinti per la potente espressività.  Dobbiamo intanto citare, tra i tanti capolavori di De Seta, quelli realizzati negli anni ‘50 del secolo scorso, dove vengono descritte le condizioni di vita dei minatori di zolfo in Sicilia, i nisseni, dei pescatori siciliani, dei pastori della Barbagia, come il bellissimo Isola di fuoco ambientato nelle Eolie, premiato al festival di Cannes (1955), o I dimenticati del 1959, girato in Calabria.  

De Seta debutta al cinema nel 1961 con Banditi di Ergosolo, il film neorealista sceneggiato con la moglie Vera Gherarducci, che è considerato tra le più belle opere girate in Sardegna, che gli valse il premio Opera Prima al Festival di Venezia e il Nastro   d’Argento per la miglior fotografia.  Nel 1966 ha girato L’uomo a metà, ricevendo la Coppa Volpi al Festival di Venezia per l’interpretazione dell’attore Jacques Perrin. Negli anni ‘70 De Seta si trasferisce in Francia e realizza il film L’inviata, opera che fu molto apprezzata da Pasolini e Moravia.  Vittorio de Seta è stato molto attivo anche nella proposta di progetti televisivi, nel 1973 ha firmato per RAI Diario di un maestro, il lavoro ottenne un grande successo a cui seguì una buona e lunga collaborazione con la televisione.   

Tra i suoi lavori più recenti non si può dimenticare Lettere del Sahara del 2006 presentato al Festival di Venezia.  Molto legato alla Calabria, con lo stesso Eugenio Attanasio e Giovanni Scarfò nel 2000, De Seta ha partecipato, nella parte di sé stesso, al medio metraggio Melissa 49/9. Un’opera, quella di Attanasio, non solo preziosa come documento e memoria cinematografica e biografica di un grande maestro del cinema e del documentario, ma è soprattutto un viaggio nella bellezza, nella storia, nelle verità del nostro passato, è un omaggio ad un grande uomo, alla sua sensibilità, al suo talento, al suo essere speciale, caratteristiche queste che rendono il suo lavoro ogni giorno più moderno e vicino ai giovani.  

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