Arte & Cultura
“Untitled” di Paolo Manazza in mostra alla Galleria Robilant+Voena di Milano
Paolo Manazza fa un uso del colore totalmente spregiudicato senza concedere nulla all’incertezza e ci racconta come uno sguardo della realtà cromaticamente interpretata sia l’unico possibile modo di “vedere” il mondo interno ed sterno.
Roma, 18 Aprile – Quest’estate per un mese Paolo Manazza presenta alcuni dei suoi più recenti lavori pittorici presso le prestigiose stanze della galleria Robilant+Voena a Milano in via Fontana 16. Conosciuto da tutti come intellettuale, scrittore e collaboratore da oltre vent’anni del più importante quotidiano nazionale, Paolo Manazza è da sempre anche pittore e rivela, con questa serie di opere sorprendenti, che niente nasce dal caso. Questi venti dipinti dai formati diversi esplorano il senso di sovrapposizione del colore – nel segno di tutti gli insegnamenti ricevuti dall’Informale europeo e statunitense – alla ricerca di una personale e contemporanea visione. I lavori di questo artista si inseriscono nel grande recupero della pittura, intesa come momento gestuale e primario, che ritroviamo oggi in numerose situazioni internazionali e che percorre sempre, come un fil rouge, la storia dell’arte recente da Helen Frankenthaler a Günther Förg. Paolo Manazza fa un uso del colore totalmente spregiudicato senza concedere nulla all’incertezza e ci racconta come uno sguardo della realtà cromaticamente interpretata sia l’unico possibile modo di “vedere” il mondo interno ed sterno. “Ogni dipinto di Paolo Manazza è un soliloquio – osserva Alan Jones nel catalogo della mostra – un dialogo tra l’artista e il proprio sé, come le due parti di Bach, una traduzione simultanea nella lingua della pittura dove la ‘composizione’ è la grammatica, e il colore è il vocabolario”. Mentre Giandomenico di Marzio scrive che “Paolo Manazza appartiene a quella generazione di artisti che ancora oggi, nel vasto mare dei nuovi linguaggi dell’arte contemporanea, si ostina a esplorare le infinite possibilità della pittura” In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo con un saggio di Alan Jones e altri contributi critici di Giandomenico Di Marzio e Massimo Mattioli.