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Diritti umani

Violentate nella giungla

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In India donne di un’antica tribù indigena incontrano l’ “uomo moderno” per la prima volta e ne diventano vittime.

di Vito Nicola Lacerenza

L’antica tribù dei jarawa è vissuta isolata per migliaia di anni, immersa nella foresta dell’isola indiana di Andaman, finché i bracconieri di passaggio dalla giungla non hanno incominciato ad abusare sessualmente delle donne indigene. I primi però ad interrompere la pace del popolo tribale non sono stati i cacciatori di frodo, ma i turisti, che in gran numero sono arrivati, e continuano a giungere, da tutta l’India per vedere da vicino i Jarawa, ritenuti i primi abitanti del Paese asiatico. La loro carnagione e i tratti somatici sono identici a quelli delle popolazioni dell’Africa centrale, terra di provenienza della tribù, secondo gli esperti. L’arrivo improvviso dei visitatori ha avuto un impatto devastante sugli indigeni. La gran quantità di cibo, di indumenti civili, di apparecchi tecnologici, che i visitanti hanno portato e fatto conoscere, hanno suscitato nei jarawa il desiderio di civilizzarsi e di abbandonare la giungla. Un’intenzione diventata ancora più forte dopo il verificarsi di epidemie e malattie, unitamente alla droga e all’alcol, portate dai turisti e che per la piccola comunità rappresentavano  “mali oscuri”mai conosciuti.

Due sostanze, alcol e droga, che hanno contribuito a rendere le condizioni di vita nella tribù ancora più degradanti e problematiche. Preso atto della situazione, il governo indiano ha creato un’ area protetta, che è stata  riservata esclusivamente agli appartenenti alla tribù jarawa. Gli indigeni, però, hanno maturato la volontà di civilizzasi, di diventare moderni e fuggono continuamente dalla riserva per raggiungere un paese vicino. «La gente della tribù nutre un sacco di aspettative nei miei riguardi- ha spiegato Mohan Halder, sindaco di un paese indiano nei paraggi della zona dei Jarawa e conoscitore della lingua tribale- Quando arrivano in paese, corrono da me e mi chiedono: “Hai un biscotto? Hai un po’ di cibo con cui possa placare la mia fame? Ti prego aiutaci! soffriamo!”. I bracconieri hanno distrutto l’habitat naturale, così i jarawa non riescono più a procurarsi il cibo nella foresta. Molti di loro mi implorano di lasciarli vivere nella nostra comunità, ma la polizia li carica sui camion e li riporta nella riserva, nel cuore della giungla. Per ritornare qui, devono camminare 13 ore a piedi. E lo fanno! Ormai vogliono godere della vita civilizzata. Vogliono un telefono, case medicine scuole vestiti».

 

 

 

 

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