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Arte & Cultura

‘Vino e Arte’, Vernissage a Verona

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Dal 10 aprile una mostra corale che dimostra come vino e arte siano entrambi espressioni della cultura e dell’identità dei luoghi.

arte e vinoVerona, 4 aprile – Grappoli, calici che si intrecciano in brindisi ideali, in segno di comunione e di fratellanza , cascate di tralci e di pampini, Cristo che sottrae la vite e il suo frutto al Tempo assicurandone l’eternità; putti vendemmianti, menadi e satiri in travolgenti processioni e Bacco ebbro, Bacco in Trionfo, Bacco con Arianna,Bacco giovane e bello oppure vecchio e disfatto dal bere e dagli eccessi; e poi la fatica dell’uomo, il lavoro nei campi, Il raccolto e il risvolto bucolico e agreste; il ciclo delle stagioni, il senso della terra, il rito del convivio, la gioia della festa, la “natura in posa”: immagini tra sacro e profano, racconti, allegorie, metafore, paesaggi, stati d’animo; il caleidoscopico universo delle rappresentazioni del vino nell’arte attraverso i secoli – pittura, scultura, arti decorative – viene messo in scena per la prima volta in una mostra colossale, che a Verona chiama a raccolta quasi 170 opere da oltre 90 prestatori italiani e stranieri e 41 studiosi, tra curatori, membri del comitato scientifico, autori di testi e schede in catalogo.
Un viaggio affascinante che nasce dall’incrocio tra due eccellenze, due punte di diamante della nostra cultura e della nostra storia, due simboli dell’Italia nel mondo: l’arte e il vino.
In occasione e in relazione con Expo 2015 dedicato al tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita”, Verona, la città che da quasi cinquant’anni ospita la più importante fiera del vino italiano, promuoverà dall’11 aprile al 16 agosto 2015 a Palazzo della Gran Guardia – nel cuore della città scaligera – uno degli eventi culturali più significativi, una delle più importanti e originali mostre in programma nel nostro Paese per l’atteso appuntamento internazionale,  insieme alla Provincia Autonoma di Trento–Assessorato alla cultura,  Veronafiere, il Mart-Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto e il Museo Statale Ermitage. Prodotta e organizzata da Villaggio Globale International e da Skira editore, con il sostegno di Fondazione Cariverona  e di Trentino Marketing, il contributo di altre importanti Enti pubblici e privati – Amia, Acqueveronesi, Corsorzio Zai-Interporto, Quadrante Europa, Cofely, Banco Popolare, AMT Verona, Verona Mercato – e di un gruppo prestigioso di wine sponsor come Allegrini, Feudi di San Gregorio, Poggio al Tesoro–Bolgheri, San Polo–Montalcino, Trento DOC, Valle Reale e Villa Sandi, la mostra è curata da Annalisa Scarpa e Nicola Spinosa. Con il supporto di un prestigioso comitato scientifico costituito da esperti dei diversi periodi e ambiti artistici – Irina Artemieva, Carlo Bertelli, Maia Confalone,  Eugenio La Rocca, Stéphane Loire, Antonio Natali, Fernando Rigon, Fernando Mazzocca, Wolfgang Prohaska, Attilio Scienza
– essa nasce dunque con l‘obiettivo di indagare sotto nuova luce e valorizzare un soggetto e un tema, il vino appunto, la cui storia antichissima abbraccia le grandi civiltà del passato e ha radici profonde nella tradizione italiana.  Un’eccellenza che ha segnato indelebilmente anche la nostra cultura artistica, divenendo soggetto ispiratore di grandi maestri. L’immagine del vino nelle sue diversificate e variegate forme e interpretazioni è da sempre una presenza costante nelle opere d’arte, dalla pittura alla scultura fino alle arti decorative, ed è intorno a questo elemento di assoluto valore identitario che si è voluto disegnare un progetto espositivo innovativo e di grande suggestione. È l’occasione per narrare, grazie a testimonianze preziose dell’arte provenienti dai principali musei e collezioni internazionali, l’approccio degli artisti con questo soggetto, traducendone i mutamenti, le sfaccettature, le simbologie, in un excursus che presenta opere dal Cinquecento al Novecento:
dalla suggestioni dell’antico e del Rinascimento alla forza barocca del Seicento, al Settecento seduttivo e mondano, alla vita borghese dell’Ottocento, sino alle espressioni più moderne o astratte del XX secolo. Una mostra corale, un grande affresco, florilegio scoppiettante di colori luci e suoni, che suggerirà anche una liaison evocativa tra le scuole artistiche regionali italiane e i territori della produzione vinicola, a mostrare come vino e arte siano entrambi espressioni della cultura e dell’identità dei luoghi. Dunque Lorenzo Lotto, Tiziano, Guido Reni, Luca Giordano, Annibale Carracci, Giuseppe Maria Crespi ma anche Peter Paul Rubens, Jusepe Ribera, Nicolas Poussin, Jacob Jordaens; e poi, Giulio Carpioni, Pietro Longhi, i Bassano, Sebastiano Ricci, Giovanni Battista Tiepolo, Philipp Hackert, Gerrit van Honthorst, Philippe Mercier, Nicholas Tournier e, via via, fino a Morbelli, Nomellini, Inganni, De Pisis, Depero, Morandi, Guttuso, Picasso, per citare alcuni degli artisti in mostra.
Si confrontano nelle sale personalità e scuole diverse, che oltre a offrire spunti iconografici e simbologici di interesse ci permettono di riscoprire autori di grande talento: Massimo Stanzione, Pietro Ricchi, Bernardo Cavallino, in un ovale di esaltante bellezza visiva prestato dal Museo del Louvre, un inedito Antonio Busca – una delle rare opere firmate dell’artista lombardo – Giacinto Brandi, Gioacchino Assereto, il friulano Nicola Grassi, il fiorentino ma veneto d’elezione Sebastiano Mazzoni, con la sua costruzione visionaria e dinamicamente inventiva dello spazio, Bartolomeo Guidobono e ancora Luca Giordano di cui arriverà la versione dell’incestuoso complotto biblico dal Monastero di San Lorenzo de El Escorial, appositamente restaurata per la mostra. Sui temi bacchici – Sileni, Arianne, Baccanali e quant’altro – la fantasia degli artisti si è sbizzarrita soprattutto tra Sei e Settecento. Luce e tenebre, Dioniso è anche il doppio, l’ambivalenza, lo si vede anche nella statuaria di cui sono in mostra alcuni esempi di grande efficacia: come il famoso Ammostatore di Lorenzo Bartolini, la grande Baccante danzante di Luigi Bienaimé, i piccoli marmi con Bacchino ebbro e il Bacchino addormentato appartenenti alla produzione matura del caposcuola della scultura barocca veneziana Giusto Le Court – apparsi per l’ultima volta insieme oltre trent’anni fa – e i due busti di Bacco e Arianna di Giovanni Bonazza. Una mostra emotiva, fatta di colori e sapori che, a volo d’uccello, da un secolo all’altro, farà vivere l’incontro con capolavori d’arte e grandi artisti, per tratteggiare una storia antica, profondamente legata alla nostra terra, al lavoro e alla creatività dell’uomo. Particolari inoltre gli eventi e le iniziative promosse “tra arte vino”: a partire dalla presenza, accanto al bookshop – nella sede espositiva affacciata sulla bellissima Piazza Bra di Verona – di un wine shop in cui acquistare i vini delle aziende sostenitrici dell’evento e di uno spazio degustazione che proporrà al pubblico abbinamenti tra prestigiose etichette vinicole e i prodotti doc e dop della migliore tradizione locale.

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