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UNICEF: dal 2000 triplicato il numero delle morti a causa dell’AIDS tra gli adolescenti

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L’AIDS è la causa numero uno delle morti tra gli adolescenti in Africa e la seconda causa di morte tra gli adolescenti a livello globale

articoloRoma, 27 novembre – il numero di morti tra gli adolescenti a causa dell’AIDS è triplicato nel corso degli ultimi 15 anni, secondo i nuovi dati lanciati oggi dall’UNICEF. L’AIDS è la causa numero uno delle morti tra gli adolescenti in Africa e la seconda causa di morte tra gli adolescenti a livello globale. Tra la popolazione affetta da HIV, gli adolescenti sono l’unico gruppo per i quali i dati sulla mortalità non stanno diminuendo. Nell’Africa subsahariana, la regione con la più alta incidenza, le ragazze sono maggiormente affette dall’HIV, rappresentando 7 contagi su 10 nel gruppo di età 15-19 anni. Inoltre, tra gli adolescenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni, solo 1 su 10 ha effettuato il test per l’HIV.

I dati rivelano che attualmente tra gli adolescenti (15-19 anni):
– ogni ora si verificano 26 nuove contagi;
– circa la metà di coloro che vivono con l’HIV sono concentrati in soli sei paesi: Sud Africa, Nigeria, Kenya, India, Mozambico e Tanzania.

E’ fondamentale che i giovani affetti da HIV abbiano accesso ai farmaci, alle cure e al sostegno” ha dichiarato Craig McClure, responsabile UNICEF del programma globale sull’HIV/AIDS, durante il Critical Thinking Forum che si tiene oggi a Johannesburg. “Allo stesso tempo, le persone non affette da HIV devono avere accesso alle conoscenze e agli strumenti per preservare il proprio stato di salute”. Secondo i dati contenuti nell’Aggiornamento statistico sui bambini, gli adolescenti e l’AIDS dell’UNICEF, meno della metà dei bambini al di sotto dei due mesi di vita hanno effettuato il test per l’HIV. Solo 1 su 3 dei 2,6 milioni di bambini sotto i 15 anni che hanno contratto l’HIV ha accesso ai farmaci. I nuovi dati dimostrano che la maggior parte degli adolescenti morti per cause legate all’AIDS avevano contratto l’HIV da bambini, 10 o 15 anni fa, quando solo poche donne incinta e madri affette da HIV ricevevano i farmaci antiretrovirali per prevenire la trasmissione dell’HIV da madre a figlio. Questi bambini sono sopravvissuti fino all’adolescenza, in alcuni casi senza essere a conoscenza di aver contratto l’HIV. Tuttavia, dal 2000, circa 1,3 milioni di nuovi contagi tra i bambini sono state scongiurate, in gran parte grazie ai progressi nella prevenzione della trasmissione dell’HIV da madre a figlio. Al 2014, 3 donne in gravidanza su 5 affette da HIV hanno ricevuto il trattamento antiretrovirale per prevenire la trasmissione del virus ai loro bambini. Questo si è tradotto in una riduzione del 60% dei decessi collegati all’AIDS tra i bambini sotto i 4 anni a partire dal 2000. Questi interventi per eliminare la trasmissione da madre a figlio contribuiranno a cambiare il corso dell’epidemia per la prossima generazione di adolescenti. “I risultati conseguiti nella prevenzione della trasmissione materno-infantile sono lodevoli, e da celebrare”, ha aggiunto McClure, “ma sono necessari investimenti immediati per dare un trattamento salva-vita ai bambini e agli adolescenti che sono stati contagiati”.

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