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Diritti umani

Unicef, 1 caso su 5 di Ebola riguarda un bambino

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Nuovo rapporto dell’Unicef: circa il 20% dei contagi in Guinea, Liberia e Sierra Leone. Sconfiggere questa piaga è fondamentale per proteggere i bambini e le loro comunità, così come riavviare i servizi di base.

 

06e90f0d-83a2-4e18-a367-ddd5954ea141_mediumRoma, 17 marzo – L’UNICEF ha lanciato oggi un nuovo rapporto su Ebola, che ha avuto un impatto devastante sui bambini – che rappresentano circa il 20% dei contagi in Guinea, Liberia e Sierra Leone. Sconfiggere questa piaga è fondamentale per proteggere i bambini e le loro comunità, così come riavviare i servizi di base. Il rapporto illustra il drammatico impatto che l’Ebola ha avuto sui bambini, colpendo alcune delle comunità più a rischio dei paesi più vulnerabili del mondo. Delle oltre 24.000 persone contagiate, circa 5.000 sono bambini, mentre più di 16.000 bambini hanno perso uno o entrambi i genitori o coloro che se ne prendevano cura.  Per circa 9 milioni di bambini che vivono nelle aree colpite l’Ebola è diventata terrificante. Questi bambini sono stati testimoni di morte e sofferenza al di là della loro comprensione. “L’epidemia non sarà superata fino a quando il numero delle persone contagiate da Ebola non arriverà a zero e ogni singolo contatto sia stato tracciato e monitorato. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia,” ha dichiarato Barbara Bentein, Coordinatore a livello globale per l’Emergenza Ebola dell’UNICEF. “Allo stesso tempo, i servizi di base devono essere rimessi in piedi usando i mezzi a disposizione nella lotta all’epidemia”. Il rapporto punta anche sul ruolo centrale che le comunità stanno giocando nella risposta e mostra segnali incoraggianti nell’adozione di comportamenti sicuri. In Liberia, per esempio, un sondaggio indica che il 72% degli intervistati pensa che qualsiasi persona con i sintomi dell’Ebola starà meglio presso i centri di cura, questo dato è significativo perché molti avevano l’abitudine errata di tenere le persone contagiate a casa, diffondendo la malattia nella comunità. Nella risposta all’emergenza Ebola, l’UNICEF e i suoi partner hanno vaccinato migliaia di bambini contro altre malattie letali come il morbillo; hanno rafforzato i servizi sanitari di cura primari; e hanno aiutato a ridurre il rischio di contagi da Ebola quando le scuole sono state riaperte, dopo i mesi di chiusura che avevano lasciato 5 milioni di bambini senza accesso all’istruzione. Nel lungo periodo, investire sui sistemi sanitari nei paesi colpiti dall’Ebola aiuterà ad affrontare anche altre malattie come morbillo, polmonite e diarrea, che hanno un grande peso sui bambini. La pianificazione di una risposta per il lungo periodo deve basarsi sui risultati conquistati durante la risposta all’Ebola, per costruire  meglio e affrontare le diseguaglianze storiche.

 

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